In memoria del teologo Ernesto Cardenal

Funerali del teologo, rivoluzionario e poeta deceduto all'età di 95 anni

04 marzo 2020

(ve/epd) Considerato da alcuni alla stregua di un idolo, apertamente disprezzato da altri, Ernesto Cardenal è stato una delle figure più importanti della vita culturale in America Latina. Da teologo ha bisticciato con la sua chiesa, da rivoluzionario con gli ex compagni. In Germania lo scomodo pensatore con il basco calato sui capelli ribelli era diventato un simbolo della sinistra. Il convinto marxista e teologo della liberazione è morto domenica all'età di 95 anni.

Disaccordo con i compagni
"Non sono un estremista", aveva detto Cardenal in una conferenza in Messico lo scorso dicembre. E aveva proseguito, rivolgendosi evidentemente al presidente nicaraguense Daniel Ortega che il poeta cattolico non si stancava mai di criticare: "Chiedere più democrazia non è una forma di estremismo". Ortega, ex compagno di Cardenal per la liberazione del Nicaragua dalla dittatura di Anastasio Somoza, governa da anni il Paese con metodi autoritari. "Ciò che protegge Ernesto Cardenal dalla repressione che minaccia altri critici è la sua fama all'estero", aveva dichiarato il musicista Roberto Deimel, amico di vecchia data del teologo.

Ernesto Cardenal

Signore, tu non sei un amico dei dittatori

Scrivere e lavorare
Cardenal, sempre combattivo, negli ultimi anni era molto dimagrito, i suoi capelli bianchi erano meno folti e per spostarsi aveva bisogno di una sedia a rotelle. Tuttavia ha continuato fino all'ultimo a difendere pubblicamente le sue convinzioni riguardo alla giustizia e alla solidarietà.
Insieme all'amico attore austriaco Dietmar Schönherr, Cardenal aveva dato vita alla fondazione culturale "Casa de los tres mundos" a Granada e aveva pubblicato il ciclo di poesie "Songs of the Universe". I suoi viaggi lo hanno spesso portato anche in Svizzera. Nel 2008, ad esempio, tenne una conferenza nella chiesa riformata di Kloten a Zurigo.

Rimproverato da Giovanni Paolo II

Sollevato dagli uffici sacerdotali
A causa della sua partecipazione al primo governo dopo la rivoluzione sandinista in Nicaragua, nel 1985 papa Giovanni Paolo II sollevò Cardenal dalle sue funzioni sacerdotali. Vietato celebrare messe e sacramenti: Giovanni Paolo II era un oppositore veemente della teologia della liberazione, impegnata a fianco dei poveri e degli emarginati.
La sospensione "a divinis" durò oltre trent'anni. "Continua a scrivere", gli aveva subito detto la sua assistente Luz Marina Acosta, "continuerai ancora a lungo a poter fare solo il poeta". La svolta arrivò circa un anno fa. Cardenal si trovava in ospedale, a Managua, a causa di una infezione ai reni, quando lo raggiunse la notizia che attendeva da decenni: il Vaticano aveva revocato le sanzioni contro di lui.

Ascolta la mia protesta, parlano di pace nei loro discorsi, mentre aumentano la loro produzione bellica

"La notizia della sua riabilitazione lo rallegrò al punto da consentirgli di riprendersi e tornare a casa", ha riferito Roberto Deimel, il quale aveva organizzato numerosi viaggi di Cardenal in Germania. Nella Repubblica Federale, il poeta aveva un ampio pubblico di seguaci e ammiratori. "In effetti, si era fatto conoscere prima in Germania e poi in America Latina", ha aggiunto Deimel. Alcune opere di Cardenal, come l'autobiografica "Lost Life" (Vida Perdida), sono apparse per la prima volta in tedesco.

Formazione e opere
Cardenal, figlio di genitori benestanti, fece i suoi primi tentativi letterari - principalmente poesie d'amore elegiache -, durante il periodo trascorso nel Collegio dei Gesuiti. Successivamente studiò letteratura in Nicaragua, in Messico e negli Stati Uniti e fu coinvolto nel movimento rivoluzionario. Nel 1954 sfuggì per un soffio a un massacro. Una "esperienza mistica" lo spinse a entrare in un monastero trappista negli Stati Uniti nel 1957. "L'amore per la bellezza delle ragazze mi ha portato ad amare Dio, creatore di tutta la bellezza", disse più tardi Cardenal.
Durante i suoi studi teologici, compose dei salmi che rimangono tra le sue opere più importanti. In essi denuncia la violenza, la dittatura e l'avidità e tuttavia esprime fiducia nella protezione di Dio. Tra le righe affiorano tuttavia anche dei dubbi: "Per quanto tempo sarai neutrale? / Per quanto tempo indifferentemente guarderai?"

Ernesto Cardenal

Relatore del Fronte sandinista
Nel 1966, tornato in Nicaragua, fu tra i fondatori della comunità di Solentiname, che divenne letteratura nel celebre "Vangelo dei contadini di Solentiname". Con l'inizio della rivoluzione, nel 1977, Cardenal divenne portavoce del Fronte di liberazione sandinista FSLN. Dopo la vittoria dei sandinisti, ricoprì l'incarico di ministro della Cultura, fino al 1987.
Molti i premi ricevuti negli anni. Tra questi anche il premio per la pace dell'associazione dei librai tedeschi, assegnatogli nel 1980.
In seguito a crescenti disaccordi con Daniel Ortega, nel 1994 Cardenal lasciò il movimento sandinista. Da allora visse con sofferenza gli sviluppi nel suo Paese e la sua condizione si fece ancora più difficile quando, in seguito al peggioramento delle condizioni di salute, dovette progressivamente rinunciare ai suoi amati viaggi all'estero. (trad. it. e adat. P. Tognina)

"Ascolta le mie parole Signore / Odi i miei gemiti / Ascolta la mia protesta / Perché tu non sei un Dio amico dei dittatori / o sostenitore della loro politica / e non ti influenza la propaganda / e non sei in società con il gangster / Non c’è sincerità nei loro discorsi / o nelle loro conferenze stampa / Parlano di pace nei loro discorsi / mentre aumentano la loro produzione bellica / Parlano di pace nelle Conferenze di Pace / e in segreto si preparano per la guerra […] Nell’ora della Sirena d’Allarme / tu sarai con me / tu sarai il mio rifugio il giorno della Bomba / Chi non crede nella menzogna dei loro annunci commerciali / e nelle loro campagne pubblicitarie e nelle loro campagne politiche / tu lo benedici / Lo circondi con il tuo amore / come con carri armati". (da Salmo 5, 1964)