Gabriela Allemann (EFS): anche nelle chiese c’è ancora molto da fare
(Christa Amstutz Gafner) Le promotrici dello Sciopero nazionale femminista del 14 giugno si sono poste come obiettivo quello di superare il successo del 2019. Quell’anno scesero in strada in tutta la Svizzera circa mezzo milione di persone. Anche le associazioni femminili legate alle chiese mobilitarono le proprie aderenti. Il loro segno di riconoscimento era una spilla rosa con il motto “Parità. Punto. Amen”. È difficile stimare quanto sarà folta la partecipazione delle chiese quest’anno.
Per le “Donne evangeliche in Svizzera” (EFS) era chiaro sin dall’inizio che avrebbero partecipato anche quest’anno. Sebbene adesso lo sciopero si chiami “Sciopero femminista” e il comitato organizzativo sia composto essenzialmente da rappresentanti dei sindacati e della sinistra politica: “Chiaramente condividiamo le richieste di parità salariale e conciliabilità tra vita familiare e vita professionale e l’impegno contro la violenza sulle donne”, afferma Gabriela Allemann, presidente delle “Donne evangeliche in Svizzera”.
Diversamente dal 2019, la EFS proporrà a Berna un proprio programma ecclesiale. Il comitato organizzativo ecumenico ha ripreso il motto del 2019: “Parità. Punto. Amen”. Allemann è convinta: “Un approccio congiunto è sensato”. Non tutte le donne hanno familiarità con le grandi manifestazioni e ciò incoraggia a mettersi in cammino insieme.
Il 14 giugno alle ore 14, quindi, le donne cristiane si ritroveranno intorno a una tavola rotonda allestita nellaHeiliggeistkirche di Berna per discutere sulle “posizioni relative alla parità di genere nell’attuale politica ecclesiastica”. Successivamente le donne sono invitate a dipingere striscioni o provare cori di protesta in vista della grande manifestazione delle ore 17.30.
Anche la consigliera sinodale bernese Ursula Marti parteciperà alla tavola rotonda del 14 giugno a Berna. Non ha alcun problema ad aderire alle richieste dello sciopero femminista. “Si tratta di essere solidali con tutti e tutte coloro che sono sotto pressione nella società”, afferma. Si tratta di povertà, razzismo, sessismo e di pari diritti per tutti i generi. Le istanze LGBTIQ+, per esempio, sono ancora un terreno nuovo per le chiese. Malgrado tutti i progressi compiuti, ritiene che la Chiesa riformata abbia necessità di agire.
Per esempio in relazione all’equivalenza delle cariche. È convinzione di Marti che dovrebbe essere ulteriormente promossa. “Sussiste per esempio l’esigenza che il lavoro socio-diaconale e catechetico venga regolato e valorizzato in modo omogeneo in rapporti di lavoro adeguati, analogamente al ministero pastorale”. Ciò ha molto a che fare con la parità di genere e con i modelli di ruolo. “Sono ancora soprattutto le donne a occuparsi di compiti sociali e pedagogici – nelle rispettive professioni come anche nel volontariato”.
La pastora Allemann è sulla stessa linea. Apprezza i progressi compiuti dalle chiese riformate. Nove chiese cantonali su 25 sono oggi presiedute da donne. E la Chiesa evangelica riformata in Svizzera è guidata da una donna. Le chiese hanno sviluppato piani di protezione contro le violazioni dei limiti e la parità salariale è ampiamente garantita.
Tuttavia, secondo Allemann, sono necessari miglioramenti, per esempio nell’ambito della conciliabilità tra vita professionale e vita privata. E nel riconoscimento del lavoro di cura, che nelle chiese continua a essere svolto prevalentemente da donne e su base volontaria. Una istanza per lei importante resta quella di “un riorientamento consapevole verso le teologie femministe”. C’è ancora molto da fare al riguardo, per esempio affermarne l’insegnamento nelle facoltà di teologia ma anche negli altri istituti di formazione, sostiene Allemann. “Proprio in considerazione della crisi climatica abbiamo bisogno di questa teologia che rende possibile un rapporto più consapevole con la creazione”. (www.offene-kirche.ch) (stralci da reformiert.info; trad.: G. M. Schmitt; adat.: G. Courtens)
(La EFS ha preparato un opuscolo prendendo spunto dal versetto: “Per una vita in abbondanza”. È possibile scaricarlo qui in tedesco).