Conferenza ecumenica internazionale ad Assisi
(ve/gc) Una festività annuale in cui tutte le chiese del mondo possano celebrare ecumenicamente la creazione: questo è l’intento dell’iniziativa “Festa del Creato”, un progetto teso ad introdurre una nuova festività nel calendario liturgico di tutte le tradizioni cristiane. La ricorrenza cadrebbe sul 1° settembre già oggi il giorno dell’anno che segna l’inizio del “Tempo del Creato”, periodo liturgico che da più di trent’anni viene celebrato ecumenicamente dal 1. settembre al 4 ottobre.
"Se vogliamo mobilitare la Chiesa di Dio, e ci sono 2,4 miliardi di cristiani su questo pianeta, deve essere una festa riconosciuta da tutti e tutte, non solo dagli ecologisti o da coloro che si preoccupano del Creato", ha sottolineato la pastora anglicana Rachel Mash, co-coordinatrice per il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) del gruppo direttivo per il “Tempo del Creato”, nonché coordinatrice del Network ambientale della Comunione anglicana.
La tempistica di questa iniziativa ha un significato particolare, poiché nel 2025 ricorre il 1700. anniversario del Concilio di Nicea. Rachel Mash richiama l'attenzione su questo collegamento: “Condividiamo tutti il Credo niceno, le cui parole iniziali sono, ovviamente, ‘Crediamo in un solo Dio, il Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra’”, e fa notare che - mentre altri aspetti del Credo hanno feste corrispondenti (Natale, Pentecoste) - la professione di fede iniziale in Dio come Creatore manca di una celebrazione liturgica formale: “La ‘Festa della Creato’ colmerebbe questa lacuna”.
Se ne parla da oggi e fino al 7 maggio ad Assisi (Italia), in occasione di una conferenza internazionale, la seconda del genere, intitolata: "Centenario di Nicea e Giornata del Creato". Al centro dei lavori, il legame tra fede cristiana e giustizia climatica, con approfondimenti sul ruolo della Trinità nella creazione e sulla narrazione biblica della Genesi, in un’ottica ecumenica e interdisciplinare. I promotori di questa iniziativa, tra cui figurano il CEC e la Rete internazionale “Laudato sii”, ne sottolineano il significato come potenziale gesto di unità cristiana. Il progetto vede il sostegno della Comunione mondiale di chiese riformate, della Federazione luterana mondiale, della Comunione anglicana e del Consiglio metodista mondiale. (Per approfondimenti in inglese clicca qui).