Chiesa riformata conferma abusi di Gottfried Locher

Presentato oggi a Berna il rapporto della Commissione d’inchiesta interna

04 agosto 2021

Gottfried Locher, ex-presidente della Chiesa evangelica riformata in Svizzera

(ve/gc) Ha molestato sessualmente una ex dipendente, il pastore Gottfried Locher, dimessosi a maggio del 2020 dall’incarico di presidente della Chiesa evangelica riformata in Svizzera (CERiS), in seguito a vicissitudini che avevano scosso i vertici del protestantesimo svizzero
È quanto ha reso noto oggi, nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Berna, la Commissione temporanea d’inchiesta istituita a giugno del 2020 dal Sinodo della CERiS per fare luce su quel che l’anno scorso era stato definito come un “terremoto” che aveva scosso la Chiesa riformata nazionale. 
La Commissione ha ritenuto credibile la segnalazione di un’ex-impiegata che aveva sporto denuncia presso il Consiglio della CERiS all’inizio del 2020 per molestie sessuali e violazione dei limiti (Grenzverletzungen) nei suoi confronti da parte del pastore Locher. I fatti risalgono al 2012, quando Locher era da poco stato eletto presidente dell’allora Federazione delle chiese evangeliche in Svizzera (FCES).

Comportamento non degno

Nel suo rapporto la Commissione d’inchiesta, presieduta da Marie-Claude Ischer, giunge alla conclusione che è stata lesa l’integrità sessuale, psichica e spirituale della querelante. Per la Commissione, Locher "non ha agito rettamente nei confronti dell'ex dipendente". Secondo il rapporto, l'ex presidente della CERiS non ha saputo distinguere sufficientemente la sua vita professionale da quella privata. L'ex presidente ha abusato della sua autorità e ferito una ex dipendente, ha detto Roland Stach membro della Commissione d'inchiesta, precisando che l'indagine sul caso è costata finora alla chiesa circa 400'000 franchi. Per Ischer, inoltre, non è accettabile il comportamento non collaborativo dell'ex presidente: il Consiglio della CERiS ha affidato a uno studio legale esterno l'incarico di condurre un’indagine indipendente, Locher ha rifiutato ogni invito al confronto. Un atteggiamento “non degno del presidente di un'istituzione ecclesiastica", ha aggiunto Ischer, la quale ha aggiunto che “in questa crisi l’istituzione ha perso parte della sua credibilità e oggi deve ritrovare la sua collocazione e la sua visibilità come interlocutore affidabile e serio”.

Conferenza stampa, a Berna, 4 agosto (foto EKS-EERS, Michèle Graf-Kaiser)

Responsabilità della chiesa

La Commissione temporanea d'inchiesta ritiene che la CERiS abbia una parte di responsabilità nel comportamento di Locher e propone al Sinodo di cambiare diversi regolamenti. Come ha spiegato Ischer, queste raccomandazioni, 17 in tutto, sono di natura istituzionale, giuridica, finanziaria, deontologica, come anche di etica procedurale, e comprendono anche la gestione delle crisi. "Ne va del bene del personale e della reputazione dell'istituzione", ha spiegato. In particolare, Ischer propone formazioni continue per tutto il personale.

Le scuse di Rita Famos alla querelante

Il rapporto sarà presentato al Sinodo straordinario in agenda i prossimi 5 e 6 settembre a Berna. Oggi a Berna, nell'incontro con i media, era presente anche la presidente della CERiS, pastora Rita Famos, per la quale è giusto che la querela dell’ex dipendente sia stata trattata in maniera coscienziosa. Scusandosi con la querelante, Famos ha definito gli eventi “deplorevoli”. Ischer, per parte sua, chiede per la querelante un risarcimento sociale, finanziario e personale.

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