Ecologia. Chiesa riformata sempre più verde

Con ecoeglise.ch per una transizione ecologica delle chiese romande

08 novembre 2020  |  Marie Destraz

Dallo scorso 4 ottobre è online la piattaforma ecoeglise.ch. “L’obiettivo della piattaforma è di incoraggiare e di sensibilizzare i cristiani riguardo all’emergenza climatica”, spiega Lara-Florine Schmid, coordinatrice tecnica della piattaforma. Uno strumento che arriva al momento giusto. “La presa di coscienza è sempre più diffusa nelle comunità cristiane, ma trasformarla in azioni concrete si rivela più complicato”.
Per aderire alla piattaforma sono sufficienti tre persone e un contributo annuale di 200 franchi. Dopo l'adesione, la comunità viene sottoposta a una ecodiagnosi basata su cinque criteri: celebrazioni e insegnamenti, edifici, terreno, impegno locale e globale e stile di vita. Sulla base delle risposte fornite, la comunità ottiene un punteggio al quale corrispondono schede esplicative, esempi e consigli per iniziare la transizione.
Aderendo a ecoeglise.ch, le comunità stabiliscono esse stesse i propri obiettivi. Le più esigenti possono anche richiedere l’etichetta Gallo verde, una certificazione ISO14001. Più vincolante, questo certificato esige in particolare l’attuazione di un programma ambientale, corsi di formazione e un audit esterno.

Una piattaforma efficace
La piattaforma è il risultato di un progetto sostenuto dalle associazioni A Rocha e Stop Pauvreté, dalle organizzazioni solidali Pane per tutti e Sacrificio Quaresimale e dall'ufficio ecumenico Chiesa e ambiente, ispirato alle iniziative “Église verte” in Francia e “Eco church” in Gran Bretagna.
La Chiesa cattolica (VD, GE, NE, JU), la Rete evangelica svizzera e la Chiesa riformata vodese (EERV) hanno già aderito alla piattaforma e vi contribuiranno anche finanziariamente. L’EERV ha già stanziato 10.000 franchi per il 2020 e ne stanzierà altri 20.000 per il 2021.

Una Chiesa che si impegna
La Chiesa riformata vodese considera la piattaforma ecoeglise.ch come un elemento del proprio piano di transizione ecologica e sociale che prevede un forte impegno per la salvaguardia del Creato. Ma l’EERV concepisce la transizione anche come transizione interiore, un elemento che secondo il consigliere sinodale Emmanuel Jeger manca alla nuova piattaforma. “Lavoriamo per un cambiamento di comportamento. Le persone hanno bisogno di gesti concreti, ma non si tratta unicamente di non usare più bicchieri di plastica in occasione delle feste parrocchiali”. E aggiunge: “Si tratta di responsabilizzare e non di colpevolizzare”.
“L’EERV si impegna finalmente in quanto istituzione”, dice Sylvain Durgnat, pastore dell’EERV. Nel 2007, dopo una formazione in ecologia e scienze ambientali, è diventato il delegato del Consiglio sinodale per le questioni ambientali. Oggi vede la possibilità di un collegamento in rete tramite ecoeglise.ch come un’opportunità. Sperando che nuove preoccupazioni come questioni finanziarie o rimpasti ministeriali non mettano in ombra la buona volontà dell’esecutivo. (ProtestInfo; trad. it. G. M. Schmitt; adat. P. Tognina)

Articoli correlati