Le chiese e lo sciopero delle donne

La Federazione delle chiese evangeliche in Svizzera aderisce allo sciopero, così come le Donne evangeliche svizzere e la Chiesa riformata vodese

14 giugno 2019

(Paolo Tognina) " La Federazione delle Chiese evangeliche in Svizzera (FCES) sostiene varie cause propugnate dalle promotrici dello sciopero", afferma un comunicato stampa reso noto in occasione dello sciopero delle donne di venerdì 14 giugno, "e aderisce allo slogan 'Salario. Tempo. Rispetto' lanciato dalle organizzatrici".

Chiese solidali
La FCES, prosegue il comunicato, condivide la battaglia per la realizzazione dell'uguaglianza tra uomini e donne sancita dalla Costituzione federale sin dal 1981. "La Federazione si impegna a favore della parità salariale e a favore di un mercato del lavoro e di un sistema pensionistico conformi al principio delle pari opportunità, e si impegna affinché il lavoro volontario, svolto essenzialmente da donne, sia reso visibile nelle Chiese che aderiscono alla FCES".
Per quanto concerne il tema della violenza, la Federazione afferma di battersi per "una Chiesa senza abusi, in particolar modo sessuali. Essa sostiene l’introduzione di misure di prevenzione e di intervento adeguate nell’ambito delle Chiese membro".

La place des femmes dans les Eglises

Il presidente del Consiglio della FCES, Gottfried Locher, ha affermato: “Salario. Tempo. Rispetto: tutte cause che la Chiesa riformata sostiene. Lo ripeteremo finché queste rivendicazioni saranno soddisfatte, per tutte le donne e per tutti gli uomini: salario, tempo, rispetto”.

Gottfried Locher

Sulla via dell’uguaglianza, anche sul luogo di lavoro, numerose Chiese aderenti alla FCES - così come il suo segretariato - hanno ottenuto il marchio UND, “Famiglia e professione”. L’ufficio UND consiglia e certifica i datori di lavoro che sono favorevoli alla famiglia e che aumentano le pari opportunità tra i sessi mediante un’ampia gamma di misure, tra cui modelli di orario di lavoro flessibili.

Riformati nel Canton Vaud
"Sebbene sia sancita dalla Costituzione federale sin dal 1981, l’uguaglianza [tra uomini e donne, ndr.] non è ancora stata raggiunta", constata anche il Consiglio sinodale della Chiesa evangelica riformata del Canton Vaud EERV. "Le discriminazioni sono numerose, come le disparità salariali in vari settori, la difficoltà di accesso alle funzioni direttive, la banalizzazione della violenza di genere, il difficile equilibrio nella ripartizione delle responsabilità all’interno della famiglia, il mancato riconoscimento del valore del lavoro domestico e del tempo dedicato all’educazione dei figli".
In un comunicato stampa, la EERV ricorda "che essa pratica la parità salariale e che nella sua organizzazione tutte le funzioni, senza eccezioni, sono accessibili alle donne".

Il Consiglio sinodale dell'EERV

Uno sciopero legittimo
Il Consiglio sinodale EERV ha dichiarato di considerare "legittimo lo sciopero del 14 giugno 2019". Non verrà quindi adottata nessuna sanzione nei confronti delle collaboratrici e dei collaboratori dell’EERV che parteciperanno alle varie marce. Il Consiglio sinodale ha deciso "che le ore di sciopero del 14 giugno non comporteranno alcuna trattenuta salariale e che le ore di assenza dovranno essere compensate nell’ambito dell’annualizzazione dell’orario di lavoro". Tutti i partecipanti, conclude la nota della direzione della Chiesa riformata del Canton Vaud, sono liberi di lasciare il posto di lavoro in orario utile per partecipare allo sciopero, "fatto salvo l’adempimento di servizi indispensabili alla popolazione".

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