Pechino reprime i protestanti

In Cina gli evangelici sono in aumento e ciò preoccupa il governo

07 maggio 2019

(Marie Malzac) Un alto funzionario cinese ha recentemente denunciato l’uso del cristianesimo da parte di “forze occidentali” per provocare l’instabilità in Cina se non addirittura “rovesciare” il potere. “Le forze occidentali anticinesi tentano di turbare la stabilità sociale del nostro Paese e persino di rovesciare il potere politico mediante il cristianesimo”, ha affermato Xu Xiaohong, presidente del “Movimento patriottico” protestante.

Xu Xiaohong

Questo organismo statale, che dipende dal Partito comunista cinese (PCC), è una delle cinque associazioni cultuali alle quali devono aderire le religioni riconosciute in Cina (protestantesimo, cattolicesimo, buddismo, taoismo e islam).

Politica religiosa cinese
Negli ultimi decenni, in Cina, le Chiese protestanti non registrate, i cui membri si riuniscono in appartamenti o luoghi pubblici, hanno prosperato, nel quadro di un rinnovamento della fede religiosa nel paese. “Dall’apertura della Cina nel 1979 la corrente evangelicale, così come le sue declinazioni carismatica e pentecostale, ha conosciuto una nuova fulminea espansione nella Cina continentale, principalmente perché corrisponde alle esigenze di sviluppo di un protestantesimo urbanizzato”, conferma Juliette Duléry, dottoranda in scienze sociali all’Università di Parigi Diderot ed esperta di protestantesimo cinese.

Forte crescita protestante
Secondo varie fonti, gli evangelici cinesi sarebbero oggi 100 milioni. Alcuni stimano che entro pochi anni la Cina potrebbe diventare il paese con il maggior numero di cristiani. Ma, al pari di tutte le altre religioni, dall’arrivo al potere del presidente Xi Jinping nel 2012 le Chiese protestanti subiscono una repressione crescente, con la chiusura di luoghi di culto, la rimozione di croci e interrogatori di responsabili religiosi. Nel 2018 il PCC ha inoltre lanciato un “piano di sinizzazione” delle religioni, che dovrà essere completato entro il 2022, per eliminare ogni influenza esterna.

Xi Jinping

“Nell’immaginario nazionale il cristianesimo è associato all’imperialismo coloniale dalla metà del XIX secolo”, conferma Juliette Duléry.

Cristianesimo clandestino
“Dagli anni Novanta lo sviluppo di gruppi religiosi clandestini in Cina, che non esitano a opporsi apertamente alle restrizioni di ordine religioso imposte dallo Stato, è percepito come una minaccia da parte del governo cinese e come una messa in discussione della sua autorità”, afferma Juliette Duléry. “Un elemento chiave per comprendere il perdurare di questa politica è il timore del governo cinese che le organizzazioni cristiane possano diffondere idee democratiche in Cina”, è l’analisi della ricercatrice.

Cattolici e protestanti
“In Cina è più facile controllare il cattolicesimo piuttosto che il protestantesimo, poiché il cattolicesimo dipende da un’autorità centralizzata: il Vaticano”, spiega l’accademica. “Invece il protestantesimo in Cina è frammentato, costituito da una molteplicità di organizzazioni che vanno dal calvinismo al movimento evangelicale, e tutte indipendenti le une dalle altre. Gran parte delle Chiese protestanti sono inoltre divise in comunità di piccole dimensioni che contano da 20 a 30 fedeli e che si riuniscono in appartamenti”.

Il protestantesimo è estremamente dinamico e difficile da controllare

Sinizzazione delle religioni?
Ciò che il governo teme soprattutto, secondo Juliette Duléry, è la “visibilità” di alcune di queste Chiese, in particolare di quelle che “adottano un atteggiamento apertamente ostile allo Stato”. “Non è questo il caso della maggior parte delle chiese evangeliche clandestine”, tempera, invitando a considerare con la dovuta cautela la questione della “sinizzazione” delle religioni. “Si tratta di sapere se le autorità estenderanno realmente la repressione all’insieme delle Chiese clandestine e se è nel loro interesse farlo.

È ancora troppo presto per sapere quali sono le conseguenze della politica di sinizzazione del protestantesimo”. Così alcune chiese clandestine, le più discrete, benché note alle autorità grazie allo spionaggio, non sono per il momento toccate da questa politica. (da La Croix; trad. it. G. M. Schmitt; adat. P. Tognina)

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