Il medico che inventò i Giochi Paralimpici

Ludwig Guttmann sfuggì ai nazisti e si dedicò alla cura dei paraplegici

24 agosto 2021  |  Paolo Tognina

(foto: Arisa Chattasa, unsplash)

Prende il via oggi, a Tokyo, la sedicesima edizione dei Giochi paralimpici, la quadriennale competizione per atleti diversamente abili. Al pari delle Olimpiadi nipponiche, anche le Paralimpiadi sono state posticipate di un anno a causa della pandemia e si svolgono in assenza di pubblico. A sfilare, durante la cerimonia di apertura, delegazioni di 163 nazioni per un totale di 4400 atleti. Presente anche la bandiera dell'Afghanistan, nonostante gli atleti si siano ritirati dai Giochi a causa della cancellazione dei voli. In palio ci sono 440 medaglie in 22 discipline.

Un medico ebreo tedesco

Le prime Paralimpiadi si svolsero, in modo inufficiale, nel 1948, a Londra, città che quell'anno ospitò i Giochi Olimpici. Sedici atleti, uomini e donne, parteciparono a una gara di tiro  con l'arco, nella prima competizione paralimpica di sempre. A organizzare quella gara, disputata negli spazi di un centro specializzato nella cura di pazienti paraplegici, fu un medico ebreo di origine tedesca, Ludwig Guttmann. Fuggito dalla Germania poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, il medico curava i suoi pazienti attraverso allenamento fisico, ma anche mediante vera e propria pratica sportiva, dal tiro con l’arco alla piscina e alla palestra.

Ludwig Guttmann (foto: Australian Paralympic Committee)

Un pioniere della medicina

Guttmann era nato a Tost, nell’Alta Slesia, in Germania, nel 1899, dove ebbe modo di vedere i primi pazienti paraplegici, operai che lavoravano nelle miniere della regione. Studente di medicina a Freiburg, poi assistente di neurologia all’Università di Amburgo, nel 1933 perse il posto a causa dell'avvento del regime nazista e si trasferì all'ospedale ebraico di Breslau, di cui divenne direttore. Nel 1938, quando il clima per gli ebrei di Germania si fece irrespirabile, fuggì in Inghilterra.
Oltre Manica, il medico tedesco si dedicò negli anni seguenti ai pazienti paraplegici, particolarmente numerosi nell’esercito alleato e pressoché privi di cure adeguate. A Stoke Mandeville, un villaggio a un'ottantina di chilometri da Londra, creò il Centro nazionale di ricerca sulle lesioni al midollo spinale.

Il meglio degli uomini

“Si intrattiene con loro, ha la pazienza di ascoltarli, si sforza di comprenderli intimamente”, scrive Roberto Riccardi in una recente biografia di Guttermann, uscita in italiano, riferendosi al rapporto del medico con i suoi pazienti. “E poi, comincia ad aiutarli a superare i propri limiti: li mette seduti e comincia a farli giocare a palla”. Ma all’inizio lo scetticismo è tanto. “Quei pazienti sono degli storpi, dei moribondi. Te ne sei reso conto? Chi credi che siano?”, gli dicono i critici. “Loro sono il meglio degli uomini!”, risponde Guttmann con rabbia: una risposta, passata alla storia, da cui è stato tratto il film ‘The best of men’ prodotto nel 2012 dalla BBC.

Da Londra a Roma

Dopo la positiva, ma timida esperienza della gara di tiro con l'arco organizzata nel 1958, Guttmann diede vita, quattro anni più tardi, ai cosiddetti Giochi di Stoke Mandeville per persone con disabilità. Quell'iniziativa impressionò l'opinione pubblica, tanto che nel 1960, a Roma, in occasione dei Giochi olimpici, si ebbe la prima edizione ufficiale delle Paralimpiadi quadriennali.
Ludwig Guttmann morì nel 1980. "Un pioniere della medicina", lo definì alcuni anni fa la giornalista Rossella Tercatin, "ma soprattutto un pioniere della capacità di creare un’immagine forte e positiva di ciò che il mondo aveva sempre considerato malato e debole".

Suggerimento di lettura:

Roberto Riccardi, Un cuore da campione. Storia di Ludwig Guttmann inventore delle Paralimpiadi, Giuntina

Articoli correlati