COP28. Sarà cura della "casa comune"?

A Dubai una delegazione del Consiglio ecumenico delle chiese

30 novembre 2023

(foto: Markus Spiske/unsplash)

(nev/ve) Si apre oggi a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, la COP28: la 28esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici si preannuncia come una feroce battaglia sull’uscita dai combustibili fossili e sul finanziamento della transizione energetica nei Paesi in via di sviluppo.
Il 2023 sarà l’anno più caldo di sempre: è questa la previsione dell’Organizzazione metereologica mondiale che lancia l’allarme in apertura del summit. Presenti, tra le numerose delegazioni, anche le comunità religiose mondiali, “pronte a premere per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili, a spingere per la giustizia climatica e a presentare un fronte unito”, come si legge in una nota del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) che partecipa all’evento.

“Facendo seguito a una lunga storia di impegno sulla giustizia climatica" – fa sapere il CEC – la partecipazione della delegazione del Consiglio ecumenico alla COP28, guidata dal segretario generale Jerry Pillay, e formata da rappresentanti delle chiese membro dell’organismo ecumenico mondiale con sede a Ginevra, è anche un’opportunità per il CEC di esprimere le sue "preoccupazioni sull’emergenza climatica", alzando la sua "voce profetica" e portando alla luce le "buone pratiche" e alcune forti testimonianze da parte della comunità ecumenica. Altrettanto importante è l’opportunità di aggiungere dimensioni spirituali all’argomento e sottolineare la "necessità di considerare aspetti scientifici e religiosi per far fronte al cambiamento climatico e per promuovere la giustizia climatica”. (Il CEC ha predisposto una sua pagina web ad hoc sulla COP28).

Intanto, oggi il presidente della Cop28 Sultan Al Jaber, in apertura della Conferenza sul clima ha sottolineato l’esigenza di “non omettere ‘alcun argomento’ dai testi che saranno negoziati nell’arco di due settimane dai delegati di quasi 200 Paesi, quindi nemmeno i combustibili fossili”. Su questo nodo cruciale il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, in un’intervista rilasciata all’AFP, ha denunciato la mancanza di “volontà politica” per evitare la “catastrofe” climatica. “Ovviamente, sono fortemente a favore di un testo che includa un’eliminazione graduale (dei combustibili fossili)”, anche con un calendario progressivo, ha detto, sostenendo che sarebbe un “peccato” attenersi a una semplice “riduzione vaga ed evasiva”.

Alcuni delegati del CEC alla COP28, con a destra Jerry Pillay

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