Pandemia. Risorgono miti cospirazionisti e antisemiti

La Federazione delle comunità israelite denuncia il Partito nazionalista svizzero

02 marzo 2021  |  Lucas Vuilleumier

Il Partito dei nazionalisti svizzeri (PNOS) ha recentemente ripubblicato, sulla propria rivista, i “Protocolli dei savi di Sion”. Si tratta di un testo violentemente antisemita che potrebbe beneficiare del periodo attuale, propizio alle teorie della cospirazione.

Protocolli dei savi di Sion

La distruzione della cristianità e la dominazione del mondo secondo un piano di conquista creato da ebrei e da massoni: ecco che cosa contengono i “Protocolli dei savi di Sion”, un documento al quale Adolf Hitler fa riferimento nel “Mein Kampf”.
Redatto dall’ufficio parigino dell’Okhrana, la polizia segreta degli zar, e pubblicato per la prima volta in Russia nel 1903, questo opuscolo è un falso, destinato a fomentare l’odio verso gli ebrei e a rilanciare i pogrom. Il Partito dei nazionalisti svizzeri, che lo ha appena ripubblicato nella sua rivista “Harus”, è quindi oggetto di una azione giudiziaria intentata dalla Federazione svizzera delle comunità israelite.

Pandemia e antisemitismo

Non è la prima volta che la FSCI presenta una denuncia contro i dirigenti di questo partito. Nel 2020 lo PNOS aveva riportato sul proprio sito una citazione che invocava la sterilizzazione forzata degli ebrei. Nel comunicato concernente l’ultima denuncia in ordine di tempo la FSCI ha rilevato che “soprattutto al tempo della pandemia di COVID-19 i miti cospirazionisti, compresi quelli di origine antisemita, hanno di nuovo guadagnato popolarità”.
Dopo che all’inizio di febbraio le sinagoghe di Ginevra e di Losanna sono state oggetto di atti antisemiti, l’insegnante e ricercatore dell’Università di Friburgo Pascal Wagner-Egger, esperto di credenze e teorie cospirazioniste, espone la sua analisi di un periodo propizio agli odi irrazionali.

Pascal Wagner-Egger (foto unifr.ch)
È possibile vedere un certo opportunismo da parte dello PNOS che pubblica questo testo nel clima attuale, propizio alla ricomparsa e alla creazione di tesi complottiste?

Penso di sì. L’infatuazione per le teorie del complotto che galvanizza l’attuale situazione di pandemia, in cui regnano incertezza e incomprensione, costituisce l’occasione per alcuni gruppi di spargere accuse senza prove. Di recente l’estrema destra si è spesso presentata alle manifestazioni contro l’obbligo della mascherina. La sua capacità di integrare ogni teoria cospirazionista le permette di essere tanto più potente e convincente. I QAnon, per esempio, si dichiarano apolitici, ma propagano tesi chiaramente di estrema destra. Nascondono il loro atteggiamento politico soltanto a se stessi: per capire dove si collochino, basta ascoltare le loro idee e le loro raccomandazioni di voto in favore di Donald Trump e i loro legami con i suprematisti bianchi. Se dunque i nazionalisti svizzeri tirano fuori questo testo è certamente per cavalcare l’onda, poiché la diffusa tendenza complottista può favorire un’eventuale adesione al loro partito o alle loro idee. Ho visto per esempio circolare post in cui si sottolineava la fede ebraica del presidente di Pfizer.

Non devono dunque stupire, benché suscitino ovviamente indignazione, fenomeni come i recenti attacchi contro alcune sinagoghe in Svizzera?

No, poiché la dinamica è simile al razzismo. E una situazione di stress collettivo come quella che stiamo vivendo fa emergere certe opinioni. Dall’inizio della pandemia si nota anche una forma di razzismo antiasiatico, poiché il virus è partito dalla Cina. È quindi chiaro che questi periodi di ansia favoriscono un ritorno all’irrazionale, il tutto dominato dall’idea di trovare un capro espiatorio, che si tratti dunque di minoranze etniche o religiose. Possono anche essere presi di mira governi, giornalisti, scienziati o certi laboratori. Non deve quindi stupire che queste credenze vengano attualmente riattivate. La nozione di “Deep State” (teoria cospirazionista secondo la quale il potere sarebbe detenuto segretamente da uno “Stato nello Stato”, ndr.), negli Stati Uniti, ha prodotto così una sventurata costellazione. Si accusano lo Stato, le banche, gli ebrei, i democratici. E accusandoli senza prove delle peggiori atrocità, come la pedofilia, non vi sono più limiti al sospetto paranoico.

Come spiega il fatto che nelle teorie complottiste emerga regolarmente l’antisemitismo?

Possiamo dire che in Europa gli ebrei rappresentano una minoranza di successo, anche se sono stati ripetutamente e duramente perseguitati. Spesso, nel corso della storia, gli ebrei sono stati indicati come i colpevoli di ogni male. Fin dalle origini del cristianesimo gli ebrei sono stati accusati di aver ucciso Cristo, poi di essere seguaci di Satana, più tardi di essere avvelenatori di pozzi durante le pandemie. Sono stati accusati di sostenere un complotto giudaico bolscevico, ma anche di fomentare lo sfruttamento capitalista. Gli ebrei sono facili vittime del complotto, che contempla sempre un’accusa senza prove. Chi scaglia accuse senza prove, sostiene che le prove siano rese invisibili dal complotto stesso. E quindi, paradossalmente, l’assenza di prove diventa una prova.

"La memoria e l'antisemitismo", Segni dei Tempi RSI La1

RSI
Quanto è diffuso l'antisemitismo in Svizzera?

È meno presente che in Francia, dove esistono istituzioni e associazioni molto visibili che difendono gli interessi della comunità ebraica. Tuttavia anche in Svizzera, in un periodo travagliato come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia, personalità di fede ebraica sono bersaglio di gesti antisemiti. (da ProtestInfo; trad. it. G. M. Schmitt; adat. P. Tognina)

"L'emancipazione degli ebrei in Svizzera", Segni dei Tempi RSI La1

RSI

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