In Germania prove di riapertura delle chiese

Prime messe celebrate in Sassonia applicando misure di precauzione

22 aprile 2020

(ve/pt) La Sassonia è il primo Land tedesco ad avere allentato il divieto di celebrare funzioni religiose. A Lipsia, lunedì 20 aprile, la messa è stata celebrata davanti a un pubblico di quindici persone, il numero massimo consentito attualmente.

Non è la normalità
"Siamo lontani da una situazione di normalità", ha constatato la giornalista Karin Wollschläger, dell'agenzia cattolica tedesca KNA. "Le persone presenti in chiesa hanno dovuto iscriversi tramite un servizio doodle, o telefonando, e i loro nomi sono stati registrati in una lista". Raggiunto il numero massimo consentito, la lista è stata chiusa. Per soddisfare la richiesta, nella Propsteikirche di Lipsia lunedì sono state celebrate tre messe. Più di un centinaio di altre persone si sarebbero già annunciate per le seguenti celebrazioni.

Bisogna iscriversi
Nella chiesa, i posti a sedere sono segnati con dei numeri: in questo modo è garantita la distanza tra i partecipanti. Le mascherine, durante la messa, non sono obbligatorie. In Sassonia è obbligatorio portarle solo nei supermercati e sui mezzi di trasporto pubblici.
Il celebrante informa i presenti che sarà necessario, durante la cerimonia, mantenere le distanze e attenersi a tutte le norme d'igiene. "Siate prudenti - avverte il prete -, le funzioni religiose sono permesse, ma ci troviamo ancora in una fase sperimentale".

Dibattito acceso
Prima di Pasqua, la questione della legittimità del divieto di celebrare funzioni religiose è stata oggetto di un intervento della Corte costituzionale tedesca. I giudici hanno ribadito il primato della protezione dai "pericoli per il corpo e la vita", ma hanno riconosciuto che il divieto di riunione nelle chiese costituisce una "grave limitazione dell'esercizio della libertà religiosa".

Il dibattito, tuttora in corso in Germania, coinvolge anche esponenti delle due confessioni proncipali e vede due fronti opposti: da un lato c'è chi sostiene che le caute aperture del governo nei confronti della ripresa delle attività deve essere estesa subito anche alle chiese, dall'altra c'è chi preferisce attendere. I primi accusano i secondi di essere troppo ligi nell'applicare le leggi dello stato e arrivano a invocare atti di resistenza, i secondi respingono l'idea che le norme dello stato siano da interpretare come un'ingerenza nella sfera ecclesiastica e rispondono affermando che applicare le norme di igiene e distanziamento sociale sia semplicemente un atto di responsabilità.

Anche l'eucaristia
Durante la messa, a Lipsia, viene celebrata anche la comunione. L'ostia non è stata disinfettata - "per evitare che abbia un cattivo gusto", affermano i responsabili della chiesa - e il prete, munito di guanti, la poggia sulle mani dei comunicanti.
"Dopo cinque settimane è stato commovente", afferma una coppia di anziani al termine della messa. Una giovane donna aggiunge: "Ero curiosa di vedere come sarebbe stato. Ed è stato bello". Un papà, con il figlio di due anni, dice: "Ho avuto l'impressione che tutto fosse preparato con molta attenzione. Di certo non un ritorno alla normalità, ma piuttosto una fiammella di speranza".

Gerhard Feige

Riserve cattoliche
A battersi per la ripresa delle funzioni religiose sono soprattutto esponenti cattolici, mentre tra gli evangelici sembra esserci meno fretta. Ma in entrambe le confessioni si trovano voci diverse. Così il vescovo cattolico di Marburg, Gerhard Feige, in un commento per il portale d'informazione katholisch.de, si è mostrato scettico. "Non posso immaginare come possano piacere a Dio e servire all'elevazione dei fedeli delle funzioni alle quali si può accedere solo su prenotazione, con un numero limitato di partecipanti, dovendo portare magari una mascherina, passare attraverso un rito di disinfezione prima di accedere al sacramento e distribuire l'ostia magari con una pinza liturgica ancora tutta da inventare", il suo commento.

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