Sentiero degli ugonotti: completato l’ultimo tratto

Celebrazione con partecipanti da Svizzera, Francia, Italia e Germania

28 settembre 2023  |  Doris Brodbeck

Il Sentiero degli ugonotti (foto: Doris Brodbeck)

Lo scorso 24 settembre, con una celebrazione svoltasi a Thayngen nel canton Sciaffusa, è stata completata l’ultima tratta del “Sentiero degli ugonotti e valdesi” che da Baden, passando per Zurigo, arriva a Sciaffusa collegando finalmente quell“itinerario culturale” che per 1.800 km dal mar Mediterraneo giunge fino all’Assia settentrionale, snodandosi attraverso la Francia, l’Italia, la Svizzera e la Germania. 
Oltre 100 persone si sono riunite domenica mattina, 24 settembre, nella chiesa di Thayngen per una escursione a Barzheim, nel canton Sciaffusa. Ad accoglierle in qualità di guida escursionistica è stato Theo Bächtold, ex pastore del Pilgerzentrum St. Jakob a Zurigo e membro del Consiglio di amministrazione dell’associazione Hugenotten- und Waldenserweg Aargau-Zürich-Schaffhausen (Cammino degli ugonotti e dei valdesi Argovia-Zurigo-Sciaffusa).
Presenti il consigliere comunale di Thayngen Rainer Stamm; la presidente della Chiesa evangelica riformata in Svizzera (CERiS), la pastora Rita FamosFlorian Hitz, coordinatore del progetto; e Pierre-André Glauser, presidente della Fondazione VIA - Sentieri degli ugonotti e dei valdesi. Nel suo saluto Rainer Stamm si è detto impressionato dalla misura di fiducia in Dio occorsa ai profughi per sostenere le prove incontrate nella fuga e ha auspicato una maggiore comprensione tra paesi, religioni e culture anche di fronte alle sfide dei nostri tempi. La commemorazione e il confronto con gli eventi storici, alimentati dai "Sentieri degli ugonotti e dei valdesi", aprono al dialogo e quindi ad un mondo più pacifico.

Profughi come arricchimento

I profughi di allora furono un arricchimento per il protestantesimo svizzero, ha sottolineato per parte sua Rita Famos, presidente della Chiesa evangelica riformata in Svizzera. Il protestantesimo svizzero non sarebbe quello che è oggi senza i profughi per motivi religiosi che - per fortuna - vennero allora accolti. Quello di un sentiero che collega nazioni diverse è un segnale di mutuo riconoscimento, nonché di speranza di fronte ai conflitti odierni. Inoltre, Famos ha voluto ricordare le sorelle e i fratelli cristiani perseguitati del Nagorno Karabakh, dove si era recata recentemente.

Storia e tappe

Considerati gli itinerari di fuga e i luoghi di insediamento dei circa 200.000 ugonotti e valdesi, il professor Emidio Campi ha affermato che “la migrazione dei riformati francesi e italiani alla fine del XVII secolo fu un processo con implicazioni e conseguenze di portata europea e persino mondiale”. Nel 2013 il “Sentiero degli ugonotti e dei valdesi” è stato perciò giustamente inserito nell’elenco degli itinerari culturali del Consiglio d’Europa. Citando la predicazione di capodanno del 1688 del pastore del Grossmünster di Zurigo Anton Klinger, Campi ha sottolineato lo spirito solidaristico dell’epoca: Klinger diede espressione al proprio rammarico per la persecuzione dei valdesi, i quali, per aver proclamato la pura fede evangelica, dovettero vestirsi a lutto e dire “vale”, “addio”, prendendo commiato dalla propria patria.
La vicepresidente del "Sentiero degli ugonotti e dei valdesi" in Germania, Dorothee Römer, arrivata per l’occasione da Bad Karlshafen, ha ripercorso nascita e storia dell’”itinerario culturale”, la cui intuizione si deve a Johannes Melsen per il tratto tedesco e Simone Saxer per quello francese e svizzero.
Il coordinatore del progetto Florian Hitz ha poi presentato la guida escursionistica intitolata Der Hugenotten- und Waldenserweg in 28 Tagen durch die Schweiz, (Il cammino degli ugonotti e dei valdesi in 28 giorni attraverso la Svizzera), e il nuovo progetto internazionale Menschen und Pflanzen im Exil, “Persone e piante in esilio”, che mostra come gli ugonotti promossero la coltivazione degli ortaggi in Europa e introdussero le verdure nel menù.

Celebrazione col Coro valdese

Il pomeriggio e il momento del culto sono stati accompagnati dal Coro valdese di Rorà (vicino a Luserna San Giovanni, in Val Pellice), con un repertorio di canti gioiosi e tristi in italiano, ma anche in occitano, per concludere con una benedizione irlandese in inglese.
Il culto si è svolto nella chiesa gremita della parrocchia di Thayngen-Opfertshofen. La pastora Heidrun Werder ha condotto la liturgia con il pastore Bernard Croissant dalla Francia e con Marcella Bodmer-Tron della chiesa valdese di Zurigo. Nel suo intervento il pastore Wolfram Kötter, presidente del Consiglio ecclesiastico della Chiesa evangelica riformata del canton Sciaffusa, ha raccontato la sua esperienza con la chiesa valdese di Roma, quando al termine del suo corso di studi assunse un incarico proprio lì. L’impegno sociale di quella chiesa lo colpì. Quando, dopo un anno, tornò in Germania, nelle parrocchie riformate di Herford, ebbe l’occasione di incontrare molte famiglie ugonotte segnate dall’idea che Dio le aveva accompagnate nel corso delle generazioni. Nella società odierna questa consapevolezza viene meno, ma riallacciandosi al motto valdese: Lux lucet in tenebris, “La luce splende nelle tenebre”, Kötter ha incoraggiato a tenere fede ai valori cristiani, perché anche una sola candela è sufficiente a illuminare una stanza.
Tra gli invitati presente anche la giornalista ucraina Olena Pantsiuk, autrice di una pubblicazione intitolata “Preghiera di una rifugiata ucraina”. Da un anno vive a Sciaffusa, e ha raccontato la propria storia: di come la sua famiglia, che già era fuggita a causa della catastrofe nucleare di Cernobyl, si era dovuta mettere nuovamente in fuga lasciando un bunker a Kiev. (L'autrice del presente articolo è pastora, storica della chiesa, nonché presidente del Sentiero degli ugonotti e dei valdesi per i cantoni Argovia-Zurigo-Sciaffusa; trad.: G. M. Schmitt; adat.: G. Courtens)

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