La RTS sopprime la rubrica religiosa 'Faut pas croire'

La televisione svizzera romanda cancellerà a giugno il settimanale

08 settembre 2021  |  Gaëlle Courtens

Linn Levy, presentatrice di "Faut pas croire"

Per i responsabili della rubrica televisiva "Faut pas croire" della prima rete della RTS si tratta di “un taglio sproporzionato” nell’offerta del servizio radiotelevisivo pubblico svizzero romando. Lo affermano, in un comunicato stampa diffuso oggi, Michel Kocher, direttore di Médias-pro, e Fabien Hünenberger, direttore di Cath-Info, partner del servizio radiotelevisivo romando RTSreligion, relativamente alla decisione della direzione della RTS di cancellare la trasmissione (in onda il sabato alle 13.30 su RTS Un) a partire dalla fine di giugno 2022. L’azienda afferma di voler reinvestire parte delle risorse risparmiate in nuove produzioni digitali.

No alla disparità di trattamento 

Pur comprendendo la difficile situazione finanziaria in cui versa la RTS, i produttori della rubrica contestano questa scelta che “indebolisce il servizio pubblico in un settore sensibile” e chiedono alla direzione RTS un trattamento uguale a quello adottato nei confronti delle altre rubriche televisive. 
Nel comunicato si legge: “Questa soppressione annuncia la fine di un'offerta editoriale religiosa, spirituale ed etica in televisione. Dopo i durissimi tagli a RTSreligion nel 2016 - che hanno scatenato l'indignazione del pubblico attraverso una petizione firmata da 27.000 persone - questa decisione indebolisce ulteriormente l'offerta di decodifica religiosa a disposizione dei telespettatori e degli ascoltatori della Svizzera francese. L'offerta di culti e messe televisive era già stata ridotta a due riprese. Nel contesto attuale di recrudescenze identitarie, di sfide etiche e di domande di senso, la soppressione di ‘Faut pas croire’ è incomprensibile”.
Una decisione che non mancherà di suscitare reazioni da parte delle chiese svizzere, tanto più che non c’è stata né concertazione, né riflessione editoriale insieme ai responsabili del programma, fanno sapere Cath-Info e Médias-pro, che lamentano: “Questa decisione mina un partenariato originale, iniziato più di 65 anni fa tra il servizio pubblico televisivo e le chiese, e da cui è nata RTSreligion”.

Apertura al dialogo con la direzione della RTS

Médias-pro e Cath-Info salutano favorevolmente la volontà della RTS di reinvestire risorse in un'offerta digitale, una linea produttiva da loro stessi sostenuta ed anticipata la quale, tuttavia, non “può semplicemente sostituire un'offerta televisiva, in particolare per il pubblico più anziano. Inoltre - aggiungono Kocher e Hünenberger - la RTS non deve trascurare l'accompagnamento delle dinamiche e dei cambiamenti nella società al centro della propria missione e che giustificano in parte il canone che il popolo (con una votazione federale, ndr.) ha deciso di non abolire”. In attesa che la RTS accolga le rimostranze dei due enti - protestante e cattolico - di produzioni audiovisive, l’augurio è quello che “la RTS dia prova di flessibilità e creatività”.

Solidarietà dai colleghi della svizzera italiana

“L'annuncio della soppressione del programma RTS Faut pas croire non lascia indifferente la redazione di Voce evangelica che deplora la scomparsa di un valido canale di informazione e di riflessione sul fatto religioso”, ha dichiarato il giornalista e pastore Paolo Tognina, coordinatore del Portale protestante svizzero di informazione, che così prosegue: “Siamo preoccupati per la perdita di un ulteriore strumento di elaborazione della cultura religiosa in un momento in cui occorrerebbe al contrario approfondire in modo serio e sereno queste tematiche. La solidarietà della nostra redazione va alle colleghe e ai colleghi giornalisti che si sono prodigati per realizzare Faut pas croire - programma che ha tra l'altro una stretta collaborazione con il settimanale RSI "Segni dei Tempi" - rendendo un servizio prezioso al pubblico, non solo romando, ma svizzero”.

©foto: Bernard Hallet

Il settimanale Faut pas croire viene trasmesso il sabato alle 13.30 su RTS Un, con una replica la domenica alle 11.40 su RTS Un. Composto da brevi reportage, interviste e documentari, "affronta le questioni etiche, filosofiche, spirituali e religiose che attraversano la nostra società, (...) interrogando l'essere umano in tutte le sue dimensioni", secondo il mandato della RTS. Creato nel 2008, il programma ha subito diversi cambiamenti per ragioni editoriali o economiche. Conduttrice di Faut pas croire è oggi la giornalista Linn Levy. Ogni estate una selezione di puntate viene trasmessa su TV5Monde.

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