La guerra non è santa, ma può essere giustificata

Lo ha detto il patriarca Kirill al segretario del Consiglio ecumenico

19 ottobre 2022

17 ottobre 2022, padre Ioan Sauca, segretario generale ad interim del Consiglio ecumenico delle chiese, e il metropolita Kirill del Patriarcato di Mosca e di tutte le Russie (foto: Patriarcato di Mosca)

(gc/ve) Il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) aveva diffuso la notizia lo scorso 17 ottobre: si sono incontrati a Mosca il metropolita Kirill, Patriarca della chiesa ortodossa russa, e il segretario generale ad interim del CEC, padre Ioan Sauca della chiesa ortodossa romena. Durante l’incontro, che si è svolto presso la residenza patriarcale nel monastero di San Daniele, padre Sauca ha espresso a Kirill la preoccupazione delle chiese membro del CEC per la guerra in Ucraina, mentre il patriarca, per parte sua, ha dichiarato che la guerra non può essere mai santa. Ma ha aggiunto un ma, ... e dal suo "ma" si potrebbe dedurre che Kirill stia confondendo il carnefice e la vittima, l'aggressore e l'aggredito, chi si difende e chi attacca: "Ma quando si deve difendere se stessi e la propria vita o dare la propria vita per quella degli altri, le cose sono diverse", avrebbe affermato il Patriarca Kirill.

La chiesa ortodossa russa è la più grande chiesa membro del CEC; quest'ultimo raccoglie 350 chiese evangeliche, anglicane, veterocattoliche e ortodosse in tutto il mondo, con sede a Ginevra. L’incontro si è svolto in un momento di massima intensificazione della guerra voluta da Vladimir Putin contro l’Ucraina.

Il tema della guerra è stato discusso durante la recente Assemblea generale del CEC svoltasi a Karlsruhe (Germania), da cui è scaturito un documento intitolato: "Guerra in Ucraina, pace e giustizia nella regione europea", e che definisce l'invasione russa dell'Ucraina come "illegale e ingiustificabile". La risoluzione, approvata dall’Assemblea del CEC l’8 settembre scorso, lo stesso giorno è stata respinta dalla delegazione russa a Karlsruhe per mezzo di un comunicato stampa del Patriarcato di Mosca.
Riportiamo di seguito il comunicato stampa diffuso oggi dal CEC.

<< Sua Santità il Patriarca Kirill e il segretario generale ad interim del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC), Padre Ioan Sauca, si sono incontrati il 17 ottobre a Mosca, discutendo di come le chiese siano chiamate ad essere costruttrici di pace.

All'incontro, che si è svolto presso la residenza patriarcale nel monastero di San Daniele, hanno partecipato anche il metropolita Antony di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne (DREE) del Patriarcato di Mosca; l'archimandrita Philaret (Bulekov), vicepresidente del DREE; padre Mikhail Gundyaev, rappresentante del Patriarcato di Mosca presso il CEC e le organizzazioni internazionali a Ginevra; lo Ieromonaco Stefan (Igumnov), segretario del DREE per le relazioni intercristiane; e il professore e pastore Benjamin Simon, responsabile del programma del CEC per le relazioni con le chiese.

Oltre alla conversazione pubblica, il Patriarca Kirill e Padre Sauca hanno avuto un'udienza privata per discutere di questioni ortodosse.

Il Patriarca Kirill ha dato il benvenuto agli ospiti dicendo: "Apprezzo che siate venuti in Russia in questi tempi difficili per incontrare me e il mio popolo e parlare delle difficili relazioni internazionali in cui viviamo e con cui ci confrontiamo oggi, che naturalmente influenzano anche le nostre relazioni interconfessionali".

Padre Sauca ha ringraziato il capo della Chiesa ortodossa russa per l'incontro e ha detto: "I membri della nostra organizzazione guardano con grande interesse e speranza a questa visita", spiegando che la delegazione del CEC è venuta a Mosca in seguito al mandato ricevuto dal Comitato centrale del CEC di visitare le chiese membro con "ferite sanguinanti". Queste visite hanno incluso il Medio Oriente - Siria, Libano, Israele e Palestina - e poi l'Ucraina e ora la Russia.

"Siete a conoscenza delle preoccupazioni" che le chiese membro del CEC nutrono nei confronti della guerra tra Russia e Ucraina, ha detto padre Sauca, "e delle nostre dichiarazioni di condanna della guerra e della violenza che abbiamo fatto nei nostri organi di governo - dichiarazioni che sono state elaborate con la partecipazione di delegati della Chiesa ortodossa russa".

Padre Sauca ha espresso la sua gratitudine per la precedente corrispondenza con il Patriarca Kirill.

"Il motivo per cui siamo venuti qui è vedere cosa possiamo fare insieme per costruire ponti di pace e riconciliazione e fermare lo spargimento di sangue e il pericolo di una conflagrazione nucleare", ha detto padre Sauca. "Penso che sarebbe molto utile ora fare la stessa dichiarazione, dicendo chiaramente al mondo quello che voi avete detto a noi, qui, oggi: fermare lo spargimento di sangue, fermare le uccisioni, fermare la distruzione delle infrastrutture, cercare la pace e la riconciliazione". Questo aiuterà molto il mondo e anche la Chiesa ortodossa, ha detto padre Sauca al patriarca Kirill, "e renderà chiara la sua posizione personale nei confronti della guerra".

Il patriarca ha dichiarato di non pensare che nessuna chiesa o cristiano possa avere una posizione di sostegno alle guerre e alle uccisioni, e che le chiese "sono chiamate a essere costruttrici di pace e a difendere e proteggere la vita", ha detto. "La guerra non può essere santa". Ma quando si deve difendere se stessi e la propria vita o dare la propria vita per quella degli altri, le cose sono diverse, ha affermato il Patriarca Kirill. "Abbiamo tanti esempi nella nostra storia cristiana", ha detto. "Tuttavia, come operatori di pace dobbiamo fare tutti gli sforzi per portare la pace attraverso il dialogo ed evitare qualsiasi conflitto o violenza".

Il Patriarca Kirill ha aggiunto che i tempi in cui viviamo oggi sono molto difficili, ma queste difficoltà non provengono dalle chiese, "ma dal contesto politico, che oggi costituisce un pericolo estremo". Le chiese oggi "non devono buttare altra benzina sul fuoco", ha aggiunto. Al contrario, dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per spegnere l'incendio. A questo proposito, il CEC riveste una funzione molto importante". >>

Un momento dell'incontro tra la delegazione del CEC e rappresentanti del Patriarcato di Mosca del 17 ottobre 2022 (foto: Patriarcato di Mosca)

Al seguente link il CEC mette a disposizione in inglese una più dettagliata versione di quanto è stato detto nel corso dell'incontro: https://www.oikoumene.org/resources/documents/wcc-communique-his-holiness-patriarch-kirill-meets-with-wcc-acting-general-secretary 

In particolare, il patriarca Kirill, interpellato sul suo concetto di "guerra metafisca" a cui a più riprese ha fatto riferimento in questi mesi, ha risposto: "La guerra metafisica non ha nulla a che fare con le uccisioni fisiche o con il conflitto in Ucraina. È un riferimento a una citazione di San Paolo (Efesini 6,12) che dice che la nostra lotta non è contro la carne e il sangue, ma contro le potenze e le autorità oscure del mondo che contrastano i valori del Vangelo. E tali poteri sono presenti ovunque, non solo in Occidente. La mia opinione è che la nostra chiamata e vocazione sia quella di testimoniare e difendere pacificamente ma con coraggio i valori del Vangelo che modellano la nostra vita". 

 

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