COP26, chiese disinvestono da combustibili fossili

Realtà religiose passano ai fatti e chiedono ai governi di fare altrettanto

28 ottobre 2021

(foto: ella ivanescu/unsplash)

(gc/ve) A pochi giorni dalla COP26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Glasgow (Scozia), 72 istituzioni religiose di tutti i continenti si sono unite per annunciare insieme la loro decisione di disinvestire dai combustibili fossili. L’annuncio arriva da istituzioni religiose in Australia, Irlanda, Italia, Kenya, Nepal, Perù, Ucraina, Regno Unito, Stati Uniti e Zambia.
Il movimento ecumenico delle Fossil Free Churches esiste già da diversi anni. Tra i principali promotori figura l’Operazione Noah, una ONG britannica con ramificazioni in tutto il mondo. Martedì scorso, 26 ottobre, insieme al Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), all’organizzazione interreligiosa Greenfaith, al movimento cattolico Laudato sii, e ai Green Anglicans, ha diffuso la notizia del più consistente disinvestimento da combustibili fossili mai avvenuto in ambito religioso: 4,2 miliardi di dollari di gestione in carbone, petrolio e gas sono stati ritirati dai mercati finanziari per essere reinvestiti a favore di una transizione energetica equa e sostenibile.

Cambiare direzione

Secondo un recente rapporto dell’Operazione Noah, nessuna delle maggiori compagnie petrolifere starebbe attualmente seguendo gli obiettivi fissati dagli accordi di Parigi. "La nostra non è una condanna", affermano i disinvestori, "bensì un modo per spronare le multinazionali. Sappiamo che le compagnie dei combustibili fossili danno lavoro a milioni di persone, non vogliamo la loro chiusura e il licenziamento di chi lavora nel settore. Ma è chiaro che il futuro è in un’altra direzione e la maggior parte delle compagnie petrolifere sta adottando politiche di ‘green washing’ piuttosto che aderire agli obiettivi dell'accordo di Parigi”. (vedi qui l'elenco delle istituzioni che stanno disinvestendo dai combustibili fossili).

(foto: markus spiske/unsplash)

Appello al G20

Diversi organismi cristiani mondiali - tra cui il Consiglio ecumenico delle chiese, la Federazione luterana mondiale, la Comunione mondiale di chiese riformate - si sono rivolti anche al G20 in agenda a Roma il 30 e 31 ottobre. Nella missiva indirizzata al Premier italiano Mario Draghi si legge: “Le cause dell’emergenza climatica sono da ricondurre all’attuale modello di sviluppo e all’ideologia che lo alimenta, vale a dire la crescita economica fondata sui combustibili fossili”. La lettera afferma la necessità di cancellare i debiti per i paesi in via di sviluppo. Sulla stessa linea si è espresso anche papa Francesco: “Basta con la sete di profitto da parte dell’industria dei combustibili fossili che guida la distruzione della nostra casa comune”. Lo scorso 4 ottobre, in Vaticano, esponenti della comunità scientifica e una quarantina di leader religiosi di tutto il mondo hanno firmato un appello che - tra le altre cose - chiede che la temperatura media globale non superi il grado e mezzo rispetto ai livelli preindustriali.

Fede e scienza per il clima

L'appello, intitolato “Fede e scienza: verso la COP26”, firmato da cristiani, ebrei, musulmani, buddisti, sikh, e altri, è stato consegnato da papa Francesco nelle mani del presidente della COP26, Alok Sharma e del Ministro degli Affari Esteri italiano, Luigi Di Maio. A margine dell’evento, il pastore Chris Ferguson, segretario generale della Comunione mondiale di chiese riformate ha dichiarato a Voce evangelica: “Per la prima volta c’è un ampio consenso tra molte religioni diverse sul fatto che la giustizia economica è legata alla giustizia sociale e a quella ecologica. La compartecipazione della comunità scientifica in questo contesto è importante, perché la scienza ci può indicare con precisione la radice del cambiamento climatico, causa di tanta sofferenza” (ascolta qui il servizio dedicato al recente evento diffuso nel programma radiofonico RSI "Chiese in diretta").

Appuntamento a Glasgow

Intanto a Glasgow, a margine della COP26, non mancheranno eventi promossi dal mondo delle fedi: si comincia con una veglia interreligiosa il 31 ottobre alle 14 (GMT) promossa da Interfaith Glasgow che sarà possibile seguire su Youtube in live streaming.

Articoli correlati