Marcia per la vita a Zurigo

A Zurigo cristiani conservatori, cattolici ed evangelicali, scendono in piazza contro l'aborto e per la famiglia tradizionale

13 settembre 2019

(ve/pt) Gli organizzatori della "Marcia per la vita" ne sono convinti: quasi sempre l'aborto non è altro che un terribile atto di ingiustizia che provoca l'eliminazione di una vita. Il 14 settembre, a Zurigo, 13 associazioni cristiane riunite nell'ampio fronte Pro Life - composto in prevalenza da cattolici conservatori ed evangelicali - sfilano per protestare a favore del diritto alla vita dei portatori di Trisomia 21.

La polizia protegge il corteo

Fronte ecumenico conservatore
Tra i promotori della Marcia per la vita figurano la sezione svizzera del movimento americano Human Life International (che gode delle simpatie del vescovo di Coira Vitus Huonder e del nunzio Thomas Gullickson), il movimento evangelicale Gebet für die Schweiz e l'imprenditore del settore cioccolatiero Jürg Läderach, membro di una chiesa evangelica libera sangallese. Läderach fa parte della sezione svizzera di Christianity for Today che promuove un modello tradizionale di famiglia.

Una marcia ogni anno
La Marcia per la vita si svolge quasi tutti gli anni. Lo scorso anno ha portato in piazza 1500 persone, a Berna. Nel 2015, a Zurigo, i dimostranti furono oltre tremila. In entrambe le occasioni fu necessario un ampio spiegamento di polizia per proteggere i cortei dall'attacco di contromanifestanti di sinistra. La Marcia non chiede ufficialmente di vietare l'aborto, ma il sito dell'organizzazione indica il divieto dell'introduzione della gravidanza come obiettivo.

Critica dei riformati
Il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Svizzera si era espresso, nel 2001, a favore della soluzione dei termini. Ribadendo quella posizione, l'etico Frank Mathwig, interpellato dal mensile reformiert., ha dichiarato: "La Federazione difende il diritto delle donne di decidere sul proprio corpo".

Mathwig sottolinea tuttavia che il movimento per la vita ha il merito di richiamare l'attenzione sul fatto che l'aborto non va banalizzato. "Da un punto di vista cristiano l'interruzione di una gravidanza rimane un atto eccezionale". Detto questo, conclude l'etico, i difensori della vita non hanno il diritto di decidere al posto di una donna che si trova in una situazione di grave difficoltà.

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