Budapest. Irruzione nella sede di una chiesa metodista

Il pastore Gábor Iványi ha ripetutamente criticato Viktor Orbán

15 marzo 2022  |  Alexander Faludy

Il pastore Gabor Ivany (Foto: Fresno)

Funzionari dell’Autorità nazionale delle tasse e delle dogane (NAV) ungherese e agenti di polizia hanno fatto irruzione, lo scorso 21 febbraio, nella sede centrale della Hungarian Evangelical Fellowship (Magyarországi Evangéliumi Testvérközösség, MET), presieduta dal pastore Gábor Iványi (leggi il suo ritratto nella Berner Zeitung).

Il pastore Ivany davanti alla sede occupata (Foto: metegyhaz.hu)

In una dichiarazione diffusa dall’agenzia di stampa governativa MTI, le autorità doganali hanno dichiarato che l'ente umanitario della MET, Oltalom, era “sospettato di aver regolarmente dedotto i contributi degli impiegati tra il 2015 e il 2019 senza però pagarli. L’associazione ha agito illegalmente per anni, danneggiando non soltanto il bilancio [dello Stato], ma anche i propri dipendenti”. Inizialmente i funzionari si erano rifiutati di mostrare il mandato che li autorizzava a entrare, ma lo hanno fatto dopo l’arrivo di un avvocato della MET e di alcuni deputati dell’opposizione. Quest’ultimi si sono avvalsi della propria immunità parlamentare per ottenere l’accesso ai locali durante la perquisizione.

Accuse di frode fiscale

L’autorità doganale sostiene che la MET deve tre miliardi di fiorini ungheresi (8.250.000 franchi svizzeri) di contributi previdenziali non pagati per i propri dipendenti. La MET si dichiara pronta a pagare il dovuto se e quando le verranno versati i 12 miliardi di fiorini (33 milioni di franchi svizzeri) di sussidi statali illecitamente trattenuti.

Durante l'ispezione di polizia (Foto: hungarytoday)

Critiche al premier Orbán

Il pastore Gábor Iványi, una figura di spicco del dissenso anticomunista ungherese negli anni Settanta e Ottanta, è stato deputato dell’ormai dissolto partito liberale SzDSz dal 1990 al 2002. Durante quel periodo ha battezzato i primi due figli del primo ministro Viktor Orbán e ha unito in matrimonio lui e la moglie cattolica romana Anikó Lévai nella cappella di Dankó Street. Ultimamente, tuttavia, il pastore Iványi ha aspramente criticato la deriva di estrema destra del primo ministro, in particolare l’autoritarismo e l’incitamento all’odio nei confronti delle minoranze.
“Ciò che [Orbán] fa è contrario agli insegnamenti di Cristo”, ha detto il pastore Iványi al “New York Times” nel 2019. “È l’esatto opposto di ciò che la Bibbia predica sul modo di trattare i poveri, sulla giustizia, sul servizio responsabile”.

"Budapest, città dai due volti" - Segni dei Tempi RSI

RSI

La MET ha perso il suo status di Chiesa e i sussidi statali dopo l’introduzione della nuova legge ecclesiastica ungherese nel 2012, in un processo ritenuto una vera e propria rappresaglia politica. La MET ha 1.300 dipendenti e 18.000 membri registrati.

Violazione della libertà religiosa

Dal 2012 la Corte costituzionale ungherese ha stabilito due volte che il trattamento di cui è oggetto la MET viola la Legge fondamentale dell’Ungheria. Una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) del 2017 ha stabilito che il trattamento riservato alla MET violava l’articolo 9 della CEDU concernente la libertà di religione o di credo.
La situazione giuridica precaria della MET ne ha destabilizzato le finanze. Nel 2019 la Commissione del Congresso degli Stati Uniti sulla sicurezza e la cooperazione in Europa ha affermato che il governo dell’Ungheria “potrebbe star cercando di cancellare l’esistenza della MET privandola dei benefici accordati ad altre confessioni […] costringendola a destinare risorse per sostenere le continue cause legali in merito alle stesse violazioni”. (da Hungary Today; trad. it. G. M. Schmitt; adat. P. Tognina)

Articoli correlati