Tempo del Creato 2020

Dal 1. settembre al 4 ottobre si rinnova il periodo liturgico del “Tempo del Creato” celebrato ecumenicamente

02 settembre 2020

(gc/ve) Da più di trent’anni protestanti, cattolici ed ortodossi si dedicano alla salvaguardia del Creato, una preoccupazione che va di pari passo con il tema della giustizia e della pace.
Quest’anno, a livello mondiale, il tema scelto per il periodo liturgico del “Tempo del Creato” è: “Giubileo della terra: nuovi ritmi, nuova speranza”. L’idea è di riflettere sul bisogno di far riposare la Creazione, di concederle una tregua, una necessità la cui urgenza si è materializzata durante il confinamento per la pandemia da coronavirus.
Per le chiese svizzere, invece, quest’anno la ricorrenza vuol essere un’opportunità anche per ragionare sulla vista - uno dei cinque sensi accanto all’olfatto, il gusto, il tatto e l’udito -, perché per saper agire, bisogna anzitutto saper guardare.

Kurt Zaugg-Ott

Vedere come provocazione
Con il 2020 volge al termine il quinquennio dedicato ai “cinque sensi” promosso dall’Ufficio ecumenico Chiesa e Ambiente (OeKU), con sede a Berna. Per questo “Tempo del Creato” l’OeKU invita le parrocchie e comunità locali a riflettere, pregare e agire ecumenicamente stimolando la percezione visiva. "Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona”: è il versetto biblico (Genesi 1,31) proposto, riferito al momento in cui Dio, visibilmente soddisfatto, guarda alla sua opera della Creazione sottolineandone la bellezza e l’incommensurabile valore. “Per le persone con una coscienza ecologica si tratta di una provocazione - spiega il teologo Kurt Zaugg-Ott, direttore di OeKU -. Chi sa guardare alla natura senza preconcetti ne percepisce la bellezza, ma anche la dimensione minacciosa, e quindi ne coglie la distruzione da parte dell’uomo che si esplicita nella diminuzione della biodiversità e nella crisi climatica”. Lottare allora per la conservazione di tutta la Creazione: questo lo scopo che l’OeKU si augura con questa iniziativa che chiama a guardare, vedere, e poi agire.

Vedere e agire
Numerosi gli appuntamenti in agenda in tutta la Svizzera: si comincia il 1. settembre con una celebrazione ecumenica a Berna nella Dreifaltigkeitskirche, e poi via via in tutti i cantoni si susseguiranno varie iniziative.

Curare il Creato in tempo di pandemia
Il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), insieme ai suoi partner ecumenici, ha pubblicato una guida rivolta alle comunità, contenente una preghiera ecumenica, risorse liturgiche, meditazioni e consigli su come attivarsi concretamente per la protezione dell’ambiente. La guida aiuta altresì ad esplorare la realtà alla quale siamo tutti confrontati quest’anno con il nuovo coronavirus: infatti, la pandemia ha rivelato l’interconnessione tra la fragilità della natura e dell’essere umano da una parte, e tra le nostre economie, strutture politiche, catene di produzione alimentari, i sistemi sanitari, energetici e di trasporto dall’altra. “La crisi del COVID-19 ci ha messo di fronte all’evidenza: far riposare la terra dallo sfruttamento umano può salvare non solo la natura, ma vite”, ha fatto notare Louk Andrianos, consulente del CEC per la cura del Creato, la sostenibilità e la giustizia climatica. “Si tratta di una lezione ‘eco-teologica’ per la lotta alla crisi climatica”, ha aggiunto.

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