Un weekend per ricordare il destino dei rifugiati

La giornata e la domenica dei rifugiati si svolgono il 19 e 20 giugno

19 giugno 2021  |  Paolo Tognina

Oggi, sabato 19 giugno, e domani, domenica 20 giugno, Giornata mondiale del rifugiato, in dieci città svizzere verranno letti i nomi di oltre 44'000 persone che dal 1993 a oggi sono morte nel tentativo di raggiungere l'Europa. Profughi, migranti, donne, uomini e bambini, il cui nome o la cui traccia sono stati registrati da United Against Refugee Deaths, una ONG che aggiorna costantemente la tragica contabilità delle vittime della migrazione.
In occasione della Giornata del rifugiato, la Chiesa evangelica riformata in Svizzera ha pubblicato, insieme alla Conferenza dei vescovi cattolici, alla Chiesa cattolica cristiana e alla Federazione delle comunità israelite, una dichiarazione che invita a non ignorare la difficile realtà della migrazione.

L'elenco delle vittime

29 novembre: quattro persone provenienti dall'Algeria, clandestini a bordo di un battello, si sono gettate in acqua, a Le Havre, dopo essere state scoperte. Sono tutte affogate. 16 marzo: un uomo, proveniente dall'Iraq, è affogato, a poca distanza dalla costa spagnola, dopo essere caduto in acqua. Si trovava a bordo di un natante. 30 luglio 2012: un uomo dello Zimbabwe muore suicida a Rotherham (GB) dopo il rifiuto definitivo della sua richiesta d’asilo. 10 novembre 2017: una donna e un uomo siriani vengono uccisi a colpi di arma da fuoco dalle guardie di frontiera turche mentre tentano di attraversare il confine tra la Siria e la Turchia. 30 novembre 2017: un barcone si rovescia nello stretto di Gibilterra, 28 persone disperse, un bambino, quattro donne e ventitré uomini.

Heiliggeistkirche, Berna, elenco dei nomi delle vittime

Sono alcuni esempi dei dati raccolti, dal 1993, dall’organizzazione olandese United Against Refugee Deaths e che danno un’identità alle vittime della migrazione. “L’organizzazione cura un elenco dinamico che viene costantemente aggiornato. Nel 2018 si contavano circa 38.000 morti. Oggi è stata superata la soglia dei 44.000”, si rammarica il teologo Pierre Bühler, a Neuchâtel, da molti anni attivo nella sensibilizzazione su questo problema.

Iniziative pubbliche

Per commemorare le vittime della migrazione, sono previste nel finesettimana iniziative in una decina di città svizzere. “Dal 19 maggio in riva al lago, sventoleranno bandierine con su scritti i nomi e le origini dei migranti scomparsi. Domenica 20 maggio ne saranno appese altre al Temple du Bas. Saranno lette nell’arco di diverse ore”, precisa Jocelyne Mussard, diacona presso la parrocchia di Neuchâtel, che partecipa all’organizzazione dell’evento. La giornata si concluderà con una celebrazione interreligiosa che vedrà insieme le parrocchie cattolica e riformata, la comunità israelita e il cappellano musulmano del centro per richiedenti l’asilo di Perreux. “Fare questa manifestazione al Temple du Bas ha un grande significato simbolico, in quanto l'edificio, costruito nel 17. secolo, era stato costruito per accogliere i rifugiati ugonotti”, conclude Mussard.

Non restare impassibili

Anche a Coira saranno ricordati i destini dei migranti, come ci dice Monica Capelli, della locale sezione di Amnesty International: "Sabato, 19 giugno, a partire dalle 11, e fino al giorno seguente, alle 11, leggeremo ininterrottamente, per 24 ore, i nomi delle persone che sono decedute nel tentativo di raggiungere l'Europa. E questo succederà nella Martinskirche, a Coira. Quei nomi saranno scritti anche su strisce di stoffa che appenderemo all'esterno della chiesa". A lanciare questo tipo di commemorazione, in Svizzera, è stata la Offene Kirche di Berna, precisa Capelli. "Sono loro ad avere i contatti con l'associazione United, che si occupa di aggiornare costantemente l'elenco delle vittime".

Martinskirche, Coira, azione per i rifugiati

A Coira l'azione è sostenuta anche dalla Chiesa riformata. "La Chiesa riformata nei Grigioni ha uno specifico ufficio che si occupa dell'accompagnamento dei migranti in questo cantone. È dunque evidente che la chiesa sostenga un'iniziativa come questa", sottolinea Rita Gianelli, giornalista, responsabile dell'Ufficio per i migranti della chiesa evangelica nei Grigioni. "Ci battiamo per una politica umana nel settore della migrazione e dell'asilo e cerchiamo perciò di dare una voce ai migranti e ai rifugiati. La politica attuale non è per nulla attenta alla dignità delle persone, i rifugiati vengono respinti, ricacciati, e molta gente soffre per questo. Insieme ad Amnesty e a tutte le altre organizzazioni che partecipano alla Giornata del rifugiato vogliamo fare sentire la voce dei migranti. E questa azione rappresenta un segnale forte per far sentire la voce di chi non ha una voce".

Chiamarli per nome

L’iniziativa che ricorda le vittime della migrazione, intitolata: “Beim Namen nennen” (Chiamarli per nome”) intende sensibilizzare la popolazione sulle tragedie che avvengono a volte proprio alle porte dell’Europa. Un continente che, per Pierre Bühler, non riesce a introdurre misure chiare per tentare di arginare questa tragedia umanitaria in cui anche la Svizzera ha la sua parte di responsabilità: “Facendo parte dello spazio Schengen noi sosteniamo ad esempio l’agenzia europea della guardia di frontiera e costiera Frontex che protegge le frontiere esterne dello spazio di libera circolazione dell’Unione europea”. La Svizzera non deve restare indifferente di fronte a questa tragedia, ma “diventare un esempio di solidarietà in materia di accoglienza e offrire così un modello positivo al resto dell’Europa”.

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