Adesso il cfd si chiama Frieda!

Il “Servizio cristiano di pace” fondato da Gertrud Kunz cambia nome

07 novembre 2023

(ve/gc) Da ieri, 6 novembre, lo storico cfd (Christlicher Friedensdienst) con sede a Berna si presenta come Frieda - organizzazione femminista per la pace. Insieme al cambio del nome è anche cambiata le veste grafica che vuole essere moderna, fresca e chiara. L’impegno e gli scopi dell’organizzazione rimangono gli stessi: Frieda continua a impegnarsi per la pace e la giustizia, per un mondo in cui tutti, in particolare donne e giovani, possano vivere su un piano di parità e libere dalla violenza.

Frieda, già cfd, nasce nel 1938 su iniziativa della protestante bernese Gertrud Kurz, la “mamma dei profughi” come veniva chiamata. Allora, la sua opera di sostegno e aiuto agli ebrei fuggiti in Svizzera si chiamava “Flüchtlingshilfe der Kreuzritter”, per diventare successivamente il "Servizio cristiano di pace" (cfd).

Lo scorso 30 ottobre l’organizzazione femminista impegnata per la pace ha pubblicato una sua presa di posizione relativa alla situazione in Medioriente, in cui chiede un immediato cessate il fuoco. Le Donne evangeliche in Svizzera (Evangelische Frauen Schweiz -EFS) hanno comunicato la loro adesione allo statement. Segue il testo integrale. (www.frieda.org)

Fermare la violenza a Gaza e in Israele, rispettare il diritto internazionale

Richiesta di un cessate il fuoco,
del rispetto del diritto internazionale
e di aiuti umanitari

Dichiarazione cfd del 30 ottobre 2023

L’escalation della guerra in Medio Oriente ci scuote nel profondo. Gli attacchi contro la popolazione civile, la presa di ostaggi e gli attacchi in cui dei civili vengono uccisi o feriti sono crimini di guerra. Condanniamo fermamente queste gravi violazioni del diritto internazionale e lanciamo un appello alla de-escalation.
Chiediamo un immediato cessate il fuoco per evitare ulteriori perdite di vite umane innocenti.
Chiediamo a tutte le parti in conflitto di rispettare il diritto internazionale e di fare tutto ciò che è in loro potere per proteggere la popolazione civile. La Svizzera e la Comunità internazionale devono impegnarsi fermamente e con tutte le forze per il diritto internazionale, per il rispetto dei diritti umani e per la fine dell’occupazione israeliana. Devono intraprendere tutto ciò che è in loro potere per trovare infine una soluzione politica per il conflitto in atto.
Chiediamo che la Svizzera e la comunità internazionale si impegnino con tutte le forze a livello politico affinché acqua, generi alimentari, carburante e medicinali per la popolazione indigente possano raggiungere immediatamente la Striscia di Gaza.

Cessate il fuoco e aiuti umanitari immediati
per la popolazione in difficoltà

Niente può giustificare la violenza eccessiva esercitata da Hamas il 7 ottobre 2023 contro la popolazione civile israeliana, attacco in cui 1.400 persone hanno trovato la morte e oltre 200 sono state prese in ostaggio. Da allora l’esercito israeliano bombarda la Striscia di Gaza. Anche Hamas e i suoi alleati continuano a lanciare razzi sul territorio israeliano.
Le misure di autodifesa devono essere conformi al diritto internazionale e proporzionate, e il diritto umanitario internazionale deve essere rigorosamente osservato. Gli attacchi militari mirati contro obiettivi civili violano il diritto umanitario internazionale e sono vietati.
Gli eventi delle ultime settimane si inscrivono in una spirale di violenza che minaccia di intensificarsi. La popolazione della Striscia di Gaza vive da 16 anni sotto un blocco in condizioni precarie e disumane. La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è catastrofica e priva di prospettive. Si è ulteriormente aggravata dall’inizio della guerra.
I 2,3 milioni di abitanti sono in balia degli abusi militari dell’esercito israeliano. Secondo l’OCHA, l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, in data 29 ottobre 2023, oltre 1,4 milioni di persone erano sfollate all’interno della Striscia di Gaza, oltre 8.000 persone sono state uccise, il 68% delle quali donne e bambini, e oltre 20.000 sono le persone rimaste finora ferite. Nulla può giustificare una tale violenza di massa contro civili. La fornitura di acqua potabile alla Striscia di Gaza è stata interrotta su decisione del governo israeliano. L’importazione di generi alimentari, di carburante e di medicinali, urgentemente necessari per i feriti, i malati e le donne incinte negli ospedali, viene negata. Le condizioni negli ospedali ancora in grado di funzionare sono disastrose. Secondo le convenzioni di Ginevra l’intralcio alla fornitura di aiuti può costituire un crimine di competenza della Corte penale internazionale.
I pochi soccorsi che è stato possibile portare nella Striscia di Gaza dall’Egitto mediante le organizzazioni internazionali coprono appena il 4% circa del fabbisogno di beni di prima necessità. La gente patisce fame e sete. Davanti agli occhi dell’opinione pubblica mondiale quella in atto è una catastrofe umanitaria di dimensioni inimmaginabili.
Il messaggio di una fonte locale testimonia la precarietà della situazione: “È indescrivibile. Orribile. Abbiamo una tale paura. Sono particolarmente preoccupata per i miei figli, la mia famiglia, i miei vicini. In nessun luogo possiamo dirci al sicuro. Non ci sono spazi protetti. È difficile che passi un’ora senza che veniamo informati della perdita di una persona cara. Viviamo fino a 50 persone nel medesimo locale. Abbiamo soltanto una pagnotta al giorno per famiglia e l’acqua potabile è praticamente assente. Le condizioni igieniche sono spaventose. Non possiamo uscire senza mettere a rischio la nostra vita. Sentiamo ininterrottamente i droni e i bombardamenti. I bambini hanno difficoltà a dormire e si aggrappano a noi. Siamo furibondi e frustrati e speriamo che questo castigo collettivo della popolazione della Striscia di Gaza giunga presto al termine”.

Il sostegno delle organizzazioni partner di lunga data
Il cfd (Christlicher Friedensdienst) è presente nella regione da oltre 40 anni e ha potuto sviluppare un’ampia rete di organizzazioni partner locali impegnate contro la violenza e per i diritti delle donne. Nonostante le difficoltà di comunicazione, dallo scoppio della guerra il cfd continua a essere regolarmente in contatto con le organizzazioni partner e con la coordinatrice locale nella Striscia di Gaza. I collaboratori delle organizzazioni partner lottano quotidianamente per la sopravvivenza. Insieme con alcune organizzazioni partner il cfd ha già potuto fornire i primi soccorsi a donne e famiglie, in particolare denaro contante per i bisogni più urgenti e sostegno psicosociale per i bambini. È un inizio. Appena possibile potenzieremo ulteriormente gli aiuti per la popolazione indigente.
Anche in Cisgiordania e in Israele sosteniamo le nostre organizzazioni partner affinché possano impegnarsi a favore della popolazione civile e contro la violenza, e siano in grado di far fronte alla situazione difficile.

Più di 80 anni di impegno per la giustizia e la pace

Nel 2018 il cfd ha festeggiato il suo ottantesimo anniversario. Era il 1938 quando alcune decine di persone si riunirono a Berna per una indimenticabile celebrazione del Natale. Con l’orrore della Notte dei cristalli ancora fresco contrapposero a quel periodo politicamente fosco la loro visione intrepida di un mondo più giusto. Fu allora suggellata la fondazione del cfd, affinché la solidarietà e l’umanità potessero essere concretamente vissute. A quell’epoca Gertrud Kurz (1890-1972), la “madre fondatrice”, si impegnò instancabilmente per i profughi ebrei. Dopo la fine della guerra il cfd proseguì il proprio impegno a favore dei profughi. Ne derivò il suo impegno contro il razzismo, la colonizzazione e il militarismo anche all’estero.

Dall’aiuto umanitario all’organizzazione femminista per la pace
Come risposta alle sfide sempre più complesse del dopoguerra il cfd - oggi Frieda - modificò ripetutamente il proprio impegno. Così dal 1980, con la creazione di un consultorio per donne a Zurigo, la Frauenstelle, l’approccio femminista alla costruzione della pace fu posto in primo piano. Da allora il cfd è costantemente impegnato come organizzazione femminista per la pace a favore delle donne e contro la violenza.
Come organizzazione per i diritti delle donne, Frieda rafforza la partecipazione politica e sociale delle donne e delle ragazze in Medio Oriente, nel Maghreb, nell’Europa sudorientale e in Svizzera, e fa sentire la propria voce nei dibattiti sociopolitici, per esempio con la campagna “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere”. (trad.: G.M.Schmitt).

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