Cultura protestante e nascita dello sport moderno

I puritani all'origine della pallacanestro, della pallavolo e del fairplay

14 giugno 2021  |  Yann Redalié

Il giocatore di Football George Wilson (foto Wikipedia)

Lo sport moderno nasce nell’Inghilterra dell’Ottocento, da dove si diffonderà in Europa e nel mondo. Molti fattori contribuiscono a questo fenomeno. Lo sviluppo della società industriale ha trasformato l’attività sportiva a sua immagine, introducendo l’agonismo, proponendo traguardi da raggiungere e record da battere. Ma anche la tradizione protestante - dalla Riforma del 16. secolo fino a oggi - ha contribuito alla nascita dello sport moderno.

La Riforma protestante e il corpo

La riforma protestante del Cinquecento intende ritornare alle fonti evangeliche. Non si tratta di un ritorno all’antico, bensì di un ritorno alla radice biblica alla luce di nuove domande. Un ritorno contrassegnato da un doppio movimento: da un lato, la desacralizzazione che toglie il muro che separa il mondo clericale - i suoi poteri, la sua lingua, le parole e i gesti sacri - dal mondo profano; dall’altro, la valorizzazione dei singoli nei propri lavori e nelle attività quotidiane, diventati luoghi della propria vocazione. Ciascuno è chiamato a formarsi per affrontare la propria responsabilità di soggetto, ciò che qualificherà il protestantesimo come progetto educativo in una nuova prospettiva nelle relazioni con Dio, con il mondo, con gli altri, nella quale si rinnova anche la relazione al corpo.

Contrariamente a un luogo comune, i protestanti non hanno mai disprezzato il corpo.

 — Yann Redalié

Da un canto, il protestantesimo ha insistito sul corpo creazione buona di Dio, luogo della sua presenza nel mondo. D’altro canto, ha rafforzato il legame etico alla teologia: il corpo umano è tempio di Dio, e il cristiano, chiamato alla santificazione, diffiderà della propensione del suo corpo a rimanere carnale. Liberato dalla grazia, il cristiano è libero di vivere il corpo santamente.

Progetti educativi

Già nel 16. secolo Martin Bucero, a Strasburgo, e Ulrich Zwingli, a Zurigo, hanno dato legittimazione agli esercizi corporei nell’educazione dei giovani. Amos Comenius (1592-1670), teologo e pedagogo della Chiesa dei Fratelli Moravi di Boemia, inserisce la ginnastica nel progetto scolastico protestante applicato in diversi paesi europei e che sarà poi sviluppato dalle correnti pietistiche ulteriori, e colloca l’esercizio corporeo nella gestione equilibrata del tempo di una giornata, articolato in otto ore per dormire, otto per lavorare e otto per mangiare, pulire il corpo e ricrearsi.
Se l’esercizio corporeo e la ginnastica vengono fin dall’inizio integrati nei progetti scolastici protestanti, c’è diffidenza e disprezzo delle chiese per la sensualità dei giochi popolari tradizionali, perlopiù giochi di forza e di lotta, spesso accompagnati da eccessi e brutalità.

La cultura puritana ha influito sulla trasformazione dei giochi popolari in sport di competizione.

 — Yann Redalié

Una felicità vissuta attraverso la disciplina, il lavoro e l’applicazione fornisce un terreno propizio alla “sportificazione” dei giochi tradizionali. Vale a dire alla trasformazione che istituzionalizza l’attività, la delocalizza, definendo delle regole valide per tutti quelli che la praticano (tempo, terreno, numero dei partecipanti), e mette l’accento sull’abilità più che sulla forza, riducendo il tasso di violenza e istituendo delle istanze di controllo.

Rinfrescare corpo e spirito

I puritani non pensano solo a lavorare, insistono anche sulla necessità di avere tempi ricreativi onesti. Rinfrescare il corpo e lo spirito è necessario, dice William Perkins in un’opera di morale teologica pratica, “perché la natura dell’uomo è come un arco che, ad essere sempre in tensione e utilizzato, finisce per rompersi in pezzi”. Richard Baxter, in un capitolo dedicato alle “Direzioni relative allo sport e alle ricreazioni”, li dichiara non solo legittimi ma anche un vero dovere. Se la ricreazione è necessaria, l’ozio è il nemico. “Il corpo ozioso e la mente oziosa sono bottega del diavolo; il mare se non fosse in movimento, andrebbe in putrefazione. E il corpo, se non si muove, genera malattie. Ora, le persone oziose e indolenti sono un mare di corruzione”.

Per i puritani l’attività sportiva serve a rafforzare il corpo, mantenere la vita, preservare la salute, allontanare la malattia.

 — Yann Redalié

Per i puritani, il tempo è un dono prezioso di Dio, deve essere perciò ben utilizzato. Questo porta a un nuovo atteggiamento verso lo sport. Già nel 1731, l’orologio viene usato per eventi sportivi in Inghilterra, ciò che sviluppa anche la competizione e l’idea dei record. Evoluzione non prevista, questo interesse per il tempo verrà presto messo a profitto con le scommesse, particolarmente legate alle corse di cavalli. Ma già nel 1788 la folla si raduna per assistere al tentativo di un corridore a piedi di nome Evans di battere il record dell’ora nell’ippodromo di New Market.

Il cristianesimo “muscolare”

Se l’influenza puritana rappresenta un fattore di trasformazione culturale, sarà la Rivoluzione industriale il fattore decisivo nella nascita dello sport moderno. Più tempo libero disponibile per le classi medie, allungamento del tempo dedicato alla formazione delle giovani élite, spostamento dalle campagne alla città, con una forte urbanizzazione, riscoperta della natura come valore, trasferimento di masse di giovani lavoratori nei grandi centri industriali. La gioventù emerge come gruppo sociale.

In ambito protestante, nell’Inghilterra del decennio 1840-50, si diffonde il movimento della “Muscular Christianity”.

 — Yann Redalié

All’origine ci sono i romanzi di Charles Kingsley che valorizzano il coraggio e la forza fisica, la buona salute, ma anche l’amore della natura, la capacità di resistenza, la moderazione, l’autocontrollo, il patriottismo e l’onore. In questo panorama, la pratica di uno sport si carica di virtù. Contribuisce alla salute morale, insegna a saper perdere e a essere felici per la vittoria dell’altro. Il movimento critica un cristianesimo edulcorato, “senza spina dorsale”, e dipinge un Gesù virile, carpentiere vigoroso, dotato di una buona salute che gli permette di resistere per quaranta giorni nel deserto, abbastanza aggressivo per rovesciare i tavoli dei cambiavalute del Tempio di Gerusalemme.
In questo quadro, le chiese diffondono il football tra i giovani e gli operai mentre i valori dell’epoca vittoriana - fair play, lealtà, disciplina, rispetto delle regole, del corpo, dell’avversario, gioia, fedeltà, spirito di squadra, umiltà - entrano a far parte dello sport. I diversi movimenti che nasceranno tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento saranno segnati da questa impronta virile: Young Men Christian Association (YMCA 1844), Esercito della salvezza (1879), Boy Scout (inizio Novecento).

Giovani cristiani YMCA

La Young Men Christian Association nasce a Londra a metà Ottocento come risposta ai bisogni dei giovani venuti dalle campagne per lavorare nelle industrie delle grandi città. Oltre al duro lavoro (10-12 ore al giorno, sei giorni alla settimana), le condizioni abitative sono malsane. Come luogo del poco tempo libero, la strada offre giochi di carte e d’azzardo, l’alcool, la violenza, la prostituzione e poco altro. George Williams (1821-1905), commesso in un “draper’s shop”, fonda la prima YMCA nel 1844, con lo scopo di provvedere ai bisogni spirituali dei giovani uomini. Il movimento si diffonde rapidamente nel Regno Unito e fin dal 1851 attraversa l’Atlantico. La sua originalità, oltre all’insistenza sull’aiuto sociale, consiste nella sua volontà di superare le barriere che separano le confessioni religiose, le classi sociali e le nazionalità.

Due motti a connotazione teologica sintetizzano la prospettiva dell'YMCA: “il corpo è un tempio” e “the holy man must be a whole man”.

 — Yann Redalié

Mentre in Europa il movimento è più riluttante a sviluppare attività fisiche, negli USA fin dal 1860 si raccomanda, per lo sviluppo della personalità, di costruire centri YMCA con palestre e piscine come alternative positive alle tentazioni della strada. Milioni di persone vengono introdotte allo sport attraverso la YMCA. E sarà nelle scuole di formazione della YMCA che saranno inventati il basketball e il volleyball (la pallacanestro nasce nel 1891, ad opera dello studente in teologia James Naismith; la pallavolo è stata inventata nel 1895 da William Morgan).

Billy Sunday, ex giocatore di baseball divenuto predicatore

Spirito, mente e corpo

Fin dalle sue origini, la tradizione protestante ha messo l’accento sul carattere educativo dell’attività sportiva. Nella concezione protestante, lo sport, oltre che mezzo per trattenere i giovani in un movimento di evangelizzazione, appare come una vera azione morale e spirituale che da un lato ha assorbito i valori dell’insegnamento stoico (moderazione, autodisciplina, autocontrollo) e dall’altro rende consapevoli, sulla scorta degli insegnamenti dell’apostolo Paolo, che il traguardo e l’origine sono altrove: nell’evangelo, in Cristo.

La ginnastica, lo sport e i giochi, le gare e i campi celano tensioni morali: sono raggi luminosi, ma il sole è e rimane nel Vangelo.

 — Yann Redalié

Il progetto indicato dalla YMCA è universale e globale. Da un lato, viene presa in considerazione la persona intera, “the whole man”, spirito, mente e corpo. D’altro lato, l’attività sportiva ha una funzione di integrazione che si propone di rinnovare la relazione tra i ceti sociali, le appartenenze nazionali, le confessioni religiose. Questa funzione di integrazione individuale e sociale è oggi molto sentita nelle nostre società sempre più segnate dalle diversità etniche, culturali e religiose. Anche qui, gli episodi di violenza esplosi all’occasione di manifestazioni sportive ci ricordano che niente è mai acquisito e che è compito di tutti non solo resistere a ogni deriva, ma anche promuovere nuove iniziative in questa direzione. (da Protestantesimo 1/2006, adatt. Paolo Tognina).

Temi correlati

sport protestantesimo Riforma

Articoli correlati