550 rabbini a Trump: "cinici attacchi contro il mondo accademico"
(RNS) – Più di 550 rabbini e rabbine e cantori delle sinagoghe hanno firmato un appello per denunciare la scure del presidente Donald Trump abbattutasi sul mondo accademico. I firmatari dell’appello parlano di “cinici attacchi contro l’istruzione superiore” riferendosi all’accusa mossa dall’amministrazione Trump relativamente alla “tolleranza” dell’antisemitismo sui campus universitari, così come una serie di ordini esecutivi e la detenzione arbitraria di studenti che hanno criticato Israele.
In rappresentanza perlopiù di sinagoghe e istituti ebraici riformati, conservatori e ricostruzionisti, i firmatari della lettera aperta sono per lo più leader ebrei liberal che si oppongono a molte delle politiche di Trump, che vanno ben oltre la sola stretta contro il mondo accademico. Pochi invece i leader ebrei ortodossi che hanno firmato la dichiarazione.
La lettera, intitolata “Un appello alla chiarezza morale: rifiutare l’antisemitismo come strumento di divisione politica” è stata concepita congiuntamente da J Street, l’organizzazione ebraica liberal statunitense che perora la soluzione dei due Stati nel conflitto israelo-palestinese, e da T’ruah, The Rabbinic Call for Human Rights, l’appello rabbinico per i diritti umani.
Il rabbino Elliott Tepperman di Bnai Keshet (una sinagoga ricostruzionista a Montclair, New Jersey), che ha contribuito alla stesura della dichiarazione ed è copresidente del consiglio rabbinico di J Street, ha detto che i firmatari sono solo “la punta dell’iceberg”.
“Sono abbastanza sicuro che la grande maggioranza degli ebrei statunitensi sostenga il sentimento alla base di questa iniziativa”, ha detto Tepperman lunedì scorso. La lettera inizia affermando che i firmatari sono impegnati nella lotta contro la crescente ondata di antisemitismo. Ma aggiunge subito dopo: “… non possiamo permettere che la lotta contro l'antisemitismo venga trasformata in una questione divisiva, utilizzata per giustificare politiche che prendono di mira gli immigrati e altre minoranze, sopprimono la libertà di parola o erodono le norme democratiche”.
L’amministrazione Trump ha avviato una guerra contro l’istruzione accademica per quella che ritiene essere una pericolosa cultura dell’antisemitismo, tagliando i fondi federali per la ricerca scientifica e non solo alle Università di Harvard, Columbia e Cornell, tra le altre, e minacciando di indagare su decine di altri College e istituzioni di alta formazione.
Ha inoltre cercato di revocare visti e avviare procedure di espulsione contro un certo numero di studenti che hanno preso parte a manifestazioni contro Israele durante l’ondata di proteste dilagata l’anno scorso nei campus per la guerra di Gaza. “Respingiamo questi attacchi cinici all'istruzione superiore – istituzioni che sono state a lungo roccaforti della vita accademica e culturale ebraica – con il pretesto di proteggere gli studenti ebrei”, si legge nella lettera.
Un recente sondaggio ha rivelato che la maggior parte degli ebrei statunitensi si oppone al modo in cui il presidente Donald Trump affronta l’antisemitismo. Il sondaggio, condotto dal Mellman Group a metà aprile su un campione di 800 elettori ebrei registrati, ha rivelato che il 56% non approva il modo in cui Trump sta affrontando l’antisemitismo, mentre un 31% lo approva.
Tepperman, il rabbino di Montclair, ha detto: “La grande maggioranza degli ebrei è preoccupata per il crescente antisemitismo, ma vuole che quell’antisemitismo sia affrontato nel rispetto del diritto fondamentale ad un giusto processo e della democrazia. Sappiamo che… un sistema di governo che protegge i diritti degli immigrati, protegge i diritti dei residenti, è un sistema che andrà bene per gli ebrei. Se ciò viene eroso, le conseguenze per gli ebrei sono solitamente negative”.
La scorsa settimana anche la Hebrew Immigrant Aid Society, ha pubblicato una lettera, firmata da 565 rabbini, per criticare la revoca dei visti a studenti e le politiche che prendono di mira gli immigrati. “Come leader religiosi ebrei siamo profondamente turbati quando i governi impiegano la legge e la burocrazia per fare del male con il pretesto di rafforzare l’ordine giuridico”, recitava la lettera. (Da: rns, di Yonat Shimron; trad.: G. M. Schmitt)