Aggredito da un fungo il maestoso albero è un problema per la sicurezza
Piantato ben 123 anni fa, il maestoso cedro del Libano che campeggia nel giardino della Chiesa riformata di Bellinzona deve essere abbattuto. Già da qualche anno la pianta era in sofferenza. La comunità ha fatto di tutto per salvare l’albero centenario, che è un po’ il simbolo della chiesa e fu piantato il giorno dell’inaugurazione; ma i sopralluoghi degli specialisti hanno evidenziato la presenza dell’armillaria, un fungo che causa la morte delle piante aggredite. E difatti, il cedro del Libano è ormai completamente spoglio, gli aghi sono ingialliti e poi caduti, il maestoso tronco, alto circa 20 metri e di una circonferenza di circa 5, rischia di non essere più stabile, costituendo una potenziale minaccia per la sicurezza.
È sempre un po’ triste quando si deve abbattere un albero, ma per il presidente del Consiglio di chiesa, Renato Scheurer, “questo momento, simbolicamente, è anche un po’ una rinascita, una forma di rinnovamento”. D’altronde, dalla città di Bellinzona la chiesa ha già ricevuto il permesso di piantare un nuovo albero. Non si sa ancora se sarà un nuovo cedro o un’altra pianta.
In questi giorni - l’albero sarà abbattuto domani, 30 agosto - il pastore Stefano D’Archino, in una lettera alla comunità, ha voluto richiamare un’immagine del Salmo 92: “Il giusto crescerà come il cedro del Libano”. “Mi sembrava importante - dice D’Archino - trarre incoraggiamento da questa parola biblica: anche se siamo pochi e a volte ci sentiamo stanchi, possiamo vivere e prosperare come alberi rigogliosi, se facciamo la volontà del Signore”.
Una parte del cedro del Libano continuerà a vivere nella chiesa di Bellinzona: infatti verranno conservati una piccola sezione del tronco e un ramo, da trasformare in un tavolo per la chiesa.
Su questo tema domenica 4 settembre alle ore 8 la trasmissione radiofonica “Tempo dello Spirito” (RSI Rete Due) propone una conversazione con il pastore Stefano D’Archino e alcuni membri del Consiglio di Chiesa.