Fede e clima

La Chiesa riformata nel Ticino aderisce a “Cristiani e cristiane per la protezione del clima”

30 maggio 2023

(ve/gc) “È necessario avviare una trasformazione del sistema di valori, basata anche su una dimensione spirituale, da cui emerga un nuovo modo di percepire il nostro rapporto con la natura”. Si conclude con queste parole l’editoriale intitolato “Il cristianesimo e l'ecologia” a firma di Paolo Tognina, pastore e caporedattore di Voce Evangelica, e che apre il numero di giugno 2023 della storica pubblicazione della Conferenza delle chiese evangeliche di lingua italiana in Svizzera.
Paolo Tognina ripercorre le tappe della “coscienza ecologica cristiana” sviluppatasi in ambito ecumenico nel corso degli ultimi decenni, a cominciare dalla prima Assemblea ecumenica europea di Basilea del 1989 dal motto "Giustizia, pace e salvaguardia del Creato". Al centro è la costatazione che il tema della protezione dell'ambiente non è affatto estraneo alla riflessione teologica e all'azione cristiana.

Salvaguardia del Creato

È quanto è possibile osservare proprio in queste settimane che precedono la votazione federale del prossimo 18 giugno. Basti guardare all’iniziativa “Good-bye Morteratsch” svoltasi lo scorso 20 maggio ai piedi del ghiacciaio sopra Pontresina nei Grigioni, e promossa ecumenicamente, tra gli altri, da HEKS (Aiuto delle chiese evangeliche svizzere) e Azione Quaresimale (per rivedere il reportage a cura di “Segni dei Tempi” RSI/La1 clicca qui).
Le pagine del “dossier” del numero di Voce Evangelica in uscita, sono pertanto interamente dedicate al tema “Fede e clima”, e anticipano il motto scelto dall’Ufficio ecumenico Chiese e Ambiente (OeKU) di Berna per il prossimo “Tempo del Creato” (periodo liturgico che va dal 1. settembre al 4 ottobre): “Sperare per il clima significa agire”. “Cosa possono fare le chiese per far sì che la nostra società non perda la speranza e contribuisca a un futuro degno di essere vissuto?”, si chiede l’OeKU, che vede nella votazione federale un’opportunità, appunto, per agire, votando “sì”.

Si può fare di più

Troppe sarebbero tuttavia le chiese cantonali e le parrocchie che ancora non si sono espresse apertamente a favore del “sì” sulla protezione del clima in votazione il 18 giugno: è l’opinione riportata oggi su ref.ch di Reto Knutti, professore di fisica del clima al Politecnico di Zurigo. “Non dire nulla o non immischiarsi non significa essere neutrali. Anzi, vuol dire che si accetta esplicitamente lo status quo. Vorrei che le comunità religiose fossero coinvolte più attivamente nel dibattito sul clima", ha affermato lo scienziato.

Uscire dall'ombra

Tuttavia, più passano i giorni e più sono le realtà ecclesiastiche che aderiscono alla coalizione “Cristiani e cristiane per la protezione del clima” nata proprio in vista della votazione del 18 giugno. Tra queste figura ora anche la Chiesa evangelica riformata nel Ticino (CERT) che ha aderito con questa motivazione: “Con la questione climatica scopriamo che l’amore del prossino non solo deve riguardare tutte le persone nostre contemporanee, in ogni luogo del pianeta siano, ma anche quelle che nasceranno in futuro”.
"Il Consiglio sinodale della CERT, su proposta dell’OeKU (Chiese per l'ambiente), ha deciso di rendere pubblico il suo sostegno alla protezione del clima e alla legge sul clima, iscrivendosi nel portale predisposto dalla OeKU, che mette in rete organizzazioni cristiane sensibili al tema”, ha dichiarato il presidente della CERT, pastore Stefano D‘Archino.

Intanto, l’augurio del gruppo redazionale del mensile di Voce Evangelica è quello che la rivista del mese di giugno possa circolare ampiamente nelle comunità ed essere uno strumento di condivisione e discussione. (Per richiedere la rivista scrivere a voceevangelica@bluewin.ch)

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