Crisi climatica e impegno delle chiese africane

Leader religiosi africani in vista della COP26: alzeremo la nostra voce!

24 giugno 2021  |  Gaëlle Courtens

"I leader religiosi sono testimoni degli effetti dell'aumento delle temperature, dell'eccessiva siccità, del cambiamento dei modelli meteorologici che portano a cicloni e inondazioni, e dei conflitti derivanti dalla competizione per le risorse, quali la riduzione dei pascoli a causa della siccità": sono le parole del pastore luterano tanzaniano Fidon Mwombeki, segretario generale della Conferenza di chiese di tutta l’Africa (AACC-CETA), pronunciate nella capitale etiope Addis Abeba in occasione di un recente incontro tra esponenti religiosi del Continente africano e specialisti in campo energetico, svoltosi in vista della 26ª Conferenza delle parti sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (COP26) che si terrà nella città scozzese di Glasgow (UK), il prossimo novembre.

Impegno spirituale e religioso

I partecipanti all'incontro tra leader religiosi ed esperti di questioni climatiche svoltasi il 20 maggio 2021 ad Addis Abeba, Etiopia (foto: CETA)

"In quanto esponenti di varie comunità di fede, alla COP26 siamo determinati ad alzare la voce in rappresentanza del nostro continente", ha aggiunto Mwombeki, secondo il quale gli esponenti religiosi africani non possono più tacere di fronte alla crisi climatica. L'arcivescovo della Chiesa ortodossa etiope Tewahedo Abba Aregawi, della diocesi di Diredawa e Gibuti, ha dichiarato: “Salvaguardare la natura, così come ci è stata donata da Dio, è un impegno spirituale e religioso". Alok Sharma, il politico inglese che presiederà i lavori della COP26, in un messaggio inviato ai partecipanti all’incontro panafricano ha detto che la mobilitazione delle comunità di fede è vitale per assicurare che il mondo sia all'altezza della sfida del cambiamento climatico, protegga i più vulnerabili e liberi il pieno potenziale dell'Accordo di Parigi.

Contro l’ingiustizia climatica

Il continente si èposto gli obiettivi di sviluppo sanciti dall'Agenda 2063 per l'Africa, ma raggiungerli appare sempre più difficile a causa dell'impatto del cambiamento climatico, ha fatto notare Albert Butare, amministratore delegato dell'Africa Energy Service GroupAugustine Njamnshi, presidente del comitato politico dell'Alleanza panafricana per la giustizia climatica (PACJA), ha invece detto che l'Africa alla COP26 chiederà delle politiche climatiche globali e un piano d'azione per il Continente Nero, che da un lato soffre gli effetti maggiori del cambiamento climatico, dall’altro è tra coloro che meno vi hanno contribuito.

I giovani in prima linea

Intanto la Conferenza di chiese di tutta l’Africa, in collaborazione con i movimenti giovanili cristiani del continente, ha lanciato dei webinar per promuovere la campagna "Africa: la mia casa. Il mio futuro". La campagna culminerà nel Congresso della gioventù africana previsto per il 2022 in Ghana. L’idea è quella di immaginare l’Africa di domani insieme alla futura classe dirigente. Il primo webinar, al quale hanno partecipato un centinaio di giovani cristiani di tutte le denominazioni, si è svolto lo scorso 16 giugno. Il pastore Mwombeki ha spiegato ai giovani che "non c'è posto migliore" dell'Africa.

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