Il pastore Garrone si appella alle forze politiche: serve una conversione
(ve/gc) Salgono a 64 le vittime accertate del naufragio di Cutro, vicino Crotone (Calabria). Un altro corpo è stato recuperato oggi nelle acque della località calabrese dove un barcone carico di migranti si è spezzato in due provocando la morte di decine di persone. La tragedia si è verificata nella notte tra sabato 25 e domenica 26 febbraio. L’imbarcazione era partita dalla Turchia. Tra le vittime anche 14 bambini. 82 sono i superstiti, ognuno dei quali ha perso almeno un parente.
In merito a questo ennesimo naufragio è intervenuto ieri il pastore Daniele Garrone, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, denunciando le politiche che lo hanno causato, e cioè: “la carenza di vie legali di emigrazione e di asilo, di un sistema di soccorso in mare che, invece di incoraggiare le ONG che operano nelle operazioni di ricerca e salvataggio, le ostacola con norme irragionevoli e pretestuose; i continui attacchi alla politica dell’accoglienza e dell’asilo presentata come lesiva degli interessi nazionali”. E insiste: “In realtà è il contrario: vie legali di immigrazione e coerenti politiche di integrazione costituiscono un fattore di crescita economica e sociale anche per il nostro Paese. Di fronte ai morti a causa delle cattive politiche migratorie chiediamo rispetto, serietà, impegno per fermare le stragi dell’immigrazione cosiddetta ‘irregolare’ e per costruire vere vie migratorie complementari, nel rispetto della sicurezza di tutti - delle italiane e degli italiani e delle persone che migrano”.
La presa di posizione del pastore Garrone così continua: “Il tempo con cui noi cristiane e cristiani ci prepariamo alla Pasqua ci chiama alla conversione, cioè a cambiare mentalità e comportamenti. C’è bisogno di conversione, di un cambio di passo delle politiche migratorie e dell’accoglienza, nello spirito della solidarietà internazionale, dei diritti umani e delle norme costituzionali in materia di asilo. Per questo, nelle predicazioni, negli studi biblici, nelle riunioni di preghiera ci sentiamo chiamati, alla luce delle Scritture, ad affrontare il tema delle migrazioni e della giustizia globale. Come cristiane e cristiani, abbiamo la preghiera e la testimonianza ma, al tempo stesso, rivolgiamo un appello alle forze politiche perché si convertano a una nuova comprensione del fenomeno migratorio, liberata dalle paure artificiali e dalla propaganda che agitano il dibattito pubblico”.
Dal 2016 la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) organizza, insieme alla Tavola valdese e alla Comunità di Sant'Egidio, in collaborazione con i Ministeri italiani dell'Interno e degli Esteri, dei "corridoi umanitari", grazie ai quali più di 2400 profughi vulnerabili sono giunti in Italia con un ponte aereo, evitando così i viaggi della morte in mare. L'ultimo corridoio umanitario arrivato dal Libano all'aeroporto di Roma-Fiumicino risale allo scorso 30 gennaio. Invece, lo scorso 23 febbraio da Islamabad (Pakistan), con la partecipazione di numerose altre realtà della società civile italiana, la FCEI ha co-promosso un ponte aereo per rifugiati afghani.
La stragrande maggiornaza dei naufraghi della recente tragedia consumatasi di fronte a Crotone erano proprio di nazionalità afghana.