Gerusalemme, appelli alla pace dalla minoranza cristiana

I patriarchi e capi di chiese si rivolgono ad entrambe le parti in conflitto

09 ottobre 2023

Gerusalemme (foto: Wikimedia Commons)

(wcc/ve) All’indomani del terribile attacco sferrato sabato 7 ottobre da Hamas contro lo Stato d’Israele, i patriarchi e i capi delle chiese cristiane di Gerusalemme hanno dichiarato: "La nostra fede, che è fondata sugli insegnamenti di Gesù Cristo, ci obbliga a sostenere la cessazione di tutte le attività violente e militari che danneggiano sia i civili palestinesi che quelli israeliani", lanciando un appello ad entrambe le parti affinché rispettino lo status quo giuridico dei luoghi santi ed entrino in dialogo per trovare una soluzione duratura.
Inoltre, hanno affermato di “condannare inequivocabilmente” qualsiasi atto violento contro i civili e hanno esortato la comunità internazionale a "raddoppiare gli sforzi per mediare una pace giusta e duratura in Terra Santa, basata sulla parità di diritti per tutti e sulla legittimità internazionale".
"È nostra fervente speranza e preghiera che tutte le parti coinvolte prestino ascolto a questo appello per una cessazione immediata della violenza. Imploriamo i leader politici e le autorità a impegnarsi in un dialogo sincero, cercando soluzioni durature che promuovano la giustizia, la pace e la riconciliazione per le persone di questa terra che hanno sopportato il peso del conflitto per troppo tempo".
E hanno aggiunto: "Ricordiamo le parole dell’apostolo Paolo: 'Dio infatti non è un Dio di disordine, ma di pace' (1 Cor. 14, 33). Nello spirito di questo messaggio divino, imploriamo tutti di lavorare instancabilmente verso la fine della violenza e l’instaurazione di una pace giusta e duratura che permetterà alla Terra Santa di essere un faro di speranza, fede e amore per tutti".

La Chiesa evangelica luterana in Giordania e Terra Santa (ELCJHL) per il tramite del suo vescovo, Sani-Ibrahim Azar, con una presa di posizione ha espresso sconcerto e angoscia per l'escalation di violenza nella Striscia di Gaza e nelle aree circostanti. "Mentre il linguaggio della ‘guerra’ viene ora usato per caratterizzare questa violenza, è importante ricordare che la guerra di oggi non è isolata", si legge nella dichiarazione. "È collegata a un contesto più ampio e a una storia più lunga". 

Il Patriarcato latino di Gerusalemme, per parte sua, ha dichiarato che le ultime violenze hanno riportato la regione "ai periodi peggiori della nostra storia" e che "creeranno più odio e divisione, distruggeranno sempre più ogni prospettiva di stabilità". Inoltre, ha invitato i leader internazionali e religiosi "a compiere ogni sforzo per contribuire ad allentare la situazione, riportare la calma e lavorare per garantire i diritti fondamentali delle persone nella regione". E aggiunge: "Dichiarazioni unilaterali sullo status dei siti religiosi e dei luoghi di culto scuotono il sentimento religioso e alimentano ancor più odio ed estremismo. È quindi importante preservare lo status quo nei Luoghi Santi di Terra Santa, e in particolare a Gerusalemme. I continui spargimenti di sangue e le dichiarazioni di guerra ci ricordano ancora una volta l’urgente necessità di trovare una soluzione duratura e globale al conflitto israelo-palestinese in questa terra, che è chiamata ad essere una terra di giustizia, pace e riconciliazione tra i popoli. Chiediamo a Dio di ispirare i leader mondiali nel loro intervento per l’attuazione della pace e della concordia affinché Gerusalemme possa essere una casa di preghiera per tutti i popoli".

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