Chiesa protestante di Ginevra, la presidente lascia

Di Fortunato era stata eletta nel 2021

25 maggio 2023

Eva Di Fortunato (foto: Alain Grosclaude/EPG)

La scadenza del mandato era prevista nel 2025, ma dopo appena due anni, Eva Di Fortunato, presidente della Chiesa protestante di Ginevra (EPG), ha rassegnato le proprie dimissioni. Desiderosa di privilegiare la sua vita familiare e professionale, la sociologa di formazione, assunta dalla Radio Télévision suisse romande (RTS) lo scorso febbraio, era stata eletta a larga maggioranza nel giugno 2021. La sua partenza - dice - non è in alcun modo legata a un problema di governance. Protestinfo.ch l’ha intervistata.

Eva Di Fortunato, a febbraio lei ha assunto le sue funzioni quale capo del Dipartimento sviluppo e formazione alla RTS. Ha valutato male i tempi e l’energia che avrebbe richiesto, in aggiunta al suo incarico come presidente dell’EPG? 
Il lavoro per la chiesa è essenzialmente di natura volontaria. Assunta all’80% alla RTS mi restava effettivamente il 20% necessario per la mia presidenza dell’EPG. Tuttavia mi era impossibile valutare quanta energia avrebbe richiesto il mio nuovo posto di lavoro. E ne esige molta. Arrivo in un ambiente nuovo, molto appassionante, e voglio potermici dedicare completamente senza dover pensare ad altro. A 49 anni e con tre adolescenti in casa non ho più la forza di sparpagliarmi su tutti i fronti. Credo quindi che la nostra chiesa meriti qualcuno che possa dedicarvisi completamente.

Qual è il suo bilancio di questi due anni passati alla presidenza dell’EPG?
È stato appassionante. Ho fatto incontri straordinari. Ovviamente non è tutto facile, come in ogni istituzione, ma le mie visite nelle varie parrocchie ginevrine, ogni domenica, mi hanno permesso di scoprire piccole perle della chiesa, tutta la sua ricchezza. Il bilancio, per l’EPG, non è tuttavia perfetto. Vi è ancora un po’ di strada da fare, soprattutto a livello finanziario, ma penso che la chiesa ne uscirà. Eventualmente rivedendo le proprie dimensioni, ma ce la farà. Rispetto a tre anni fa, quando la governance era problematica e ha portato a numerose dimissioni, abbiamo ritrovato una certa serenità. A livello del Concistoro, per esempio, mi fa piacere vedere che siamo ridiventati una comunità.

Lei dovrà essere sostituita. Qual è il profilo richiesto per presiedere l’EPG?
Bisogna ovviamente amare le persone, ma anche avere qualche competenza manageriale. Poiché il funzionamento della chiesa è in gran parte gestito dal suo segretariato generale, la ricerca di fondi o altri incarichi operativi non incombono sulla presidenza. Tuttavia, anche se questa carica non ha alcunché di tecnico, richiede comunque di riflettere su certe strategie e sulle sfide che sono alla base di una chiesa che perde membri.

Non sarebbe meglio lasciare la governance delle chiese ai ministri di culto, a chi non è obbligato ad avere un’altra attività remunerata?
Sarebbe davvero un peccato usare a tale scopo le risorse pastorali. Queste ultime sono in calo e abbiamo pochissimo ricambio… Le persone che abbracciano un ministero hanno una vocazione che deve potersi esprimere totalmente nella missione. Tanto più che il nostro sistema presbitero-sinodale implica una cogestione della chiesa da parte di ministri e laici.

Quali consigli darebbe alla persona che prenderà il suo posto?
Di andare a incontrare le persone, di credere in esse, di trasmettere uno spirito, uno slancio positivo. La situazione è molto difficile, a Ginevra i protestanti sono scesi sotto l’8%. Questo ambiente particolare richiede un impegno costante. (Intervista a cura di Lucas Vuilleumier per protestinfo.ch; trad.: G. M. Schmitt; adat.: G. Courtens)

 

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