AVS, lo stigma della povertà c’è e la gente si vergogna

Il pastore Sigrist va in pensione e sulla 13. mensilità dell’AVS dice….

02 marzo 2024

(ve/gc) Il pastore Christoph Sigrist va in pensione, nel senso che dopo più di 20 anni lascia la parrocchia del Grossmünster di Zurigo, ma non resta certo con le mani in mano.
Domani, domenica 3 marzo, la comunità riformata del centro città insieme alla cittadinanza, lo congederà ufficialmente in occasione di un culto solenne e di una preghiera di pace interreligiosa, con la partecipazione del Forum zurighese delle religioni. 

Alla vigilia del suo pensionamento, per il portale riformato di informazione ref.ch, lo ha intervistato Heimito Nollé. Una conversazione sulla povertà degli anziani, che non può non tematizzare anche la votazione sulla tredicesima mensilità dell’AVS su cui il popolo svizzero è chiamato ad esprimersi domani. Ne proponiamo qui la traduzione.

Il pastore Christoph Sigrist nei locali del Grossmünster davanti alla citazione del Riformatore Ulrich Zwingli: Fate dunque, per Dio, qualcosa di coraggioso! (foto: Andreas Hänggi)

(Heimito Nollé) Il pastore del Grossmünster Christoph Sigrist non si limita ad assistere spiritualmente pensionate e pensionati indigenti - la sua parrocchia paga talvolta le fatture del dentista e gli affitti. Una mensilità AVS aggiuntiva sarebbe per molti un grosso sollievo, afferma.

Pastore Sigrist, in qualità di ministro di culto del Grossmünster lei ha svolto per più di vent'anni il suo servizio pastorale nel centro storico. La povertà degli anziani qui è un problema?
Il lavoro con gli anziani e il confronto con la povertà tra gli anziani sono sempre stati parte integrante del mio lavoro. Qui nel Kirchenkreis eins (centro città) abbiamo oltre il 50% di economie domestiche di persone single. Com’è noto, le persone sole corrono particolarmente il rischio in vecchiaia di cadere in povertà. Come pastore ho avuto modo di vedere oltre le apparenze, poiché la povertà degli anziani non è sempre evidente.

In che senso?
La povertà in vecchiaia è un’incredibile fonte di vergogna. Occorre tantissimo tempo prima che le persone interessate si aprano. Come assistente spirituale devo sempre stabilire un rapporto di fiducia con le persone prima che ammettano di avere problemi economici.

Può fornirci un esempio?
Facevo regolarmente visita a una anziana signora che nascondeva fatture e atti esecutivi in cucina dietro l’olio e l’aceto. Soltanto dopo molte insistenze da parte mia ha osato mostrarmi il plico. Ho conosciuto anche anziani dei cui debiti nemmeno i figli erano al corrente. Lo soprivano soltanto dopo il decesso del genitore.

Come può aiutare le persone colpite?
La povertà degli anziani è un fenomeno complesso. L’aspetto esistenziale, cioè la situazione finanziaria, è soltanto una dimensione tra tante. Qui la nostra parrocchia può aiutare, per esempio facendosi carico delle fatture del dentista e degli affitti o organizzando il risanamento della situazione debitoria. Inoltre anche le visite regolari a domicilio e le conversazioni fanno parte dei miei compiti, perché l’isolamento sociale e la solitudine sono ulteriori componenti della povertà in vecchiaia.

(foto: Lorenz Leuenberger)

Garantire il minimo vitale alle persone in realtà è compito dello Stato. La vostra parrocchia dispone delle risorse necessarie?
Naturalmente le risorse della parrocchia non sono illimitate. Nella nostra comunità vivono molte persone benestanti. Quando parlo loro dei destini individuali di persone che vivono nel loro stesso quartiere sono spesso molto toccate e pronte a donare qualcosa. Realizzo quindi una sorta di ridistribuzione all’interno della comunità, al fine di sostenere le persone indigenti. Parliamo di svariate decine di migliaia di franchi all’anno.

Ha detto che saldate fatture come premi di cassa malati o affitti. Si tratta di un aiuto protratto nel tempo?
Scopo del sostegno finanziario è aiutare le persone ad aiutare sé stesse. Se ci facciamo carico di due o tre mesi di affitto diamo un po’ di respiro alle persone in difficoltà. Possono stabilizzarsi emotivamente e sviluppare una propria rete di conoscenze. A volte è sufficiente per rimettersi in piedi e uscire dalla spirale della povertà. Altri non ci riescono. Allora non mi resta altro da fare che rinviare la persona in questione all’ufficio di competenza.

Il suo incarico di pastore del Grossmünster ha coperto un periodo di tempo prolungato. In questo lasso di tempo ha notato un aumento della povertà tra gli anziani?
Difficile dirlo senza dati alla mano. In ogni caso è una questione che mi ha tenuto molto occupato negli ultimi anni. La pandemia di coronavirus e l’isolamento a essa collegato senz’alto hanno aumentato la povertà tra gli anziani. La precarizzazione delle persone costrette a sbarcare il lunario con la rendita minima AVS o le prestazioni complementari è stata particolarmente evidente in questo periodo.

A Zurigo, durante i lockdown per la pandemia di coronavirus, il pastore Sigrist, dal campanile del Grossmünster, proclamava preghiere ed elargiva la sua benedizione a tutta la città e i suoi abitanti (foto: Ursero Bosshard)

Un’iniziativa intende ora aiutare queste persone con una tredicesima mensilità AVS. È un modo giusto per contrastare la povertà degli anziani?
Per molte persone della mia parrocchia una mensilità AVS aggiuntiva sarebbe un grosso sollievo. Chi guadagna bene non può immaginare quanto un contributo di 1.500 franchi all’anno possa migliorare la qualità della vita. Per quanto mi riguarda, l’argomento per cui anche il milionario a Meilen (ZH) riceverebbe 1.500 franchi in più, non è eticamente convincente. Quindi dico decisamente sì alla proposta.

Quali altri approcci sociopolitici potrebbero essere messi in campo per aiutare le persone indigenti?
Un approccio importante è quello delle cosiddette Caring Communities, le comunità di assistenza. Si tratta di sviluppare nei quartieri forme abitative e di solidarietà intergenerazionali. Con l’accompagnamento alla morte delle persone molto anziane la Chiesa ha svolto un ruolo pionieristico. Già soltanto a causa dell’evoluzione demografica sarebbe importante fare progressi in questo ambito.

Cenni biografici
Il sessantunenne Christoph Sigrist ha concluso a fine febbraio di quest’anno il suo servizio come pastore titolare del Grossmünster di Zurigo. Continua il suo impegno come professore affiliato di scienze diaconali all’Università di Berna. Inoltre, è impegnato in varie fondazioni di utilità pubblica, come l’Aiuto delle Chiese evangeliche svizzere (ACES/HEKS) e la Società evangelica del cantone di Zurigo. Vive a Rafz nel cantone di Zurigo, è sposato e ha due figli.

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