Aggressione antisemita a Zurigo, condanna congiunta di riformati e cattolici

“Non esiste alcuna giustificazione religiosa per i crimini d'odio”

07 marzo 2024

(foto: Kenny Eliason/unsplash)

(ve/gc) Il 6 marzo il Consiglio della Chiesa evangelica riformata in Svizzera (CERiS) e la Conferenza episcopale svizzera hanno diffuso una Dichiarazione congiunta relativamente al violento attacco da parte di un adolescente svizzero-tunisino contro un ebreo ortodosso, verificatosi lo scorso 2 marzo a Zurigo. Pubblichiamo di seguito la dichiarazione nella sua integralità.

“Il Consiglio della CERiS e la Conferenza dei vescovi svizzeri condannano con la massima fermezza il violento attacco contro un membro della comunità ebraica avvenuto il 2 marzo 2024 a Zurigo. Profondamente commossi e scioccati, esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alla vittima e alla sua famiglia e la nostra totale solidarietà alla comunità ebraica in Svizzera.

I nostri concittadini di fede ebraica hanno il diritto di sentirsi al sicuro e di vivere in sicurezza. Questo attacco è un crimine d'odio, un atto che rappresenta una nuova fase dell'escalation antisemita degli ultimi mesi. Ci rallegriamo espressamente del fatto che l'associazione di riferimento delle organizzazioni islamiche cantonali di Zurigo, la VIOZ, abbia preso le distanze in modo inequivocabile dalle motivazioni religiose espresse. Infatti, non esiste alcuna giustificazione religiosa per i crimini d'odio. 

Noi, cristiani, cittadini, prendiamo le distanze da tutte le correnti estremiste, fondamentaliste o violente che minacciano sia la pace religiosa sia il rispetto per chi la pensa diversamente nella nostra società. Siamo preoccupati che i giovani della nostra società siano sospinti a incitare all'odio e a commettere attentati. Attendiamo le indagini su questo crimine per stabilire quali vulnerabilità della nostra società hanno permesso che ciò accadesse.

Confermiamo il nostro impegno per il dialogo tra i membri delle diverse comunità religiose, per la pace religiosa nel nostro Paese e per una vita condivisa basata sul rispetto, l'accettazione e la solidarietà. Il Consiglio della CERiS e la Conferenza episcopale svizzera invitano a assumere questa responsabilità, impegnandoci insieme contro ogni forma di odio e di esclusione”.

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