Sfide e opportunità del dialogo ecumenico

A Kappel (ZH) vertice con protestanti e cattolici svizzeri

01 dicembre 2022

Kappel am Albis, partecipanti al ritiro ecumenico tra protestanti e cattolici (foto: Julia Moreno, CES)

(ve/gc) “Affrontare insieme le sfide comuni”: con questa promessa si è conclusa presso il monastero di Kappel am Albis (ZH) un’intensa due giorni tra il Consiglio della Chiesa evangelica riformata in Svizzera (CERiS) e la Conferenza episcopale svizzera. L'incontro, svoltosi il 22 e 23 novembre, si è concentrato sulle opportunità e le sfide per le chiese in una società sempre più secolarizzata. Relatori di alto livello hanno introdotto temi di attualità: dalle cappellanie interconfessionali al rapporto tra religione e Stato, fino alla natura della cooperazione ecumenica.

Cappellania ad ampio raggio

In tema di cappellania sono intervenuti il professor Reinhold Bernhardt della Facoltà di Teologia dell'Università di Basilea e Annette Mayer-Gebhardt, cappellana del servizio sanitario della chiesa cattolica nel Cantone di Vaud. Dai loro interventi si è potuto evincere come i cappellani lavorano in un ambiente religioso vario e dinamico e forniscono sostegno spirituale a persone in diverse situazioni di vita, indipendentemente dalla loro origine o dal loro credo.

Fedi e Confederazione 

Per quanto riguarda il rapporto tra le comunità di fede e lo Stato, in Svizzera esso è organizzato secondo modelli diversi nei vari cantoni, ma ovunque è finalizzato alla “pace religiosa”, alla buona cooperazione e al coordinamento dell'impegno delle chiese e delle comunità religiose per il bene della società nel suo complesso. Tutti d’accordo nel dire che rimane una questione ancora aperta, quella relativa all'organizzazione di questa cooperazione a livello nazionale.

Trarre ispirazione dalla diversità

Sul fronte dei rapporti tra le singole confessioni sono intervenuti il prete cattolico Rolf Zumthurm e il pastore riformato Serge Fornerod, direttore per le relazioni esterne della CERiS. I due relatori si sono soffermati sulla realtà ecumenica in Svizzera, facendo notare come a livello della popolazione l'ecumenismo abbia superato da tempo i confini tra riformati e cattolici. A prescindere dalle differenze culturali, etniche e linguistiche, il messaggio cristiano continua evidentemente ad avere un fascino universale. Il messaggio dell'amore per il prossimo e della solidarietà con chi è in difficoltà, in fuga o minacciato dai cambiamenti climatici ed economici, arriva, così come arriva il grande sostegno che viene dato ai giovani, alle famiglie e agli anziani. Ne sono convinti i partecipanti al ritiro ecumenico. Tuttavia, per i due esperti di ecumenismo “con la crescente mescolanza della popolazione, aumenta anche la diversità delle comunità religiose cristiane. Le chiese dovrebbero trarre ispirazione da questa diversità”, hanno concluso.

Sì alla cooperazione

In conclusione, il Consiglio CERiS e la Conferenza dei vescovi hanno ribadito la loro volontà di continuare a lavorare insieme su questioni importanti, approfondendo la loro cooperazione in modo mirato, come si legge nel comunicato diffuso dalla CERiS. 

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