Superare l’omobitransfobia

Il 22 maggio cristiane e cristiani pregano insieme a Lugano

15 maggio 2025

(ve/ln/gc) “La porta aperta” è il nome del gruppo che a Lugano, insieme all’Azione cattolica ticinese, promuove una veglia ecumenica di preghiera contro l’omobitransfobia. La veglia, aperta a tutti e tutte, inizialmente era in agenda il 21 maggio alla Basilica del Sacro Cuore ma, per motivi interni alla Diocesi di Lugano, è stata spostata al giorno successivo, giovedì 22 maggio nella chiesa riformata di viale Cattaneo 2.

No all’odio, sì all’inclusione

Il 17 maggio ricorre la “Giornata internazionale contro l’omo-, bi-, transfobia” istituita nel 2007. Molte comunità cristiane in tutto il mondo insieme a persone della comunità LGBTQI+ intorno a questa data ricordano con veglie di preghiera le vittime dell’omobitransfobia.
A Lugano il 22 maggio alle 20.30 si pregherà dunque insieme, cristiani e cristiane di diverse confessioni, per le persone che sono vittime di discriminazioni e violenze a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere. Il versetto biblico proposto per l’occasione è tratto dagli Atti degli Apostoli: “In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga” (10,34-35). Queste parole, pronunciate da Pietro nella casa di Cornelio, risuonano come un appello a tutte le comunità di credenti: Dio ci chiama ad abbandonare il pregiudizio e ad aprirci all’amore universale. Per i promotori si tratta di sensibilizzare le comunità cristiane affinché sia fatto spazio a tutti e tutte, per diventare “sempre più luoghi di accoglienza e sostegno verso le persone LGBTQI+”.

Ricucire il dialogo

Il progetto “La porta aperta – Spazi di inclusione” nasce in seno all’Azione cattolica ticinese (ACT) con l’obiettivo di ricucire il dialogo fra il mondo LGBTQ+ e la chiesa cattolica. Evidentemente un processo non semplicissimo, dato il cambio della sede reso noto ieri, ma i promotori sono determinati. Già prevedono anche l’anno prossimo di proporre un’analoga veglia, e anche l’anno successivo.
“Non abbiamo nessuna intenzione di ‘sdoganare’ alcun concetto contrario al Vangelo – si legge in una nota di ACT diffusa ieri - ma anzi di ribadire quello contenuto nel comandamento che Gesù ci ha lasciato: ‘che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi’. Gettare un seme e poi affidare a Gesù stesso la sua crescita, a Lui che ‘fa buone tutte le cose’”. E ancora: “Non abbiamo inventato nulla di nuovo ma solo deciso di aderire a un progetto promosso già da diversi anni in diverse diocesi italiane ed europee. Anche qui l’unico scopo è pregare affinché vengano superati in Ticino, in Svizzera e nel mondo, sentimenti di paura, di emarginazione e discriminazione di persone con diverso orientamento sessuale".

Ai critici: “Venite e partecipate!”

Tra le adesioni alla veglia anche quella della Chiesa evangelica riformata in Ticino (CERT). In questi giorni insieme alle adesioni sono arrivate anche critiche di realtà interne alle chiese, ma anche di natura politica, che non vedono di buon occhio questa iniziativa. Ma per Emilio Motta de “La porta aperta”, “prima di criticare bisogna capire di che cosa si tratta. Non proporremo alcun tipo di agenda ideologica o politica: ci si troverà per pregare insieme, per il superamento dei sentimenti di odio e di discriminazione nel mondo. Sappiamo – prosegue – che sui temi che toccano la fede ciascuno può avere i propri convincimenti, si tratta di argomenti delicati. Rispettiamo le diverse sensibilità. Il mio invito è: invece di spaventarsi, vale la pena venire alla veglia, che è aperta a tutti e tutte, per vedere coi propri occhi che si tratta semplicemente di una preghiera fatta tutti insieme per i nostri fratelli e sorelle in tutto il mondo che subiscono violenze e discriminazioni”. Per Emilio Motta l’aspetto ecumenico dell’iniziativa mostra che, “su questi temi, si può camminare insieme, pur appartenendo a confessioni cristiane diverse”.
Saranno presenti alla veglia il pastore riformato Daniele Campoli e la parroca Elisabetta Tisi, della Chiesa cattolica cristiana ticinese.

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