La storica Commissione alla ricerca dell'unità visibile a 1700 anni da Nicea
(wcc/gc) Un’opportunità per riunire i leader ecclesiastici di numerose confessioni, teologi e teologhe di diverse tradizioni, nonché per coinvolgere una nuova generazione di ecumenisti in un momento in cui il mondo è segnato da frammentazione, conflitto e divisione - sfide che richiedono un nuovo impegno delle chiese su questioni fondamentali di fede e missione: la VI Conferenza della Commissione "Fede e Costituzione" promossa dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) apertasi oggi in Egitto è questo, ma anche di più.
È anche il principale appuntamento organizzato quest'anno dal CEC per le celebrazioni dei 1700 anni dal grande Concilio ecumenico di Nicea.
Il tema per questa Conferenza - la prima del 21. secolo e la prima sul continente africano - è: “Dove va ora l’unità visibile?”. Fino al 28 ottobre presso l’antico Monastero di San Bishoy a Wadi El Natrun, vicino ad Alessandria in Egitto, sono 400 i partecipanti che si occuperanno di delineare teologie comuni per affrontare il futuro del movimento ecumenico.
La Commissione "Fede e Costituzione", che si occupa di questioni preminentemente teologiche, è composta da 50 studiosi e studiose di chiese appartenenti alle principali correnti storiche del cristianesimo, compresa la chiesa cattolico-romana. Si tratta di un forum multilaterale di teologia ecumenica unico nel suo genere.
Ad oggi sono state solo cinque le conferenze mondiali di questo tipo, a partire dalla prima tenutasi a Losanna nel 1927, che diede origine al movimento Fede e Costituzione. L'ultima si svolse in Spagna, a Santiago de Compostela, nel 1993.