Amnesty Svizzera: la revisione della legge sul servizio civile mina la libertà di coscienza

01 ottobre 2025

(ve/gc) Amnesty International Svizzera, in una nota diffusa il 26 settembre, ha respinto con fermezza la proposta di modifica della legge federale sul servizio civile (LSC) dicendo di sostenere il referendum lanciato contro la revisione. Secondo l’organizzazione, il progetto presentato dal Consiglio federale ha come obiettivo principale quello di scoraggiare l’adesione al servizio civile, minando così la libertà di pensiero, di coscienza o di credo.
Il punto più contestato riguarda l’introduzione di una durata minima obbligatoria di 150 giorni di servizio civile, indipendentemente dai giorni di servizio militare già assolti. Una misura che, a giudizio di Amnesty, trasformerebbe il servizio civile in uno strumento punitivo e dissuasivo, andando ben oltre l’attuale fattore 1,5. Amnesty Svizzera inserisce questa proposta in una lunga serie di ostacoli amministrativi introdotti negli ultimi anni per rendere più difficile l’accesso al servizio civile, ricordando tuttavia che dal 2009 non è più previsto l’esame di coscienza. L’organizzazione ribadisce inoltre che, a livello internazionale, organismi come il Consiglio d’Europa e il Comitato ONU per i diritti umani hanno stabilito chiaramente che i servizi sostitutivi non devono avere carattere né punitivo, né dissuasivo.
Amnesty sostiene che l’allungamento della durata del servizio civile rappresenti il cuore della revisione di legge che costituisce una violazione dei diritti fondamentali. Pertanto chiede che il servizio civile continui a essere una vera alternativa al servizio militare, proporzionata e rispettosa della libertà di coscienza, e non una “sanzione mascherata”.

Articoli correlati