Famos: Speranza come terza via

Il Sinodo dei protestanti svizzeri all’insegna dell’equilibrismo

06 novembre 2023

Il momento dell'elezione dei nuovi membri del Consiglio della Chiesa evangelica riformata in Svizzera, Berna (foto: Voce Evangelica)

(ve/gc) "La sofferenza che gli esseri umani infliggono ad altri esseri umani getta su di noi l'ombra di una terribile minaccia": è riferendosi alle molteplici crisi che oggi sta attraversando l’umanità che la pastora Rita Famos, presidente della Chiesa evangelica riformata in Svizzera (CERiS), ha aperto ieri, 5 novembre, nel Municipio di Berna i lavori del Sinodo autunnale dei protestanti svizzeri. Di fronte alla guerra in Ucraina, agli atti terroristici perpetrati da Hamas contro i civili israeliani e all'esplosione del conflitto nella Striscia di Gaza, alle tensioni nei Balcani, alla pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh, fino alle tensioni militari nel Caucaso meridionale, la presidente CERiS si è focalizzata sull’impegno che le chiese protestanti svizzere mettono in campo a livello locale, cantonale e nazionale, sottolineandone il denominatore comune: la scelta consapevole della strada della speranza - una terza via, che esclude la rassegnazione e la rabbia. 

Laboratorio di riconciliazione
Il Sinodo si è aperto ufficialmente ieri, Festa della Riforma protestante, con un culto solenne nel Münster di Berna, al quale hanno assistito anche i partecipanti del Simposio dal motto “Cercate il bene della città” (Ger., 29,7), svoltosi nei giorni precedenti (3-5 novembre) e che ha visto una quarantina di esponenti di chiese europee riuniti nella capitale per discutere e riflettere sulle sfide della Comunione di chiese protestanti in Europa (CCPE), a 50 anni dalla Concordia di Leuenberg. “Unità nella diversità riconciliata”: la quintessenza del movimento ecumenico è racchiuso in questo slogan. Ma oggi, come portare avanti questa preziosa eredità? Quanta pluralità interna possono “tollerare” le chiese protestanti europee? L'incontro si è concluso nella consapevolezza che la CCPE rimane un validissimo "laboratorio di riconciliazione permanente".
Al termine del culto, Ralph Lewin, presidente della Federazione svizzera delle comunità israelitiche (FSCI), ha portato il suo saluto al Consiglio della CERiS e ai sinodali. Un intervento toccante, in cui ha dato voce al drammatico momento che stanno attraversando le comunità ebraiche in Svizzera e in tutto il mondo, insistendo sulla lotta all’antisemitismo e assicurando l’importanza del dialogo nel reciproco ascolto, il presidente della FSCI ha auspicato una soluzione a due Stati: "Non dobbiamo perdere la speranza di una soluzione pacifica".

Consiglio CERiS "più giovane"
Nella giornata di oggi il Sinodo, composto da una settantina di rappresentanti delle 24 chiese membro della CERiS, ha eletto due nuovi membri del Consiglio della CERiS, che succederanno alle consigliere Lilian Bachmann e Claudia Haslebacher. Si tratta di Florian Schubert, attualmente vicepresidente del Sinodo CERiS, nonché membro del Consiglio della Chiesa evangelica riformata di Neuchâtel; e di Michel Rudin, delegato del Sinodo della Chiesa riformata del canton Lucerna e politico per i Verdi Liberali. Sarà lui a rappresentare nel nuovo Consiglio CERiS le “chiese di minoranza”, e quindi anche le chiese del Ticino. Se il nuovo Consiglio sarà meno rosa, sarà però più giovane.

I lavori del Sinodo procedono ancora oggi e domani. All’ordine del giorno, tra le altre cose, il tema della Missione e gli obiettivi di legislatura del Consiglio CERiS fino al 2026.

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