Europa. La Carta ecumenica compie 20 anni

Il 22 aprile a Strasburgo una celebrazione ecumenica via zoom

14 aprile 2021

(ve/gc/sir) In un’Europa attraversata da “vecchie e nuove divisioni”, sfidata dalla crisi pandemica, ferita da disuguaglianze sociali ed economiche, le chiese ribadiscono l’impegno ad essere “strumenti di unità” e lavorare insieme “per la promozione della giustizia e della pace”.

Lo fanno con una Dichiarazione congiunta firmata dai presidenti del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (CCEE) e delle Conferenze delle chiese europee (KEK) in occasione del 20° anniversario della Charta Oecumenica. Il testo fu firmato a Strasburgo il 22 aprile 2001 e rappresenta ancora oggi “un documento fondamentale che cerca di preservare e sviluppare la fratellanza tra le chiese europee”.

Gli sforzi delle chiese

Facendo un bilancio dei due decenni appena trascorsi, il pastore Christian Krieger, presidente KEK, e il card. Angelo Bagnasco, presidente CCEE, riconoscono come nel continente europeo si sia vissuto in questi anni “un periodo di pace, insieme a un miglioramento delle relazioni ecumeniche”. “Sono stati raggiunti diversi accordi teologici e una nuova generazione di teologi è stata formata ecumenicamente. Sono fiorite diverse iniziative interreligiose. Le chiese hanno rafforzato il loro lavoro verso un mondo giusto e pacifico, non da ultimo a causa del crescente movimento di persone da altri continenti e hanno aumentato i loro sforzi per la cura del creato”. Tutto ciò è stato anche merito alla Charta Oecumenica che “ha contribuito e dato nuovo vigore a tutta questa crescita e trasformazione”.

Le sfide delle chiese

Nonostante però i progressi compiuti, le chiese e le società europee continuano ad essere sfidate da tutti i tipi di divisione. “Vecchie e nuove divisioni nella chiesa - si legge nella Dichiarazione - hanno bisogno di guarigione, le disuguaglianze sociali ed economiche richiedono la trasformazione dei nostri atteggiamenti e delle nostre strutture. Le continue minacce alla democrazia e all’ambiente naturale richiedono una rinnovata attenzione alla totalità della vita. La ricomparsa di conflitti armati e attacchi terroristici in alcune parti del continente negli ultimi anni richiede pentimento, perdono e giustizia”. Nella Dichiarazione, i presidenti fanno riferimento anche alla sfida della pandemia da Covid-19 e ribadiscono il loro “impegno a testimoniare Cristo come nostro Salvatore e la sua promessa di una vita trasformata nella potenza dello Spirito Santo”.

“In questo senso desideriamo essere strumenti per questa unità e impegnarci nuovamente per rafforzare la comunione ecclesiale attraverso la preghiera e l’azione comuni, offrendo al contempo il nostro servizio al mondo per la promozione della giustizia e della pace”, si legge ancora nella Dichiarazione.

Celebrazione via zoom

Nell’ambito delle celebrazioni per questo anniversario, il CCEE e la KEK organizzano, per il 22 aprile 2021, dalle 19 alle 20.30, un momento ecumenico online, dal titolo: “Siate allegri nella speranza, pazienti nella sofferenza, perseveranti nella preghiera”. Per l’occasione verrà pubblicato un sussidio, che sarà disponibile per il download gratuito sui siti dei due organismi ecclesiali europei. Per partecipare all’evento è necessario iscriversi online. Si potrà seguire il livestream anche su YouTube.

Pilastro del dialogo ecumenico 

La Charta rappresenta uno dei pilastri dell’ecumenismo a livello europeo e riunisce le chiese protestanti, cristiano-cattoliche, ortodosse e cattolica. 

Il documento fu firmato il 22 aprile 2001 a Strasburgo dagli allora allora presidenti della KEK e del CCEE, rispettivamente il metropolita ortodosso Geremia e il cardinale Miloslav Vlk, arcivescovo di Praga, al termine di un intenso incontro ecumenico, che radunò circa 200 partecipanti provenienti da tutta Europa.

In Svizzera, la Charta venne firmata dalle chiese appartenenti alla Comunità di lavoro nazionale il 23 gennaio 2005 nella collegiata di St-Ursanne, nel Giura, in diretta televisiva. In Ticino, venne ufficialmente consegnata dalla Comunità di lavoro cantonale al vescovo di Lugano e al presidente del Consiglio sinodale della Chiesa evangelica riformata.

Ecumenismo vissuto

Il pastore battista italiano Luca Maria Negro, attuale presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, fu intensamente coinvolto nella preparazione e nella firma della Charta oecumenica in quanto segretario per le comunicazioni della KEK, ruolo che svolse dal 2001 al 2010. “Il mio ricordo più vivo - ha dichiarato a Voce Evangelica - è relativo alla particolare composizione dell’incontro ecumenico europeo nel corso del quale la Charta è stata sottoscritta. Si è infatti trattato di un incontro ad alto tasso di partecipazione giovanile: 100 leader delle chiese e altrettanti giovani cattolici, ortodossi e protestanti. Pastori, presidenti, vescovi e arcivescovi, seduti allo stesso tavolo con giovani delle chiese, hanno dialogato sui temi della Charta, la cui diffusione è stata simbolicamente affidata proprio ai giovani durante la celebrazione conclusiva nella Chiesa di San Tommaso”.

Mons. Aldo Giordano, allora segretario generale del CCEE e ora nunzio apostolico in Venezuela, per parte sua a Voce Evangelica ha detto: “Dopo 20 anni, la Charta ha la maturità e la giovinezza per essere rilanciata, per suscitare una nuova onda di studi, dialoghi, incontri, azioni concrete, progetti”.

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