Pandemia e giustizia. Nessuno rimanga indietro

Alle ingiustizie sociali, ecologiche ed economiche si aggiunge quella digitale

18 agosto 2021  |  Gaëlle Courtens

foto: Giu Vicente/unsplash

Se prima della pandemia il cosiddetto digital divide - cioè il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell'informazione e chi ne è escluso - era già percepito come un fattore frenante nello sviluppo delle economie, con la crisi sanitaria mondiale il problema ha assunto un rilievo ancora maggiore: chi non dispone di sufficiente “competenza digitale” e non ha accesso agli strumenti necessari, rischia di rimanere indietro, escluso dalla “società dell’informazione”. Vale per le persone in età avanzata cresciute “in analogico”, vale per chi non può permettersi i costosi device - una connessione, un computer, uno smartphone -, vale per molti bambini che si sono trovati da un giorno all’altro a fare “didattica a distanza”, e vale per intere nazioni, che hanno infrastrutture insufficienti.

Quale alfabetizzazione digitale?

Tim Gouw/unsplash

Durante la pandemia, ampi settori delle nostre società sono rimasti esclusi da beni e servizi online (le stime parlano di circa il 40% della popolazione mondiale), ma anche gli abituali utenti attivi in internet non sono sempre “alfabetizzati” a sufficienza per evitare le trappole che circolano sui social. E - salvo qualche rara eccezione - non saranno le superpotenze private del mondo digitale (Facebook, Google, Amazon, Twitter, Apple, Netflix), che grazie alla pandemia hanno realizzato profitti da capogiro, a preoccuparsi di chi manipola le masse attraverso le loro piattaforme. Solo un‘azione concertata e coordinata tra società civile, governi e comunità internazionale potrà promuovere l’alfabetizzazione digitale, anche al fine di salvare il funzionamento delle nostre democrazie liberali. In questo quadro le chiese hanno un ruolo da svolgere? Il Consiglio ecumenico (CEC) di Ginevra e l’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (WACC) con sede a Toronto, sono convinti di sì.

Chiese contro l’ingiustizia digitale

Alex Radelich/unsplash

Nell'ambito di un simposio internazionale dal titolo “Comunicazione per la giustizia sociale nell'era digitale", in calendario dal 13 al 15 settembre, i due organismi cristiani mondiali offriranno la possibilità di esplorare nuove prospettive relative alla gestione dello “spazio pubblico online” e le azioni concrete da intraprendere per il raggiungimento della giustizia digitale a sostegno della dignità, integrità, uguaglianza e libertà di tutti gli esseri umani e delle loro comunità. Co-organizzato da Pane per tutti, Chiesa evangelica in Germania (EKD), Evangelische Mission Weltweit, e dalla Federazione cristiana mondiale degli studenti (WSCF), l'evento si svolgerà sia in presenza che in remoto.

Philipp Lee (foto: Albin Hillert)

“I diritti digitali sollevano questioni morali ed etiche che, se ignorate, possono affievolire il concetto di dignità umana”, afferma il segretario generale della WACC, Philipp Lee, in una intervista concessa al CEC. “La mia speranza - prosegue Lee - è che i partecipanti al simposio riconoscano e comprendano le complessità dell'era digitale e cerchino modi per affrontare squilibri e ingiustizie”.

Cogliere le opportunità

Christiane Gebauer

La pandemia ci ha costretto a riconoscere l’importanza di stare e poter agire dentro la “società dell’informazione”, quel contesto in cui le nuove tecnologie informatiche e di telecomunicazione assumono un ruolo fondamentale nello sviluppo delle attività umane. “Avere la possibilità di comunicare digitalmente con il mondo intero ci ha resi tutti più vicini, come non era mai accaduto prima. Questo nuovo senso di comunità richiede nuovi standard comuni e una revisione costante al fine di garantire la dignità dell'essere umano anche quando è dietro allo schermo", ha detto la venticinquenne Christiane Gebauer, presidente della WSCF Europa. "Esplorare queste sfide, cogliere le grandi opportunità che si aprono davanti a noi e trovare, in questo ambito dove le restrizioni sono rare, un equilibrio tra libertà illimitata e autolimitazione a favore del bene altrui, potrebbe essere uno dei più grandi compiti della mia generazione".

Giustizia sociale nell'era digitale

Albin Hillert/WCC

“Comunicazione per la giustizia sociale nell'era digitale" è il titolo del simposio promosso dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) e dall’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (WACC) che sarà possibile seguire online. L'evento si terrà dal 13 al 15 settembre a Berlino, in collegamento digitale con partecipanti da tutto il mondo. Il simposio si svolgerà in vista dell'undicesima Assemblea del CEC, in agenda tra agosto e settembre 2022 a Karlsruhe (Germania). Quell'assemblea tratterà anche il tema della rivoluzione digitale-tecnologica planetaria, identificata come una delle principali sfide per il nostro tempo. (oikoumene.org)

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