Il sollievo del Consiglio ecumenico delle chiese
(ve/wcc) È con profonda speranza che il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), pastore Jerry Pillay, ha accolto l’iniziale attuazione di un cessate il fuoco tra Israele e Hamas, definendolo un sollievo essenziale alla popolazione di Gaza dopo mesi di devastante conflitto e una speranza per le famiglie israeliane degli ostaggi.
Il CEC riconosce questa cessazione delle ostilità “come un primo passo necessario, pur riconoscendo la sua fragilità e l’incertezza del periodo di transizione che ci attende. L’entità della sofferenza e della distruzione è stata catastrofica, lasciando profonde cicatrici fisiche, psicologiche e morali. La popolazione di Gaza, in particolare, continua ad affrontare immense difficoltà: le loro case sono distrutte, le loro comunità sono sfollate e il loro futuro è incerto, anche se le armi tacciono”.
Il Consiglio ecumenico sottolinea che “la protezione dei civili e il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani devono guidare tutti i prossimi passi. Qualsiasi accordo di governance deve garantire la partecipazione significativa dei palestinesi, sostenere il loro diritto a rimanere sulla loro terra e garantire che il processo di ricostruzione e recupero possa essere al servizio dei principi di dignità, equità e autodeterminazione, piuttosto che di dipendenza, esclusione o occupazione permanente”.
Sebbene la priorità immediata sia quella di affrontare le urgenti esigenze umanitarie, la ricostruzione di Gaza “deve andare oltre il ripristino delle infrastrutture. Deve cercare di ricostruire la fiducia, ripristinare la sicurezza umana e gettare le basi per una pace e uno sviluppo sostenibili”, ha ancora affermato il CEC, non senza assicurare le proprie preghiere “affinché questo cessate il fuoco non solo ponga fine alle ostilità attive, ma apra anche un percorso credibile verso una pace giusta e duratura, fondata sul diritto internazionale, sulla responsabilità e sul riconoscimento che ogni persona, israeliana e palestinese, ha il diritto di vivere in sicurezza, dignità e speranza”.