Conferenza Svizzera-Ucraina a Lugano

La società civile chiede di essere coinvolta nei negoziati del 4 e 5 luglio

24 maggio 2022

Lugano (foto: Gaëlle Courtens)

(gc/ve) La società civile va coinvolta nella ricostruzione dell’Ucraina: è quanto chiede al Consiglio federale la Piattaforma delle ONG svizzere per i diritti umani, che riunisce un centinaio di organizzazioni non governative, tra cui diverse di ispirazione cristiana.

Un’occasione per i diritti umani

I diritti umani vanno inseriti nell’ordine del giorno per tutti i temi in agenda della prossima Conferenza sull'Ucraina, che si svolgerà a Lugano il 4 e 5 luglio 2022, organizzata da Svizzera e Ucraina.
Secondo le ONG svizzere, la prima conferenza internazionale sull'Ucraina dall'inizio della guerra, offre l'opportunità di porre l'accento sulla promozione della pace, dei diritti umani e dello Stato di diritto nella pianificazione della ricostruzione e delle riforme nel paese.

Ascoltare la popolazione colpita

In una lettera inviata al Consiglio federale, la Piattaforma delle ONG svizzere per i diritti umani offre il proprio sostegno alla conferenza sull'Ucraina, evidenziando inoltre una serie di argomenti particolarmente rilevanti dal punto di vista della società civile.
"La discussione sulla guerra e la ricostruzione in Ucraina non può essere condotta solo dai governi, a porte chiuse. È necessaria la partecipazione attiva delle organizzazioni della società civile", afferma Matthias Hui, co-coordinatore della Piattaforma. "Solo ascoltando le voci delle popolazioni direttamente colpite e rispettando i loro diritti fondamentali è possibile sviluppare una prospettiva di ricostruzione sostenibile".

Fare luce sui crimini di guerra

Tra le richieste avanzate dalle ONG, c’è quella relativa alle indagini sui crimini di guerra: qui gli Stati dovrebbero “intensificare i propri sforzi e fare di questo obiettivo una priorità”, si legge in un comunicato stampa. "Se non verrà fatta chiarezza sui crimini di guerra e se non sarà fatta giustizia per le vittime, non ci saranno prospettive per la pace e la stabilità", afferma Alexandra Karle, direttrice di Amnesty International Svizzera. "Le prove vanno raccolte ora, e vanno messe in sicurezza. I responsabili dei crimini devono essere chiamati a risponderne nell’ambito di processi equi".

Fare rete

Diverse ONG della Piattaforma lavorano con organizzazioni partner in Ucraina, Russia e Bielorussia che sarebbero pronte a partecipare alla conferenza. Inoltre, la partecipazione di organizzazioni femminili o pacifiste locali risponderebbe alle richieste contenute nella Risoluzione 1325 dell'ONU su "Donne, Pace e Sicurezza" e incluse nella strategia Uguaglianza di genere e Diritti delle donne del Dipartimento federale degli Affari esteri (DFAE).
Le richieste avanzate dalla Piattaforma delle ONG svizzere per i diritti umani - insieme ad altre, che riguardano temi come: asilo e migrazione, aiuti umanitari e cooperazione allo sviluppo, sanzioni economiche e sostegno al Sud globale - sono elencate e motivate qui.

Garantire i diritti umani

Il comunicato stampa si conclude con un auspicio: che il Governo svizzero sfrutti la conferenza sull'Ucraina per portare in primo piano una migliore e più ampia comprensione della politica di sicurezza e di pace. “Mentre gli armamenti possono dare un senso di sicurezza a breve termine, una politica di sicurezza a lungo termine si basa sull'attuazione coerente e universale dei diritti umani, sulla riduzione della povertà, sulla lotta al cambiamento climatico e sulla conservazione e protezione delle risorse naturali”, concludono i responsabili della Piattaforma.

Articoli correlati