Grigioni. Una donna alla testa dei riformati

Erika Cahenzli-Philipp vuole essere più vicina alle persone

12 gennaio 2021

Erika Cahenzli (56), nuova presidente della Chiesa evangelica riformata dei Grigioni (foto: gr-ref.ch)

Dal 1. gennaio, a capo della Chiesa riformata cantonale dei Grigioni, forte di 65'000 membri, c’è Erika Cahenzli-Philipp (56) di Untervaz. Per la seconda volta nella storia della chiesa cantonale, una donna presiede il Consiglio ecclesiastico. Maestra elementare, è da anni impegnata sia sul piano politico che ecclesiastico: granconsigliera socialista, e consigliera comunale, nonché da 17 anni presidente del concistoro della sua comunità, Erika Cahenzli è madre di quattro figli, e membro del comitato organizzativo dell’associazione di volontariato “Bahnhöfli+”, impegnata per il sostegno e l’integrazione dei rifugiati. Ama trascorrere il suo tempo libero sull'alpe. Rita Gianelli di reformiert.info le ha posto dieci domande.

Perché si impegna per la Chiesa?

La Chiesa incarna un messaggio umanitario e significativo che mi convince. Si impegna per il benessere delle persone indipendentemente dal loro status sociale.

Quali sono le sue priorità?

Per me il contatto personale con le persone è importante e intendo coltivarlo. Visiterò il maggior numero possibile di comunità. Coadiuvare e rafforzare le persone in loco fa parte dei compiti della Chiesa cantonale e dobbiamo investire in questo.

Che importanza ha per lei l’insegnamento della religione?

Fa parte delle materie della scuola pubblica. Deve restare così. Dobbiamo incoraggiare gli insegnanti di religione a coltivare i rapporti con la scuola e ciò include anche la loro partecipazione alla pausa per il caffè nell’aula insegnanti.

Quale ruolo dovrebbe svolgere nella società la Chiesa riformata cantonale dei Grigioni, secondo lei?

Come Chiesa dovremmo sempre domandarci che cosa preoccupa le persone. Dobbiamo prendere in considerazione le loro vite che si svolgono in diversi ambiti. Per questo abbiamo bisogno di offerte che inducano le persone a porsi interrogativi esistenziali e la Chiesa è competente in materia. Un esempio è il culto.

I culti sono al passo con i tempi?

Assolutamente sì. Paragono il culto a una stazione di rifornimento dove faccio il pieno di energia per la settimana che ho davanti.

Quindi lei frequenta regolarmente i culti?

Sì, una volta al mese di sicuro. Mi garantisce un buon ritmo per la vita di tutti i giorni.

Legge la Bibbia?

Mi piace lasciare che sia un buon sermone ad avvicinarmi alla Bibbia. Personalmente possiedo una Bibbia del teologo e pedagogo religioso Hubertus Halbfas. Mi piacciono molto le sue interpretazioni in relazione con la scienza e con l’arte.

Che cosa intende fare per la penuria di pastori nei Grigioni?

I Grigioni sono alle prese con una penuria di professionisti in generale. Non riguarda soltanto la Chiesa. La Chiesa può però contare su condizioni di lavoro attrattive. Le comunità dei Grigioni sono più gestibili di quelle del canton Zurigo o dell’Argovia. Perciò i pastori e le pastore possono essere più vicini alle persone. Abbiamo buone condizioni di affitto, offriamo un anno sabbatico dopo sette anni e con il congedo di paternità di venti giorni siamo più progressisti di alcune aziende del settore privato.

La Chiesa deve essere politica?

Che cosa c’è di non politico nella nostra vita? Credo che il Vangelo nel suo insieme abbia una componente politica. Gesù si è sempre opposto alle strutture esistenti quando erano a svantaggio dei più deboli. Ma la Chiesa non deve dare alcuna raccomandazione di voto. Ciò che fa deve essere il fondamento sul quale i suoi membri possono farsi una propria opinione in modo autonomo e maturo.

Durante la crisi del coronavirus molte persone si aspettano una Chiesa presente. Ma la Chiesa riformata cantonale dei Grigioni non sembra essere molto visibile.

La Chiesa cantonale opera da sempre in stretta collaborazione con lo Stato e noi ci atteniamo alle misure. Però è vero che su certi temi la Chiesa dovrebbe farsi sentire di più. Penso alle chiusure delle case anziani. Non possiamo lasciare le persone isolate. La Chiesa deve alzare la voce.

(Da: reformiert.info; trad. G.M. Schmitt; adat. G. Courtens)

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