Cento anni fa il massacro razzista in Oklahoma

Strage nel quartiere nero di Greenwood, a Tulsa, uccisioni e saccheggi

31 maggio 2021  |  Paolo Tognina

Il quartiere di Greenwood brucia (foto U.S. Library of Congress)

Fra il 31 maggio e il 1. giugno 1921, cento anni fa, si consumò il peggiore episodio di violenza razziale nella storia degli Stati Uniti. Le vittime ufficiali furono una quarantina, ma stime attendibili parlano oggi di circa trecento morti, neri e bianchi.
Per decenni l'establishment bianco ha cercato di cancellare la memoria del massacro, impedendo che entrasse nei manuali di storia degli Stati Uniti, facendo sparire le tracce negli archivi dei giornali e delle forze dell'ordine. Nel 2019, la serie televisiva HBO "Watchmen" ha rivelato al pubblico le dimensioni della tragedia.

Presunta violenza

Negli anni Venti del secolo scorso, Tulsa contava centomila abitanti, diecimila dei quali afroamericani confinati nel quartiere di Greenwood, abitato da molti neri benestanti e perciò soprannominato "Black Wall Street".
Il 30 maggio si diffuse la notizia di una presunta violenza sessuale perpetrata da un diciannovenne di colore, Dick Rowland, ai danni di una diciassettenne bianca, Sarah Page. L'arresto del giovane afroamericano venne subito annunciato dalla stampa locale: "Nab Negro for Attacking Girl in an Elevator" ("Preso un negro che ha attaccato una ragazza in un ascensore").

La didascalia recita "Little Africa on fire", la "piccola Africa" in fiamme (foto McFarlin Library, University of Tulsa)

Centinaia di persone inferocite si riunirono all’esterno del carcere in cui il ragazzo era detenuto. La folla intendeva procedere al linciaggio, ma lo sceriffo Willard McCullough schierò i suoi uomini a difesa di Rowland. In breve l’isteria crebbe e si scatenò la violenza. Alcuni afroamericani, reduci della prima guerra mondiale, organizzarono la difesa armata di Greenwood, ma vennero sopraffatti. Il quartiere fu pure sorvolato a più riprese da aerei che gettarono bombe incendiarie e spararono su chiunque si trovasse per strada.

Blood on Black Wall Street

Distruzione e morte

Secondo una stima, furono bruciate 1256 abitazioni, mentre altre 215 furono saccheggiate. Vennero distrutti un ospedale, una scuola, due sedi di giornale, chiese, negozi e molte altre attività. Il governatore dello Stato istituì la legge marziale e venne inviata in Oklahoma la Guardia Nazionale. Nelle ore successive le accuse contro Dick Rowland caddero, Sarah Page dichiarò alla polizia di non volerle convalidare.

Bilancio del Tulsa Race Massacre

L'Oklahoma Bureau of Vital Statistics registrò ufficialmente 36 morti. Alcuni storici stimano tuttavia che il bilancio potrebbe essere stato molto più pesante. Nel 2001, il rapporto della Race Riot Commission ha concluso che tra 100 e 300 persone - in maggioranza neri - sono state uccise. Più di 800 persone finirono in ospedale - in maggioranza bianchi, in quanto le strutture sanitarie di Greenwood furono distrutte e gli abitanti del quartiere difficilmente potevano essere ricoverati negli ospedali cittadini, riservati ai bianchi - e circa 6'000 afroamericani furono posti agli arresti in grandi strutture improvvisate, molti di loro per diversi giorni. Più di 8'000 persone rimasero senza casa in seguito alle violenze che sconvolsero Tulsa per una giornata e mezza lasciando nel quartiere nero di Greenwood una desolante distesa di rovine fumanti.

Il pastore Robert Turner guida una commemorazione a Tulsa (foto RNS)

In occasione del centenario della strage, sono state numerose le manifestazioni che hanno ricordato quegli avvenimenti e che hanno ribadito la richiesta di risarcimenti alle vittime e ai loro discendenti, finora sempre negati malgrado le ripetute domande.

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