Ucraina. Leader religiosi: no alla capitolazione!

Dura risposta alla “bandiera bianca” di papa Francesco

11 marzo 2024

Il Consiglio di chiese e organizzazioni religiose in Ucraina al completo (foto: UCCRO)

(ve/gc) “Dichiariamo categoricamente che nessuno, né ora né mai, costringerà il nostro popolo alla capitolazione. L’Ucraina si sta dissanguando, ma resiste per la verità, per il diritto di essere se stessa. Capitolare di fronte al male trionfante equivale al crollo dell'idea universale di giustizia e al tradimento dei principi fondamentali a noi impartiti nelle grandi tradizioni spirituali”. Senza mai nominarlo, e senza fare specifico riferimento a quanto da lui pronunciato, il Consiglio ucraino delle chiese e delle organizzazioni religiose (UCCRO) non fa sconti a papa Francesco dopo l’intervista tutta improntata intorno al concetto del bianco realizzata da Lorenzo Buccella per la trasmissione RSI Cliché (e proposta ieri dal domenicale del Corriere del Ticino). La controversa intervista ha subito suscitato numerose reazioni nel mondo della politica e della diplomazia (qui il resoconto a cura del news desk della RSI che parla di "repliche roventi").

La Dichiarazione dell’organismo panucraino, che rappresenta il 95% della popolazione e che attualmente è presieduto da Hryhorii Komendant, presidente della Società Biblica ucraina, così prosegue: 

“Noi, membri del Consiglio panucraino delle chiese e delle organizzazioni religiose - i cui fedeli, schierati oggi sul fronte, difendono la libertà e persino la vita stessa, lottando per la dignità umana e per il futuro di un mondo libero - dichiariamo categoricamente che nessuno, né ora né mai, costringerà il nostro popolo alla capitolazione.

L'Ucraina si sta dissanguando, ma resiste per la Verità, per il diritto di essere se stessa. Resiste coraggiosamente e in modo invincibile. Semmai avesse capitolato, allora l'Europa e forse il mondo intero, lo avrebbero sentito immediatamente. Lo avrebbero sentito e avrebbero tremato. Perché questo sarebbe stato il ripetersi dei crimini di Bucha e Irpin, con ulteriori distruzioni di città e villaggi, probabilmente non solo ucraini. Ci sarebbero stati altri bambini rimasti per sempre bambini, ci sarebbero state altre decine e centinaia di sacerdoti torturati che predicano i comandamenti di Dio e non il ‘russki mir’ (l’ideologia imperialista e neocolonialista russa, ndr), sarebbe stato il trionfo del male su tutto il pianeta.

Ogni giorno preghiamo per la pace. Preghiamo per il ritorno dei nostri combattenti dal fronte e dei prigionieri dalla detenzione, nonché dei rifugiati dalle terre straniere. Preghiamo per la comprensione tra i popoli e la guarigione delle ferite inflitte dalla guerra. Ma arrendersi alla misericordia di questo nemico non riguarda la pace. Riguarda, invece, la vittoria della schiavitù sulla libertà, delle tenebre sulla luce, della superiorità della legge del più forte sul potere della legge. Nel corso dei secoli passati tutto questo lo abbiamo amaramente sperimentato più volte.

Capitolare di fronte al male trionfante equivale al crollo dell'idea universale di giustizia e al tradimento dei principi fondamentali trasmessi dalle grandi tradizioni spirituali.

Pertanto, benediciamo e continueremo a benedire i nostri fedeli per la difesa del proprio Paese, pregheremo per la vittoria sul nemico e per una pace giusta, tenderemo la mano a tutte le persone di buona volontà che sostengono l'Ucraina in questo momento cruciale.

Crediamo e sappiamo che non resteremo mai soli in questo. 'Perché il Signore ama il diritto e non abbandona i suoi fedeli. I giusti avranno in eredità la terra e vi abiteranno per sempre’ (Sal 37,28)”.

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