Violenze e abusi: riformati in ritardo?

La Chiesa riformata in Svizzera pubblica delle raccomandazioni

02 febbraio 2020

(Antonia Moser) Il sito della Chiesa evangelica riformata in Svizzera (CERS) pubblica delle raccomandazioni riguardanti la prevenzione degli abusi e delle violazioni dei limiti. Il Consiglio dell’allora Federazione delle chiese evangeliche le aveva adottate nel 2016. Perché queste raccomandazioni vengano pubblicate solo ora e perché la CERS assuma, in merito alla prevenzione degli abusi, soltanto un ruolo di coordinamento lo spiega la teologa Bettina Beer, responsabile del progetto.

Il progetto della CERS si chiama “Prevenzione delle violazioni dei limiti e degli abusi sessuali”. Che cosa si intende esattamente con “violazioni dei limiti”?
Le violazioni dei limiti hanno luogo prevalentemente in una zona grigia, dove non è chiaro se sia effettivamente avvenuto un abuso oppure no. Quando per esempio un pastore in un colloquio di assistenza spirituale poggia la mano sulla spalla di una persona, le sue intenzioni possono essere totalmente innocenti, ma la persona che ha di fronte può percepire il gesto come una violazione dei limiti. Ogni volta che ci imbattiamo in relazioni asimmetriche e in uno squilibrio di potere possono emergere queste zone grigie. Bisogna prestare particolare attenzione al riguardo nei settori dell’assistenza pastorale, delle attività con i giovani e del lavoro con i bambini.

Bettina Beer, CERS

Esistono dati relativi agli abusi sessuali nella Chiesa evangelica riformata?
A livello nazionale non viene condotta alcuna statistica. In qualche caso sono le chiese cantonali a farlo.

Quali misure ha adottato ora la CERS per evitare le violazioni dei limiti?
La responsabilità primaria spetta alle chiese cantonali e alle parrocchie. Sono loro ad assumere il personale. Molte chiese hanno quindi già un concetto di protezione. Dallo scorso autunno la CERS dispone di raccomandazioni per le chiese membro che adesso possono essere consultate anche online.

Questo significa che la Chiesa evangelica riformata in Svizzera non assume un ruolo attivo nella lotta contro gli abusi?
La CERS ha una funzione di coordinamento, il compito principale spetta alle chiese cantonali.

A che punto sono le singole chiese cantonali? Resta ancora molto da fare?
Due terzi delle chiese cantonali hanno già un concetto di protezione efficiente. Altre prendono le nostre raccomandazioni come impulso per esaminare le proprie misure e all’occorrenza rivederle. E spero che anche alcune chiese che finora non hanno potuto occuparsi della questione decidano ora di affrontarla.

Anche la CERS ha un proprio concetto di protezione?
Nella Cancelleria della CERS a Berna lavorano 33 collaboratori e collaboratrici. Poiché non vi sono volontari o minorenni abbiamo rinunciato a un concetto di protezione di ampia portata. Lavoriamo però con un ombudsman esterno al quale ci si può rivolgere. Tutti alla CERS ne sono a conoscenza.

La CERS ha stanziato 10.000 franchi. La Chiesa evangelica in Germania ha parlato di 1,3 milioni di euro solo per l’elaborazione dei casi di abuso...
Non si trattava di creare un concetto completamente nuovo, ma di analizzare gli approcci funzionanti delle nostre chiese membro e di riunirli in un quadro d'insieme. Per fare ciò i fondi erano sufficienti. E non dobbiamo dimenticare che sono le chiese cantonali a finanziare il grosso della prevenzione e della lotta contro le violazioni e gli abusi. Perciò nel complesso le chiese evangeliche riformate in Svizzera spendono ben più di 10.000 franchi.

La Chiesa cattolica romana si occupa già da tempo della questione degli abusi e delle violazioni dei limiti. La Chiesa riformata è in ritardo?
Nelle chiese evangeliche riformate cantonali è già da tempo una questione di attualità. Alcune stanno già rivedendo il loro primo concetto di protezione elaborato 20 anni fa. Perciò non mi pare che ci siano ritardi.

Come andrà avanti il progetto contro le violazioni e gli abusi?
Il progetto è in fase di valutazione. I risultati dovranno poi tornare al Consiglio della CERS. Una decisione per il futuro non è quindi ancora stata presa. In ogni caso il feedback dei responsabili cantonali è stato finora molto positivo.

Bettina Beer-Aebi è pastora e responsabile del progetto CERS “Prevenzione delle violazioni dei limiti e degli abusi sessuali”. (da reformiert.; trad. it. G. M. Schmitt; adat. P. Tognina)

Temi correlati

società abusi CERS

Articoli correlati