Argentina. "Sì” protestanti all’aborto legale

Chiese evangeliche per l’autodeterminazione della donna

02 gennaio 2021

(ve/gc) “Celebriamo la grande svolta storica delle nostre compagne in Argentina, che non hanno cessato di lottare per l’aborto legale, sicuro e gratuito per tutte le donne”. Così la Rete di teologhe, pastore, leader e attiviste cristiane (TEPALI) dell’America Latina e dei Caraibi ha commentato la notizia dello scorso 30 dicembre relativa al voto favorevole del Senato argentino sull’interruzione volontaria di gravidanza. La Camera aveva dato semaforo verde alla proposta di legge già lo scorso 11 dicembre. Il provvedimento permette l'aborto fino alla 14a settimana di gestazione e prevede per i medici la possibilità di avvalersi dello strumento dell'obiezione di coscienza.

Decisione storica

L'annuncio ufficiale ("Il progetto è approvato!"), formulato dalla presidente del Senato Cristina Fernández de Kirchner, ha messo fine ad uno sforzo di legalizzazione dell'interruzione della gravidanza cominciato in Argentina 15 anni fa. In passato l’aborto era ammesso nel solo caso di stupro o se la salute della donna era in pericolo. Con la nuova legislazione l’Argentina si aggiunge ai pochi paesi latinoamericani e caraibici (Uruguay, Cuba, Guyana e Città del Messico) in cui l’aborto non è reato.

L’augurio della rete TEPALI - che nelle settimane precedenti al voto aveva prodotto una serie di video e dichiarazioni online con gli hashtag #CristianasPorElDerechoADecidir e #AhoraSenado - è, che questa storica decisione possa ora motivare anche altri paesi dell’America latina e dei Caraibi a cambiare la propria legislazione in merito. “GRAZIE INFINITE, sorelle argentine per il vostro coraggio, resistenza, insistenza, impegno, creatività, lotta instancabile, forza, amore!”, così si conclude la dichiarazione di TEPALI. 

Questione di salute pubblica

“L’aborto non è una questione religiosa, ma di salute pubblica”, avevano dichiarato ai primi di dicembre diversi rappresentanti di chiese protestanti e organismi ecumenici, sottolineando la necessità di approvare la legge, come ha riferito l’agenzia ecumenica ALC. Inoltre, è necessario “garantire l’educazione sessuale, la salute sessuale e la salute riproduttiva”, si legge in una dichiarazione congiunta firmata, tra le altre, da luterani, metodisti, valdesi e riformati argentini. “Siamo chiamati a proclamare la buona notizia. E la buona notizia è che la vita è piena di diritti per tutti” concludono.

Separazione tra Chiesa e Stato

Sulla questione era intervenuto anche Néstor Miguez, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Argentina (FAIE): “La religione non deve interferire nelle decisioni dello Stato”, aveva dichiarato all’Agenzia NEV, aggiungendo: “All’interno del mondo evangelico, anche le chiese protestanti storiche in Argentina hanno posizioni diverse. Ci sono chiese a sostegno della legge e altre che si sono opposte”, ha continuato Miguez. Per questo motivo “la FIAE non ha fatto una dichiarazione, ma ha affermato che rispettando la separazione tra Chiesa e Stato accetterà quanto deciso democraticamente secondo la prassi parlamentare”.

In una intervista rilasciata il 6 dicembre al sito femminista argentino online "Reveladas", la pastora Claudia Tron, della Iglesia valdense (il ramo sudamericano della Chiesa evangelica valdese), aveva dichiarato: "Personalmente non auguo a nessuna donna l'esperienza dell'aborto. Vorrei invece che potessimo tutte avere accesso all'educazione sessuale, ai contraccettivi per evitare l'aborto e all'aborto legale per evitare la morte. Nella nostra realtà, chi può pagare per un aborto clandestino sicuro non è a rischio di vita, mentre molte donne con scarse risorse economiche, incapaci di pagare una 'pratica sicura', muoiono. Di qui l'importanza e l'urgenza di avere un quadro giuridico che garantisca la parità di accesso all'interruzione volontaria di gravidanza".

Con un video caricato su YouTube il Corpo pastorale della Chiesa evangelica valdese del Rio de la Plata, rappresentato dal pastore Eduardo Obregón, lo scorso 16 dicembre si era invece espresso sull’importanza di una depenalizzazione in merito all’aborto: "non promuoviamo né condanniamo l'aborto, ma riteniamo che sia indispensabile una legislazione che non sanzioni penalmente la donna, ma che ne rispetti la libertà di scelta".

Eduardo Obregón in rappresentanza del corpo pastorale della Iglesia Valdense del Rio de la Plata

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