Rita Famos delusa dalla vista di Sauca a Kirill

La presidente dei protestanti svizzeri critica il Consiglio Ecumenico

24 ottobre 2022

Rita Famos, presidente della Chiesa evangelica riformata in Svizzera (foto: Christoph Knoch)

(gc/ve) L’incontro tra il Patriarca ortodosso russo Kirill e il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) padre Ioan Sauca, tenutosi una settimana fa a Mosca, ha suscitato diverse critiche.
Kirill nell’incontro ha detto che non esiste guerra santa, tranne quando “si deve difendere se stessi e la propria vita o dare la propria vita per quella degli altri”. In tal caso, “le cose sono diverse”. Confondendo l'aggressore e l'aggredito, Kirill ha confermato il suo ben noto atteggiamento vittimistico.
Le chiese oggi "non devono buttare altra benzina sul fuoco", ha aggiunto il patriarca ortodosso russo, e a Sauca ha detto: “Dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per spegnere l'incendio. Da questo punto di vista il Consiglio ecumenico riveste una funzione molto importante". 
"Il motivo per cui siamo venuti qui è vedere cosa possiamo fare insieme per fermare lo spargimento di sangue e il pericolo di un conflitto nucleare", ha detto invece padre Sauca a Kirill.

La delegazione del Consiglio ecumenico in visita al Patriarcato di Mosca (17 ottobre 2022, foto: Patriarcato di Mosca)

Rita Famos "esterrefatta"

In un post pubblicato sul suo profilo Facebook, la pastora Rita Famos, presidente della Chiesa evangelica riformata in Svizzera (CERiS) ha affermato - come si apprende da ref.ch - di essere "esterrefatta dalla mancanza di coraggio" della delegazione del Consiglio ecumenico a Mosca. Il comportamento della delegazione del CEC, secondo la leader protestante elvetica, è stato inoltre "irrispettoso" della posizione espressa dall’Assemblea generale del CEC, che con un documento ufficiale ha descritto la guerra in Ucraina come frutto di un'invasione da parte della Federazione russa, definendo quest’ultima come aggressore.
Scrive la pastora Famos: le "parole ipocrite" di Kirill non sono state confutate nel corso dell’incontro. Anzi, i rappresentanti del CEC hanno “corteggiato” il patriarca. “Dov'è la condanna degli attacchi dei droni contro i civili e le infrastrutture civili? Dov'è la critica all'annessione in violazione del diritto internazionale?”, si chiede Famos. Un dialogo che confonde e offusca non è un vero scambio ed è inutile, scrive ancora la presidente, secondo cui “questo viaggio ha mancato l'obiettivo". Inoltre, non è piaciuto a Rita Famos il fatto che la delegazione del CEC fosse composta da soli uomini. Ricordando che vi sono autorevoli donne nella leadership del CEC, ha lamentato il fatto che “questo incontro ha promosso in modo intollerabile l'immaginario patriarcale”.

Ferrario: incontro comunque importante

Intervenuto ieri a “Chiese in diretta”, settimanale ecumenico di informazione religiosa della prima rete radiofonica della RSI, il teologo valdese Fulvio Ferrario, profondo conoscitore del movimento ecumenico, ha sottolineato comunque l’importanza di questo incontro, seppure “con i suoi limiti”. Per quanto riguarda l’affermazione di Kirill: “le chiese non devono buttare benzina sul fuoco”, Ferrario ha detto: “Credo che sia vero, e valga anche per la chiese occidentali. Cioè: non si tratta di appassionarci a giochi di guerra. Fino ad adesso Kirill tuttavia ha fatto il contrario, cioè ha esattamente buttato benzina sul fuoco. Prendiamo per buona la sua affermazione, ma non la misuriamo su ciò che egli ha fatto”.

Bartolomeo, Patriarca ecumenico di Costantinopoli (foto: Wikimedia Commons)

Bartolomeo: Kirill si dimetta

In una intervista pubblicata in questi giorni sul portale cattolico statunitense "The Pillar", il Patriarca ecumenico Bartolomeo di Costantinopoli ha ribadito le sue critiche al Patriarca di Mosca: sarebbe meglio che Kirill si dimettesse, piuttosto che sostenere la guerra e sottostare alle ambizioni politiche di Vladimir Putin. Bartolomeo ha "ripetutamente condannato l'aggressione e la violenza" e allo stesso tempo ha "insistentemente e fraternamente" fatto appello al Patriarca di Mosca affinché separi la sua posizione dai crimini politici, anche a costo di dimettersi dal suo incarico. Intanto, il Patriarca ecumenico ha detto di sperare che le difficoltà tra Mosca e Costantinopoli potranno trovare una soluzione.

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