Giornata svizzera del patrimonio religioso

Venerdì 27 agosto la 4ª edizione verterà sul tema della flessibilità

25 agosto 2021

(ve/gc) Meno credenti, più dibattiti: così potrebbe definirsi in uno slogan la situazione ormai ben nota dei luoghi di culto nelle nostre società secolarizzate. Chiese sempre più vuote, dunque? Non è detto: piuttosto, gli spazi - da cultuali - si fanno sempre più culturali.

Il 27 agosto in Svizzera ricorre la Giornata del patrimonio religioso. Per l’occasione la Facoltà di teologia dell’Università di Berna promuove un simposio con al centro la riflessione sulla flessibilità degli edifici religiosi. Il tema è anche di natura architettonica: come rendere fruibili questi spazi se vogliamo comunque continuare a dedicarli, se non alla religione, almeno al dibattito sulla religione? Teologi, architetti, storici dell'arte e ministri di culto prenderanno in esame una serie di casi specifici, al fine di esplorare il potenziale di questi luoghi, molto più adattabili di quanto si possa credere. Ad aprire i lavori della giornata sarà il teologo Johannes Stückelberger, esperto in materia. Tra i relatori all’incontro bernese figura l'architetta Sabine Nemec-Piguet, membro della Commissione federale per i monumenti storici e già direttrice generale dell'Ufficio del patrimonio e dei siti del canton Ginevra, secondo la quale questi monumenti storici devono diventare appunto “luoghi di dibattito sulla religione e aprirsi alla città”. L’ha intervistata Lucas Vuilleumier di Protestinfo

Sabine Nemec-Piguet
“Flessibilità” è il tema della prossima Giornata svizzera del patrimonio religioso. Come intendere questo concetto?

L'uso degli edifici religiosi è cambiato considerevolmente. Da diversi decenni le comunità religiose hanno sempre più difficoltà convogliarvi le persone. Tuttavia, questo non significa che la gente non stia cercando la spiritualità. Pertanto, le pratiche religiose devono essere riconsiderate. Naturalmente, ci sono ancora persone che vogliono partecipare ai culti o alle messe tradizionali, ma molte persone stanno spingendo le istituzioni cristiane a trattare la religione e le questioni di fede in modi diversi dalla liturgia, per esempio offrendo dibattiti o attività sul tema, o fornendo spazi di meditazione aperti a tutti. Questa è la flessibilità. Il ruolo delle chiese oggi è quello di offrire luoghi di riflessione sulla spiritualità, di fornire risposte altre rispetto a quelle prettamente teologiche e di prendere posizione nello spazio pubblico.

Diventa dunque inevitabile oggi parlare di religione in modo laico?

Ma direi di parlare di “laicità” tra virgolette, perché quel che viene richiesto oggi si colloca a metà tra laicità e religione. Diventa importante fornire una prospettiva religiosa nella città alle persone che si interrogano. L'aumento dei fondamentalismi ha anche portato molti cristiani a mettere in discussione le proprie pratiche. Siamo di fronte ad una sterzata intellettuale alla quale le chiese devono assolutamente rispondere.

Quindi, quando si parla di flessibilità, s’intende non soltanto l'apertura dei luoghi di culto ad attività profane o ad espressioni artistiche?

Anche se la cattedrale di Losanna ospita concerti già dagli anni '70, protestanti e cattolici sono stati lenti ad aprire le porte dei propri luoghi di culto a concerti pubblici. Oggi, la questione delle attività puramente culturali e secolari si pone nella misura in cui le comunità religiose devono diversificare le loro fonti di finanziamento. Questo è particolarmente vero a Ginevra, a causa della separazione tra chiesa e stato. Nel canton Vaud, invece, la cattedrale di Losanna, pur facendo parte di una parrocchia che vi tiene funzioni religiose, è interamente mantenuta e restaurata con fondi pubblici.

Il ruolo delle chiese oggi è quello di fornire risposte altre rispetto a quelle prettamente teologiche

 — Sabine Nemec-Piguet

Concretamente, come rendere un edifico religioso “flessibile”?

Nel XXI secolo ereditiamo edifici che sono stati progettati per altri tempi e altre pratiche. Una cattedrale del XIV secolo è per definizione molto flessibile, perché già all'epoca era polivalente. Non è così complicato adattare una cattedrale per ospitare conferenze politiche, concerti, o per realizzarvi un negozio di libri o una cartoleria, o per sfruttare una cappella laterale per fare conferenze o crearvi uno spazio di meditazione. Tutto dipende dall'architettura originaria. Più l'edificio è piccolo, più è difficile essere flessibili, e naturalmente non si possono spostare i muri.

Il programma del simposio bernese per la Giornata si concentra anche sul mobilio, l’illuminazione, la tecnologia e l’acustica.

E giustamente. E questi quattro elementi sono importanti sia per le attività ecclesiali, che per quelle più profane. Tutti gli antichi luoghi di culto sono stati elettrificati alla fine del XIX secolo, e queste installazioni sono state modernizzate durante le ristrutturazioni degli anni '60. Tuttavia, gli impianti elettrici dell'epoca sono diventati obsoleti, sia tecnicamente che esteticamente. Per quanto riguarda l'illuminazione, oggi abbiamo una tecnologia favolosa. Nella cattedrale di San Pietro a Ginevra, per esempio, le recenti modifiche di illuminazione hanno letteralmente trasformato l'atmosfera del luogo. Con la Riforma nel 1536 la chiesa fu spogliata completamente. Oggi, la qualità della luce rivela l'architettura, i suoi volumi impressionanti e la bellezza della pietra.

Più l'edificio è piccolo, più è difficile essere flessibili

 — Sabine Nemec-Piguet

Rendering del progetto per il Tempio della Fusterie a Ginevra
Il 27 agosto a Berna lei interverrà sul Tempio della Fusterie a Ginevra. Quali sono le sfide principali da affrontare in vista dell’imminente ristrutturazione?

Proprio la Fusterie, che appartiene alla Chiesa protestante di Ginevra, è uno di quei luoghi dedicati sia alla riflessione religiosa, sia ad attività culturali e ricreative. Si tratta del primo tempio costruito dai protestanti di Ginevra. Molti altri luoghi di culto anticamente erano chiese cattoliche, poi trasformate con l’arrivo della Riforma protestante. Costruito nel 1715 in un contesto medievale, il Tempio della Fusterie svolge un ruolo urbano importante, anche se la zona molto commerciale in cui si trova oggi non lo valorizza a pieno. Per accogliere gli spettacoli, le conferenze e le esposizioni che vi si propongono, è necessario costruire un back office comprendente camerini, servizi igienici, locali tecnici e una piccola sala prove. Questo progetto, che ha già ricevuto l'autorizzazione ufficiale, sarà eseguito sotto la struttura del tempio, con le fondamenta da consolidare completamente.

Per approfondimenti sul progetto del Tempio della Fusterie clicca qui

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