Chiese australiane contro le fiamme

Le chiese si sono mobilitate da quando gli incendi hanno cominciato a devastare il paese

07 gennaio 2020

(Laura Salamon) Ventiquattro morti, migliaia di case distrutte, 5 milioni e mezzo di ettari devastati (55.000 km², a confronto la Svizzera ha una superficie di 41.250 km²), un terzo della popolazione di koala uccisi. Negli ultimi mesi l'Australia è stata colpita da enormi incendi. Gli abitanti sono costretti a fuggire, alcuni cercano la salvezza sulle spiagge per sfuggire alle fiamme e al caldo. E mentre ancora si sta combattendo contro le fiamme, gli incendi sollevano molte domande sulle conseguenze ecologiche, economiche, sanitarie e mediche.

Immagini apocalittiche
Il Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC) ha parlato, in un recente articolo, di "un disastro di proporzioni bibliche", descrivendo "un cielo rosso e pieno di fumo di notte e al mattino" simile a quello evocato nei primi versetti del capitolo 16 del Vangelo secondo Matteo che parlano di cielo rosso minaccioso o rosso scuro, a seconda delle traduzioni.

Olav Fykse Tveit

Il segretario generale del CEC, il pastore norvegese Olav Fykse Tveit, ha espresso il suo sostegno alle chiese australiane: “Le chiese membro del Consiglio in tutto il mondo sono con voi in preghiera e chiedono una pausa dal caldo e dalle fiamme, protezione e incoraggiamento per tutti coloro i quali lottano contro gli incendi, la conservazione della vita e delle proprietà dei popoli e della flora e della fauna minacciate di distruzione."

Chiese australiane mobilitate
In Australia tutte le Chiese - cattolica, anglicana e protestante - intervengono in ogni modo possibile, sul terreno e attraverso la preghiera. Il Consiglio ecumenico riferisce che la United Church of Australia - una delle chiese protestanti nel paese - ha inviato dei cappellani presso ogni centro di evacuazione per sostenere le persone in difficoltà. Anche l'organismo umanitario anglicano, Anglican Aid, è molto attivo a favore delle vittime del fuoco.

Volontari in azione

Premier criticato
Il primo ministro Scott Morisson, un cristiano evangelico, membro del partito liberale, in carica dall'agosto 2018, è accusato di aver gestito male questa crisi senza precedenti. Diverse manifestazioni hanno avuto luogo per denunciare lo scarso impegno del capo del governo nel fronteggiare questa calamità nazionale. Le proteste hanno stigmatizzato in particolare la decisione dell'Australia di non rivedere i suoi obiettivi di emissione di gas serra in previsione della COP26. E ciò mentre il paese rimane uno dei maggiori consumatori di carbone del pianeta. (da Réforme; trad. it e adat. P. Tognina)