La Banca Nazionale Svizzera incentiva la crisi climatica?

Una petizione chiede alla BNS di disinvestire dai combustibili fossili

01 maggio 2021

Ambientalisti protestano davanti alla sede della BNS (foto Patrik Kummer)

La Banca Nazionale Svizzera (BNS) dovrebbe rinunciare agli investimenti nei combustibili fossili che alimentano il riscaldamento globale. È ciò che chiedono le organizzazioni di cooperazione allo sviluppo Pane per tutti e Sacrificio Quaresimale in una petizione firmata da quasi 14’000 persone. La petizione è stata consegnata alla BNS sulla Piazza Federale a Berna.
Alla fine del 2019, la Banca Nazionale Svizzera deteneva quasi sei miliardi di dollari di azioni in società di combustibili fossili finanziando pertanto emissioni per 43 milioni di tonnellate di CO2 all'anno. Queste emissioni sono quasi pari alle emissioni nazionali della Svizzera. Secondo un rapporto di “Artisans de la transition”, la strategia di investimento della BNS promuoverebbe un riscaldamento globale da quattro a sei gradi entro il 2100.

La BNS è in ritardo

In una petizione firmata da 13’929 persone, Sacrificio Quaresimale e Pane per tutti chiedono quindi alla BNS di rinunciare immediatamente agli investimenti in combustibili fossili. La petizione è stata consegnata a un rappresentante della BNS mercoledì 28 aprile sulla Piazza Federale a Berna.
La strategia di investimento della BNS, affermano i promotori della petizione, è in contrasto con le sue direttive. Queste stabiliscono che la banca deve astenersi dall'investire in aziende che “violano in modo patente diritti umani fondamentali o che causano sistematicamente gravi danni ambientali”. Durante la Campagna ecumenica di quest'anno, denominata “Giustizia climatica adesso”, Pane per tutti e Sacrificio Quaresimale hanno riferito che sono soprattutto le popolazioni dei paesi del Sud a soffrire di più le conseguenze del riscaldamento globale, con ad esempio l’aumento del numero di uragani o l'allungamento delle siccità.

"La sfida della giustizia climatica", Segni dei Tempi RSI La1

RSI

Un movimento globale

Alcune banche centrali si stanno ritirando dai combustibili fossili per ragioni climatiche e per ridurre il rischio di perdite finanziarie. Per rispettare l'Accordo di Parigi sul clima, la Banca di Francia, per esempio, prevede di eliminare completamente il carbone ed escludere le compagnie petrolifere e del gas dal suo portafoglio entro il 2024. Uno studio pubblicato a fine marzo dall'ONG Positive Money conferma che la BNS è in ritardo rispetto alle banche centrali dei paesi vicini in termini di protezione del clima, ma anche rispetto ai corrispondenti istituti dell'UE, del Regno Unito, del Brasile e della Cina. (PPT/SQ/ve)

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