Russia. Leader battista fuggito dopo preghiera per la pace

Il pastore Yuri Sipko non ha rimorsi, la guerra va chiamata per quella che è

25 ottobre 2023

La chiesa centrale dei cristiani evangelici battisti di Mosca

(ve) Il pastore emerito Yuri Sipko (71), già presidente dell’Unione cristiana evangelica battista in Russia, ha lasciato il suo paese, scampando all’arresto per aver pregato pubblicamente per la pace in Ucraina e per aver criticato la guerra sulla rete. I fatti risalgono ai primi di agosto, ma già a febbraio di quest’anno, Sipko - che dal 2005 al 2010 era anche vicepresidente dell’Alleanza battista mondiale - aveva partecipato ad una veglia di preghiera virtuale per l’Ucraina. L’evento era stato organizzato dalla Mission Eurasia in concomitanza con il primo anniversario dell’invasione russa in Ucraina.
“In Russia la legge considera un crimine chiamare la guerra ‘guerra’ e non permette a nessuno di invocare la pace in Ucraina. Ma io ho pregato per la pace e ho detto che è un crimine lanciare missili e sganciare bombe sul popolo ucraino”, ha dichiarato Sipko a baptistnews, con l’ausilio di un interprete, durante un’intervista via zoom da una località tenuta segreta.
Secondo la Christian Network Europe (CNE) il pastore battista si troverebbe in Germania, dov'è arrivato dopo un viaggio a tappe: il 4 agosto ha dapprima percorso in macchina 700 chilometri da Mosca a Minsk, in Bielorussia, da dove ha preso un volo per Istanbul, per recarsi successivamente in Germania. 

Non restare zitti

Yuri Sipko

L’8 agosto, presso il suo domicilio moscovita, le forze dell’ordine si sono presentate con un mandato d’arresto, ma lui non c’era già più. Da allora figura nell’elenco delle persone più ricercate per aver diffuso “informazioni false” in merito all’invasione. “È terribile quando la parola ‘pace’ viene bandita dal vocabolario. In Russia è tutto alla rovescia!” ha dichiarato amareggiato a baptistnews, ricordando: “Sono nato quando Stalin era ancora vivo. Eravamo perseguitati e vedevamo i nostri nonni subire molestie a causa della loro fede. E noi bambini venivamo perseguitati perché avevamo genitori cristiani”.
A Sipko, che è stato a capo dell’Unione battista russa dal 2002 al 2010, la fede impone di continuare a protestare contro la guerra e a pregare per l’Ucraina: “Il Vangelo e il cristianesimo ci obbligano a non restare zitti. Gesù Cristo non stava zitto e gli apostoli non stavano zitti. Paolo non rimase in silenzio nemmeno quando era in carcere. Sto semplicemente seguendo l’esempio del Vangelo e di tanti grandi testimoni cristiani. Finché non mi imbavaglieranno continuerò a far sentire la mia voce”.

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