Matrimonio per tutt*, in quali Paesi è già previsto?

La Svizzera è fanalino di coda dei paesi dell’Europa occidentale

15 settembre 2021

foto: Sofia Hernandez/unsplash

In occasione della prossima votazione federale del 26 settembre sul “matrimonio civile per tutte e tutti”, la testata ref.ch ha stilato una panoramica sui paesi d’Europa e del mondo in cui lesbiche e gay possono sposarsi. La riproponiamo qui:

(Heimito Nollé) Fu un momento storico: il 1. aprile 2001, poco dopo la mezzanotte, nel municipio di Amsterdam tre coppie gay e una coppia lesbica pronunciarono il fatidico sì. Il primo paese al mondo ad aprire al matrimonio per tutti e tutte e a concedere a coppie omosessuali il diritto di adottare bambini, furono i Paesi Bassi. Poco tempo dopo seguirono il Belgio (2003) e la Spagna (2005), e attualmente quasi tutti i paesi dell’Europa occidentale permettono alle coppie costituite da individui dello stesso sesso di convolare a nozze. Fanno eccezione soltanto l’Italia e la Svizzera (ma in ambedue i paesi esistono forme di unioni civili per coppie dello stesso sesso, ndr.). Persino la cattolicissima Irlanda ha nel frattempo consentito alle coppie dello stesso sesso di unirsi nel vincolo del matrimonio.

Un lungo processo 

Per la politologa Martina Mousson dell’istituto demoscopico gfs.bern, ciò ha a che fare principalmente con il sistema politico. In generale la Svizzera non spicca per la velocità con la quale vengono prese le decisioni politiche. Lo dimostra, per esempio, l’introduzione tardiva del suffragio femminile. “Non è che si vogliano chiudere gli occhi davanti alle questioni di politica sociale, ma con il nostro sistema a più livelli i processi decisionali possono andare per le lunghe”, dice Mousson. Perciò, dopo il deposito nel 2013 dell’iniziativa parlamentare a favore dell’equiparazione tra coppie etero- e omosessuali c’è voluto diverso tempo prima che la commissione competente se ne occupasse.

Buone probabilità che la Svizzera dica “sì”

I più recenti sondaggi indicano che il 26 settembre l’oggetto verrà accettato. Con la Svizzera diventerebbero 29 i paesi nel mondo in cui le coppie omosessuali hanno la possibilità di sposarsi civilmente. La maggior parte dei paesi in cui il matrimonio per tutti e tutte è permesso si trovano nell’Europa occidentale e in America del nord e del sud; anche in Australia e in Nuova Zelanda gli omosessuali hanno la possibilità di sposarsi. I matrimoni tra persone dello stesso sesso non sono invece possibili nei paesi dell’Europa orientale, africani, arabi e asiatici.

Percorsi accidentati 

Tuttavia, non è stata incontrastata nemmeno in Occidente l’apertura del matrimonio per tutti e tutte. Quasi ovunque si è arrivati al conflitto politico sulla questione. In Francia prima e dopo l’approvazione della legge nell’aprile del 2013, centinaia di migliaia di persone si sono radunate in tutto il paese per protestare, arrivando persino a minacciare di morte i sostenitori. In Germania c’è stata resistenza politica in particolare da parte della CDU/CSU. Dopo che il 30 giugno 2017 il Bundestag si è pronunciato a favore del “matrimonio per tutti” lo Stato libero di Baviera ha persino preso in considerazione un ricorso per incostituzionalità.
È interessante notare che soltanto in Irlanda è stato il voto popolare a decidere sull’apertura del matrimonio per tutti. Il 22 maggio 2015 le e gli irlandesi si sono pronunciati a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso con l’agevole maggioranza di circa il 62% dei votanti.

Scarso consenso in Europa orientale

Ben peggiore, invece, lo stato dei diritti degli omosessuali nei paesi dell’Europa orientale. Nella classifica dell’organizzazione non governativa ILGA, che misura i diritti delle persone LGBTIQ in Europa, sono fanalini di coda Polonia, Bielorussia e Russia. Di recente ha causato indignazione nell’Unione europea una legge con cui il premier ungherese Viktor Orbán intende impedire la cosiddetta “propaganda omosessuale”. Anche in altri paesi dell’Europa orientale le organizzazioni LGBTIQ lamentano discriminazione e persecuzione. Di conseguenza il “matrimonio per tutti” non è finora riuscito a imporsi in nemmeno un paese dell’Europa orientale; soltanto sei Stati dispongono dell’istituto dell’unione registrata.
Secondo Roman Heggli, direttore dell’organizzazione svizzera di uomini gay e bisessuali Pink Cross, sono diversi i motivi alla base di questa situazione. La chiesa cattolica, per esempio, che è tradizionalmente contro il “matrimonio per tutti”, ha una forte influenza nei paesi dell’Europa dell’est. Ma anche certi sviluppi politici esercitano un ruolo. “Oggi accade spesso che si prendano consapevolmente le distanze dall’Occidente e non si intenda adottarne ogni innovazione”, dice Heggli. Lo preoccupano i governi conservatori di destra di molti paesi dell’Europa dell’est. “In Ungheria, per esempio, la situazione degli omosessuali è chiaramente peggiorata sotto Orbán. E anche per altri Stati sono poco ottimista”.
Da qualche tempo si scorgono indizi di un cambiamento di mentalità nella Repubblica ceca. Ad aprile di quest’anno una maggioranza della camera bassa si è pronunciata a favore di un disegno di legge volto a permettere il “matrimonio per tutti”. Allo stesso tempo, tuttavia, si discute una controproposta intesa a sancire la “natura” del matrimonio quale esclusiva unione tra un uomo e una donna. L’ultima parola sulla questione spetta al Senato.

Pena di morte per atti omosessuali

Altrove nel mondo la situazione è ancora più confusa. Dodici paesi in tutto permettono il matrimonio alle coppie omosessuali, tra questi il Canada, il Sudafrica, il Brasile, gli USA e - finora unico paese in Asia - Taiwan. In Messico vige una regolamentazione speciale in base alla quale singoli Stati federali permettono i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Tuttavia non dappertutto l’istituto del matrimonio estende agli omosessuali tutti i diritti di cui godono le coppie eterosessuali. In Cile, in Ecuador e in Messico, per esempio, non è loro concessa l’adozione di figli.
In molti paesi gli omosessuali vengono discriminati o osteggiati dal governo. Secondo ILGA World la sessualità omosessuale è perseguita penalmente in 69 Stati. Sei paesi (Brunei, Iran, Yemen, Mauritania, Nigeria e Arabia Saudita) prevedono addirittura la pena di morte per atti omosessuali.

Articoli correlati